lunedì 28 aprile 2014

- LUCCHINI PIOMBINO- 
L'Accordo fa discutere sulle bonifiche e sulla 398


-Il Tirreno-
di Alessandro De Gregorio
PIOMBINO lun 28 apr, 2014



Riconversione industriale ambientalmente compatibile, rilancio della siderurgia, innovazione: un Accordo che fa sperare quello firmato giovedì a Palazzo Chigi nel giorno della fermata dell’altoforno. Un Accordo che sblocca soldi, milioni, 252 se si sommano quelli già stanziati a suo tempo per il porto. E quindi che apre uno spiraglio di luce. Ma che va ancora analizzato molto bene e, soprattutto, va messo in pratica o «riempito di contenuti» come si ripete in questi giorni. Un accordo che però, tranne quelli che lo hanno firmato, sembra scontentare parecchi.
Ci sono alcuni punti in particolare che hanno fatto accendere i primi campanelli di allarme. Uno di questi riguarda la 398, la «bretella di collegamento dell’autostrada A12 Tirrenica al porto di Piombino - lotto Gagno-Montegemoli». Significa che la 398 resta agganciata al progetto Sat, alla trasformazione della variante Aurelia in autostrada a pagamento. E così entro luglio il progetto per il primo lotto Montegemoli-Gagno (50 milioni a carico di Sat) andrà alla conferenza dei servizi e al Cipe. Poi toccherà al secondo lotto Gagno-Poggio Batteria (20 milioni a carico di Sat, l’eventuale spesa ulteriore a carico di Regione e Stato).
Per sganciare la 398 dalla Tirrenica insomma ci vogliono 70 milioni che non ci sono nell’elenco dei vari finanziamenti. Un altro punto che ha destato perplessità è quello che riguarda le bonifiche. Alcune a carico dei responsabili (ma la Lucchini è fallita e in cassa non c’è più nulla), altre dei nuovi acquirenti. Nell’Accordo si destinano 50 milioni (dal Fondo sviluppo e coesione del governo) per la messa in sicurezza della falda e altri 10 per le aree demaniali dismesse. Per bonificare tutta l'area invece si è sempre detto che ci vogliono 300 milioni.
Chi ha firmato a Roma sostiene che la partita sia tutta da giocare, che si tratta appunto di gestire un accordo cornice. E’ chiaro che, con i finanziamenti nero su bianco, si tratta ora di dare il via alla seconda parte, quella progettuale. Nel caso delle bonifiche, vi è compreso uno studio condotto dal ministero dell’Ambiente e da Arpat. Bonifiche, 398. Ma anche formazione, gestione degli ammortizzatori e tutto il resto. Per ora ci sono impegni scritti. Dalla prossima settimana sono previsti nuovi incontri a Firenze e Roma per definire la cabina di regia e quindi aprire il percorso di attuazione dell’Accordo.
Accordo che però continua a non piacere a molti. Beppe Grillo, sul proprio blog e poi anche a Piombino al comizio davanti alla portineria Lucchini, lo ha definito un documento vuoto, tardivo e con pochi spiccioli. Grillo ha ironizzato sull’offerta araba ma ha espresso perplessità anche sull’ipotesi della Jsw che importerebbe «manufatti» (forse voleva dire i semilavorati) dall’India e non da Brescia. Sempre Grillo ha detto che si è perso tempo perché un anno fa, invece di lottare per il mantenimento dell’area a caldo, con un forno elettrico «forse 7-800 persone avrebbero mantenuto un posto di lavoro e gli altri avrebbero avuto un reddito di cittadinanza».
Lo stesso calcolo fatto da Antonio Gozzi, presidente di Federacciai e amministratore delegato della Duferco, che in un’intervista pubblicata proprio sabato dal Corriere della Sera sosteneva che «l’altoforno non poteva essere salvato». Gozzi, insieme a Giuseppe Pasini (Feralpi) e Alessandro Banzato (Acciaierie venete), aveva presentato una manifestazione di interesse per la Lucchini ma poi si era ritirato per «ragioni ambientali». Era interessato ai soli laminatoi ma, sempre nell’intervista, Gozzi dice che avrebbe potuto aggiungere altri due o trecento posti di lavoro con l’investimento in un forno elettrico «che stiamo valutando».
Parole che potrebbero alludere a un suo rientro in partita prima del 30 maggio, quando scadranno i termini per le offerte vincolanti. Nel frattempo si attende l’arrivo di Sajjan Jindal, patron della Jsw, che dovrebbe incontrare i sindacati. Anche la Jsw punta ai laminatoi ma sarebbe interessata sia a un forno elettrico che a un Corex.

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