martedì 1 aprile 2014

 Lucchini, conto alla rovescia per l'offerta della Smc


-Il Tirreno-
di Cristiano Lozito
PIOMBINO  mar 01 apr, 2014


Prosegue l’attesa per le prossime mosse della Smc Group, che secondo alcune indiscrezioni ieri ha proseguito il suo lavoro a Roma per perfezionare quello che sabato scorso il presidente Khaled al Habahbeh ha definito «lo schema finanziario» necessario alla presentazione dell’offerta vincolante per la Lucchini. Resta poco tempo per presentare le credenziali richieste, cioè in pratica i soldi considerati la base per l’offerta, una somma che si aggirerebbe sui 300 milioni di euro, quelli ritenuti necessari per garantire i due anni di attività con piena occupazione promessi dagli arabi.
In realtà ci sarebbe tempo fino al 30 maggio per le offerte vincolanti, ma per mantenere acceso l’altoforno l’offerta deve arrivare nel giro di pochi giorni, venerdì al massimo, visto che poi servirebbe altro tempo per definire la questione: in caso di presentazione dell’offerta vincolante infatti secondo la procedura il commissario straordinario Piero Nardi sarebbe tenuto a informare le altre società rimaste in gara – l’ucraina Steelmont, e le indiane Jspl e Jsw, dei fratelli Jindal – che in teoria potrebbero essere interessate a coprire l’offerta araba.
Poi ci sarebbe la valutazione della proposta Smc dal punto di vista economico, da quello della tenuta del piano industriale e della struttura manageriale, che la società araba vorrebbe completamente rinnovata. Insomma, anche con i soldi in mano la vicenda avrebbe bisogno di tempo per andare in porto. Tutto ciò mentre invece l’altoforno ha ormai poco ossigeno per proseguire la marcia, tanto che in fabbrica ci si starebbe già organizzando per una fermata lunga, appena dopo Pasqua, lasciando l’impianto in riscaldo. Che, per le condizioni in cui si trova, difficilmente potrebbe ripartire dopo più di una quindicina di giorni e mai sarebbe in grado di arrivare alla scadenza delle offerte vincolanti del 30 maggio.
Per Luciano Gabrielli, segretario Fiom, se la Smc darà seguito all’ultimo annuncio, tutti i passaggi procedurali sarebbero ininfluenti per l’acquisto del minerale, in teoria da ordinare in Brasile entro l’11 aprile, anche se comunque in extremis potrebbe essere richiesto a Taranto o Fos sur mer in modo da averlo a disposizione in 2-3 giorni: «Se arriverà un’offerta vincolante – dice Gabrielli – tutti si dovranno prendere le proprie responsabilità, sia Smc che governo, per tenere in marcia l’altoforno. Perché a quel punto sarebbe da incoscienti far spegnere l’altoforno, e noi non l’accetteremmo». Puntualizzazione legata alla dichiarazione di al Habahbeh, secondo cui nella fase attuale spetta ancora al governo garantire la continuità produttiva.
Resta il fatto che il tempo stringe, e per questo Gabrielli ritiene «che sarebbe meglio l’offerta vincolante di Smc arrivasse già giovedì», giorno in cui i sindacati saranno al Mise per discutere del rinnovo dei contratti di solidarietà e degli ammortizzatori sociali – da estendere anche all’indotto – indispensabili nel caso dello stop dell’area a caldo. In realtà però il cda della Smc convocato per la ricapitalizzazione è fissato per venerdì. Un intreccio di date che fa capire come la partita dell’altoforno sia, in un caso o nell’altro, alle battute finali.




Nessun commento:

Posta un commento