lunedì 14 aprile 2014

 -LUCCHINI - Lami:«In Europa nessuno ha chiuso una acciaieria vicina al mare»

-La Nazione-
— PIOMBINO — dom 13 apr, 2014



«SE CHIUDESSE l’area a caldo di Piombino, che si trova sul mare, sarebbe l’unica in Europa». È Mirko Lami Rsu Fiom Lucchini a fare il punto della situazione, a dare uno sguardo all’Europa, e a lanciare un ulteriore appello al governo. «Negli ultimi cinque anni sono chiusi in Europa nove altoforni, nessuno sul mare, un’acciaieria sul mare abbatte i costi delle materie prime. Il mare è un valore aggiunto – incalza Lami - possono arrivare le materie prime attraverso le navi e ora abbiamo anche l’occasione di avere un porto con fondali a meno 20 metri, questo significherebbe poter avere navi intorno a 250mila tonnellate mentre adesso a Piombino arrivano navi da massimo 70 mila tonnellate». E in Europa intanto si torna a parlare di aumento di produzione di acciaio.
«L’ULTIMO presidente della Ceca Enrico Gibellieri in questi ultimi giorni in un’intervista ha detto che tutti abbiamo bisogno di acciaio che fra l’altro è riciclabile al 100%, e chiaramente di acciaio di qualità. Qui a Piombino si parla di acciaio di alto valore aggiunto. Il nostro vergella lo realizziamo anche antisismico. Lo stanno facendo anche in Cina – ricorda Lami – ma in questo caso non lo compra nessuno perché costa parecchio. Noi in Italia non abbiamo una politica industriale e il fabbisogno del nostro acciaio è limitato: costruzioni non se ne fanno più, così come le infrastrutture, poche auto, gli autobus li compriamo in Olanda, l’industria meccanica è ferma, Fincantieri non prende l’acciaio di Taranto, le Ferrovie non rinnovano la rete. Noi per adesso il mercato delle rotaie ce l’abbiamo, anche ora produciamo per l’Algeria, nonostante che siamo falliti.
In Europa negli ultimi 5 anni sono state tagliate 30 milioni di tonnellate di acciaio, però è previsto da ora al 2020 un ritorno ad una produzione di oltre 180 milioni di tonnellate e su questo paesi come la Germania, l’Inghilterra e ora anche la Francia si stanno attrezzando con la formazione: riducono gli orari di lavoro e con i contratti di solidarietà fanno formazione. In Svezia addirittura le case automobilistiche hanno portato l’orario di lavoro a 6 ore. Di queste cose è impossibile discuterne in Italia». Lami ricorda poi la questione della qualità delle rotaie.
«LE ROTAIE si fanno da ciclo integrale non perché non si possono fare da ciclo elettrico, ma se nessuno nel mondo le fa il motivo è che il costo è elevatissimo perchè serve un rottame selezionatissimo e una ghisa che è di alta qualità». E Piombino? «Possiamo rilanciare lo stabilimento con un corex e un forno elettrico, meglio due, per poter continuare a produrre le nostre rotaie. Il mercato c’è, anzi sta crescendo. Ora dobbiamo reggere e convincere il governo a tenere acceso l’altoforno fino al 30 maggio – così come promesso – che è l’ultimo giorno utile per presentare l’offerta vincolante.
E se Smc la presentasse il 29 maggio? Perché fermare l’afo ora, capisco che non ci sono soldi ma allora qualcuno ha sbagliato a dire «fino al 30 maggio». Questa scelta potrebbe mettere in discussione chi ha presentato un interesse per l’acquisto, e cambia lo scenario; e il non mantenere la promessa è come dire che le regole sono state cambiate durante la partita».

Maila Papi

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