martedì 15 aprile 2014

- PIOMBINO- Lucchini, in piazza tra rabbia e speranze

-Il Tirreno-
di Alessandro De Gregorio
PIOMBINO  mar 15 apr, 2014


Mentre da Tunisi arrivano segnali sconfortanti (l’annunciata presentazione del gruppo Smc è stata spostata dal 24 aprile al 15 maggio e con una comunicazione affidata solo a facebook), a Roma ieri è stata ufficializzata la notizia già annunciata dal Tirreno: l’altoforno verrà spento venerdì per mancanza di prospettive. Cioè, basta spendere milioni su milioni per le navi di minerale.
La decisione è stata comunicata dal sottosegretario Claudio De Vincenti ai sindacati durante l’incontro al ministero dello sviluppo economico. I sindacati hanno chiesto che l’Afo resti in attività almeno fino al 30 maggio, giorno in cui verrà chiuso il bando per le offerte vincolanti. Ma è difficile che si possa arrivare a quella data a forza di cariche in bianco. L’obiettivo di De Vincenti è firmare entro fine settimana l’Accordo di programma sulla riqualificazione ambientale e la riconversione industriale dell'area di crisi complessa del polo di Piombino.
Anche in questo caso i sindacati, che torneranno a Roma domani, chiedono di subordinare la firma alla garanzia che tutti i lavoratori restino al loro posto. Per questo hanno rifiutato di firmare la richiesta di cassa integrazione avanzata dalla procedura, ovvero dal commissario Piero Nardi. Lo ha detto Luciano Gabrielli (Fiom) ieri sera, al rientro da Roma insieme a Fausto Fagioli (Fim) e Vincenzo Renda (Uilm), all’assemblea pubblica in piazza Gramsci. In piazza tante (ma non tantissime) persone, compresi agli operai del secondo turno che hanno fatto tre ore di sciopero per uscire dallo stabilimento ed essere presenti. «Tutti i lavoratori - ha detto Gabrielli - devono stare dentro il contratto di solidarietà che scade domani (oggi, ndr) ma verrà prorogato.
Tutti i lavoratori della Lucchini, della Lucchini servizi e delle imprese per le quali si può fare questa operazione. L’Accordo di programma è una cornice e se dobbiamo discuterne bisogna riempirlo. Quindi vogliamo avere tutti i lavoratori al loro posto. Per questo abbiamo rifiutato la richiesta di cassa integrazione fatta dall’azienda». E un nuovo incontro con l’azienda, o meglio con il commissario Nardi, è previsto per questa mattina. Si parlerà dunque di ammortizzatori sociali: contratti di solidarietà secondo i sindacati, cassa integrazione secondo Nardi.
Ma nel frattempo, stante il silenzio della Smc e a meno di nuovi (ma sempre più improbabili) colpi di scena, si punta decisamente sul piano B: le bonifiche, la riconversione, la riqualificazione dell’area produttiva con possibilità di nuovi insediamenti, gli investimenti su forno elettrico e Corex, il rilancio collegato al porto nell’ambito di un polo di smantellamento delle navi; ma anche la formazione, le agevolazioni fiscali e la sospensione della legge Fornero in modo da avere una valvola di sfogo con i pensionamenti.
Tutto questo significa Accordo di programma, per il quale la Regione ha messo a disposizione 60 milioni, a cui si aggiungono fondi europei. Milioni che potrebbero anche aumentare sul fronte delle bonifiche ambientali, il vero snodo di passaggio tra il presente e il futuro per moltissimi lavoratori.

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