-Il Tirreno-
di Alessandro De Gregorio
PIOMBINO ven 18 apr, 2014
Contratti di solidarietà per Lucchini e Lucchini servizi; ammortizzatori sociali anche per i lavoratori dell’indotto. Scivolo per prepensionamenti, e quindi superamento della legge Fornero. E una cabina di regia durante la fase di transizione che, fuori dai comunicati, dovrebbe essere affidata al presidente della Regione, Enrico Rossi. Niente da fare invece per la nave di minerale. E’ quanto uscito dall’incontro di ieri sera al ministero dello sviluppo economico dove il sottosegretario Claudio De Vincenti ha incontrato i sindacati nazionali e territoriali.
All’incontro erano presenti anche dirigenti del ministero del lavoro, l’assessore regionale Gianfranco Simoncini, quello provinciale Ringo Anselmi, il commissario Piero Nardi. «Nello specifico - si legge in una nota del Mise - si è convenuto di accompagnare i lavoratori, durante la fase di transizione verso la cessione del sito che troverà nell’Accordo di programma il suo quadro di riferimento con un uso degli ammortizzatori sociali che farà perno sui seguenti punti: contratti di solidarietà per l'insieme dei lavoratori della Lucchini in amministrazione straordinaria per il periodo necessario a individuare il soggetto che rileverà lo stabilimento; disponibilità all'utilizzo degli ammortizzatori sociali per i lavoratori occupati nelle imprese dell'indotto. Durante il confronto, è stato inoltre affrontato il problema più generale delle prospettive occupazionali e si è deciso che nell'Accordo di programma sarà inserita l’istituzione di una cabina di regia, con la partecipazione di Italia Lavoro. Inoltre si è stabilito che anche nel periodo successivo all'assegnazione degli impianti al nuovo soggetto, saranno utilizzati ammortizzatori sociali di tipo conservativo.
La cabina di regia curerà le politiche attive del lavoro, compresa l’utilizzazione dei lavoratori in attività di messa in sicurezza degli impianti, di infrastrutturazione e di bonifica ambientale, in un disegno organico di rilancio dell’area di Piombino, così come previsto dall’Accordo di programma». «Un primo passo verso la costruzione di un percorso e la garanzia della messa in sicurezza di tutti i lavoratori» commentava uscendo dall’incontro Fausto Fagioli (Fim). Questa mattina, dalle 10 alle 11,30, verrà organizzata una nuova assemblea, acciaieria compresa, davanti alla portineria. Quella di ieri mattina aveva visto la partecipazione di circa quattrocento operai. Un’assemblea in cui i sindacati avevano puntato il dito contro il Governo, anzi contro gli esecutivi che si sono succeduti negli ultimi vent’anni, contro i partiti e anche contro quello che fino al giorno prima sembrava il migliore amico dei sindacati: il Pd. Al microfono stavolta avevano parlato anche gli operai.
Anche i più arrabbiati, che chiedevano azioni di protesta più incisive come l’occupazione della stazione ferroviaria di Campiglia, il blocco all’entrata di Piombino e quello dei traghetti, al porto. Nel frattempo in città e in periferia erano stati piazzati i blindati della celere, dei carabinieri, della finanza. E sul piazzale, insieme alla Digos, il responsabile dell’ordine pubblico (il numero uno della questura Paolo Rossi) si augurava di non dover far intervenire i reparti: «Non servirebbe a niente se non a peggiorare le cose». Alla fine, tra urla e votazioni fatte come viene viene, Luciano Gabrielli (Fiom) era riuscito a far prevalere la linea più morbida, quella che poi ha condotto all’incontro di ieri sera sostenuto da un centinaio di lavoratori, andati a Roma in pullman e con le auto.
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