Sindaci chiamati all’appello per la vertenza Lucchini
Mercoledì iniziativa che coinvolgerà le istituzioni fino a Cecina e Gavorrano Obiettivo dei sindacati allargare il fronte: «Questa ormai è una vertenza toscana»
PIOMBINO. Il sindacato si prepara alla fermata dell’altoforno di mercoledì, che idealmente dà il via all’ultima fase della procedura di vendita della Lucchini, incrociandosi con la firma dell’Accordo di programma, attesa ormai a giorni.
Così intanto Fim, Fiom e Uilm preparano un’iniziativa per mercoledì alle 16 davanti alla portineria Lucchini, di protesta contro la fermata dell’Afo, e per fare il punto sulle cose da fare: i sindacati hanno invitato tutti i sindaci in carica e i candidati alle prossime elezioni, non solo della Val di Cornia, ma anche a Nord fino a Cecina e a Sud a Gavorrano. Sempre in questa ampia zona nella stessa giornata ci saranno volantinaggi.
Certo ai segretari di Fim, Fiom e Uilm è chiaro che la firma dei contratti di solidarietà (nei prossimi giorni sarà ratificata al ministero) non ha risolto tutti i problemi. C’è la debolezza della situazione generale che si creerà con la fermata dell’altoforno a far temere sulla tenuta delle imprese, e per le uscite anticipate si può solo sperare in una riforma della legge Fornero da parte del ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, vista l’impossibilità di deroghe. Anche gli anni a disposizione con gli ammortizzatori sociali (almeno 4 di cassa integrazione oltre a quello di solidarietà appena iniziato) porterebbero alla pensione non più di 200 lavoratori, considerando l’età media piuttosto bassa dei dipendenti Lucchini.
Tutte considerazioni che portano a concentrare l’attenzione sui contenuti e sui tempi di realizzazione dell’Accordo di programma, perché senza questo strumento è difficile immaginare una ripresa in grado di rimettere nel ciclo produttivo una così grande quantità di lavoratori. Sarà messa nero su bianco la previsione di un forno elettrico accanto a un Corex, ma ci dovrà essere qualcosa di più per convincere uno degli imprenditori in corsa (con Sajjaan Jindal che pare il favorito) a fare di più che comprare i laminatoi. Inoltre il polo di smaltimento delle navi militari rappresenta una previsione su cui il governatore si è sbilanciato probabilmente in virtù di accordi presi in sedi separate, ma che comunque va concretizzata dal punto di vista degli impegni e poi della realizzazione. Infine c’è il tema dello smantellamento dell’area a caldo, partita enorme di cui andrà chiarita la titolarità della gestione.
Gestione complicata, quindi, che fa giudicare positivamente la creazione di una cabina di regia e il suo affidamento alla Regione: il governatore Rossi ha investito su Piombino una gran quantità di denaro e la propria credibilità, per questo i sindacati puntano ad allargare il coinvolgimento anche dal punto di vista territoriale, con l’obiettivo di far diventare il caso Piombino una vertenza toscana.
Cristiano Lozito
20 aprile 2014
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