Cos’è la Lucchini
Lo Stabilimento siderurgico Lucchini è un grande complesso industriale specializzato nella produzione di acciaio che si trova vicino al mare, nella zona industriale di Piombino, che ha una lunga e grande storia legata ai giacimenti minerari della zona. Dopo successivi sviluppi dei primi altiforni e passaggi di proprietà con successi e fallimenti, nel 1936, dopo la crisi finanziaria e del settore, il primo nucleo dello stabilimento passò sotto il controllo dell’IRI, l’Istituto per la Ricostruzione Industriale, e nel 1937 venne inserito nella Finsider, società pubblica sempre legata all’IRI creata per lo sviluppo della siderurgia italiana (ne faceva parte anche l’ILVA). Nel 1943 il controllo dello stabilimento passò alle autorità militari tedesche che nel 1944 minarono e fecero saltare tutta l’area. Rimase solo la vecchia centrale elettrica che costituì poi la base per la ricostruzione.
Nel 1961, lo stabilimento occupava quasi seimila persone. Rimase di proprietà statale fino al 12 dicembre 1992 quando venne ceduta al Gruppo Lucchini, grande impresa siderurgica bresciana fondata nel primo dopoguerra. Nel 2005, a seguito di una ristrutturazione finanziaria, la maggioranza delle quote passò attraverso un aumento di capitale al gruppo russo SeverStal, uno dei più grossi produttori al mondo.
La crisi attuale e lo spegnimento
Dopo un 2011 di ulteriore crisi, il gruppo Lucchini vendette una delle sue filiali (la BU Ascometal, produttrice di acciai speciali per le automobili) al fondo di investimenti “Apollo” per 325 milioni di euro con i quali si sarebbe dovuto finanziare un nuovo piano di ristrutturazione del debito che fuapprovato dal Tribunale fallimentare di Milano nel 2012: l’accordo raggiunto con le 17 banche coinvolte, in attesa di un nuovo compratore, prevedeva un nuovo finanziamento e una proroga di sei mesi per l’esigibilità dei crediti. Il 21 dicembre del 2012, non avendo trovato alcun nuovo finanziatore, la società fece richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di essere ammessa all’amministrazione straordinaria: Piero Nardi venne nominato Commissario di una società gestita sostanzialmente da banche e creditori. Il 7 gennaio del 2013 il Tribunale di Livorno ha dichiarato lo stato di insolvenza di Lucchini. E il commissario ha deciso per esaurimento delle risorse finanziarie di una struttura in crisi, lo spegnimento dell’altoforno.
Dopo un 2011 di ulteriore crisi, il gruppo Lucchini vendette una delle sue filiali (la BU Ascometal, produttrice di acciai speciali per le automobili) al fondo di investimenti “Apollo” per 325 milioni di euro con i quali si sarebbe dovuto finanziare un nuovo piano di ristrutturazione del debito che fuapprovato dal Tribunale fallimentare di Milano nel 2012: l’accordo raggiunto con le 17 banche coinvolte, in attesa di un nuovo compratore, prevedeva un nuovo finanziamento e una proroga di sei mesi per l’esigibilità dei crediti. Il 21 dicembre del 2012, non avendo trovato alcun nuovo finanziatore, la società fece richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico di essere ammessa all’amministrazione straordinaria: Piero Nardi venne nominato Commissario di una società gestita sostanzialmente da banche e creditori. Il 7 gennaio del 2013 il Tribunale di Livorno ha dichiarato lo stato di insolvenza di Lucchini. E il commissario ha deciso per esaurimento delle risorse finanziarie di una struttura in crisi, lo spegnimento dell’altoforno.
Nel frattempo, il 30 maggio sarà l’ultimo giorno utile per la presentazione delle offerte per l’acquisto dello stabilimento. Finora hanno espresso interesse il gruppo ucraino Steelmont, il gruppo arabo Smc di Khaled al Habahbeh e la società indiana Jindan Steel. Smc, il cui presidente aveva detto di voler salvaguardare i lavoratori e l’altoforno acceso, ha annunciato una conferenza stampa per il 15 maggio, ma l’interesse indiano sembra quello più credibile.
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