LUCCHINI: IL PAPA E LE ISTITUZIONI DANNO SOSTEGNO AGLI OPERAI
Giornata intensa mercoledì 24 aprile per i destini dello stabilimento, dove si sono visti accendere, cosa avvenuta davvero di rado in questi anni, i riflettori sul dramma della Lucchini di Piombino. Dopo oltre 150 la produzione di acciaio a Piombino si fermerà. L’altoforno, il cuore dello stabilimento, dalle ore 12 di oggi inizierà a essere caricato in bianco, caricato solo con il coke, niente minerale, e a quel punto potrà andare avanti un’altra ventina di giorni. Poi si spegnerà definitivamente.
E questo significa anche che fra pochi giorni circa 1000 operai saranno senza lavoro e altrettanti nell’indotto. L’azienda, che è commissariata da due anni, è in vendita, con un bando d’acquisto che, eccetto la proposta di Smc interessata all’area a caldo che però è da troppo tempo silente, negli altri casi prevede la realizzazione solo di un forno elettrico e di un forno “corex” che però sono ancora solo sulla carta.
La giornata è iniziata con l’appello di Papa Francesco per gli operai della industria siderurgica ‘Lucchini’ di Piombino. A rivolgerlo é stato lo stesso Pontefice al termine dell’udienza generale in piazza San Pietro.
«Ieri ho ricevuto un video-appello dagli operai della Lucchini di Piombino inviatomi prima della chiusura dell’altoforno e che mi ha davvero commosso. Sono rimasto triste», ha detto il Papa al termine dell’udienza generale di mercoledì 23 aprile. «Cari operai, cari fratelli — ha proseguito — sui vostri volti era dipinta una profonda tristezza, la preoccupazione di padri di famiglie che chiedono solo il loro diritto di lavorare per vivere dignitosamente e per poter costruire, nutrire ed educare i propri figli, siate sicuri della mia vicinanza e della mia preghiera. Non scoraggiatevi, il Papa è accanto a voi e prega per voi, affinché quando si spengono le speranze umane rimanga sempre accesa la speranza divina che non delude mai».
«Cari operai, cari fratelli — ha concluso Papa Bergoglio — vi abbraccio fraternamente. E a tutti i responsabili chiedo di compiere ogni sforzo di creatività e di generosità per riaccendere la speranza nei cuori di questi nostri fratelli e nel cuore di tutte le persone disoccupate a causa dello spreco e della crisi economica. Per favore, aprite gli occhi e non rimanete con le mani incrociate!».
E le parole di Bergoglio sono arrivate dritte ai lavoratori dell’acciaieria Lucchini (2200 diretti e altrettanti dell’indotto) che ieri si sono riuniti in assemblea alle 16 davanti alla portineria Lucchini insieme a tutti i Sindaci e candidati Sindaco del territorio da Gavorrano a Cecina per sostenere le battaglie degli operai.
Nervosismo, ma anche molta meno gente del previsto, visto che erano presenti, inclusi cameraman, giornalisti, politici e curiosi, circa 300 persone, come se ancora alcuni non si rendano conto che da oggi l’altoforno sarà caricato in bianco e per la città non sarà più nulla come prima, e la crisi, come in un effetto “domino” colpirà anche le famiglie della costa toscana che non hanno mai lavorato, direttamente o indirettamente, con o nella siderurgia.
«Piombino – ci ricorda il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli in un comunicato – rappresenta il secondo polo siderurgico del nostro paese dopo l’Ilva di Taranto e da lavoro a circa 2500 persone tra Lucchini e Lucchini servizi a cui si aggiungono 1500 lavoratori dell’indotto, 528 della Magona (Arcelor Mittal) e altri 110 di Tenaris Dalmine. Solo la Lucchini distribuisce circa55 milioni di euro in stipendi all’anno e tra imposte e tasse elargisce a Stato e regione circa 65 milioni di euro all’anno, con questi numeri la Lucchini rappresenta la prima azienda in termini di contribuzione al Pil regionale della Toscana. La sua chiusura rappresenta un danno in termini di occupazione ed economia, non solo della città di Piombino e della Toscana ma dell’intero Paese, bisogna considerare gli effetti indiretti devastanti su attività portuali, servizi, chimici (SOL), elettrici (EDISON)».
Davanti alla portineria, dopo il segretario della Fiom Luciano Gabrielli che ha ricordato la situazione dello stabilimento, è intervenuto il sindaco di Piombino Anselmi.
«In questi anni di lotte, sono cambiati sette governi, cambiati gli interlocutori, abbiamo fatto tutto quello che potevamo per salvare l’altoforno, ma abbiamo perso e bisogna dircelo. Ho perso – ha ammesso il sindaco – e adesso posso solo aiutarvi a costruire un futuro con l’accordo di programma. Spero che la Lucchini venga comprata, bisogna impedire che l’esito della procedura preveda solo l’acquisto dei laminatoi, bisogna continuare a produrre acciaio. E soprattutto bisogna sapere accettare le sfide, come potrebbe essere quella del polo di rottamazione».
Tra le notizie positive c’è quella giunta in serata relativa all’accordo di programma inviata dal presidente della regione Toscana Rossi al termine di una lunga giornata di incontri e riunioni romane, prima al ministero dello sviluppo economico e poi a palazzo Chigi.
«Oggi sono stati fatti passi avanti, per le bonifiche, gli incentivi, i contratti di solidarietà, la rottamazione delle navi militari. Non tutto è stato definito, Ma il lavoro fatto ha dato i suoi frutti. Domani si dovrebbe poter chiudere positivamente. Questo accordo di programma è un progetto per la riconversione del polo siderurgico di Piombino, per renderlo più competitivo e più ecologico».
«È importante che proprio oggi, nel giorno in cui si avvia lo spegnimento dell’altoforno, e quindi un giorno molto doloroso per i lavoratori della Lucchini, si siano trovate soluzioni e risposte positive agli obiettivi che erano stati indicati, a partire dalla ricostruzione dell’area a caldo, con gli incentivi per il forno elettrico e il Corex, i finanziamenti per le bonifiche dell’area siderurgica e del porto. Si tratta di un investimento complessivo di 200 milioni».
«L’aspetto più interessante – conclude Rossi – è che il progetto per la riconversione ecologica nasce proprio da un’idea dei lavoratori, così come sono proprio loro a chiedere il ricorso al contratto di solidarietà, al posto della cassa integrazione. Questo consentirà di mantenere un rapporto con la loro azienda, di continuare a lavorare nelle bonifiche e di poter verificare l’avanzamento del progetto. Facendo inoltre risparmiare anche risorse importanti allo Stato per la cassa integrazione. Con questo accordo Piombino, grazie alla determinazione messa in campo dai lavoratori, avrà un impianto siderurgico all’avanguardia in Europa».
dal CORRIERE ETRUSCO 24/4/2014
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