Smc, il capitale sale a 2 miliardi di dollari
L’aumento deliberato dall’assemblea degli azionisti, ora per l’offerta vincolante serve la fidejussione bancaria
PIOMBINO. La notizia attesa per tutta la giornata, è arrivata alle 19,30, con un lancio di agenzia da Tunisi: «L’assemblea degli azionisti di Smc Group – dice la nota inviata all’Ansa a firma del presidente Khaled Al Habahbeh – interessata all’acquisizione dello stabilimento Lucchini di Piombino, ha deciso oggi in Tunisia l’aumento di capitale dagli attuali due milioni di dollari a due miliardi».
La data del 4 aprile per la ricapitalizzazione era nota da tempo, ma lo scorrere dei giorni fino al superamento della data che il presidente di Smc aveva annunciato per la presentazione dell’offerta vincolante (giovedì), aveva fatto salire la preoccupazione per le sorti dell’area a caldo.
Nella nota in cui si annuncia l’aumento di capitale, Smc spiega anche che la delibera «sarà inviata al commissario straordinario, Piero Nardi, al sindaco di Piombino, al presidente della Regione, e ai rappresentanti legali del sindacato per dimostrare la capacità patrimoniale di Smc Group».
Del resto il nodo è stato sin qui proprio la difficoltà da parte della società araba DI dimostrare la propria capacità patrimoniale: la ricapitalizzazione (che per essere effettiva impone il versamento da parte degli azionisti, i quali si sono impegnati a provvedere) dovrebbe consentire di ottenere dalle banche la fidejussione che obbligatoriamente deve accompagnare l’offerta vincolante.
Intanto Smc, confermando il suo interesse ad acquisire Lucchini, precisa un elemento importante che nell’ultima conferenza stampa le parole di Al Habahbeh avevano reso incerto: «Smc intende proseguire nell’attività dell’altoforno – dice la nota – e sviluppare in futuro la migliore tecnologia per ridurre l’inquinamento».
Gli arabi dunque ribadiscono l’impegno a tenere in marcia l’altoforno, ma il problema è che i tempi stringono, mentre sulla data della presentazione dell’offerta vincolante stavolta Al Habahbeh non si esprime. Sa ovviamente che non si può andare oltre la fine della prossima settimana per fare in tempo a ordinare la nave. La mossa di ieri basterà alle banche per rilasciare la fidejussione alla Smc nei giorni utili che restano a disposizione? E’ questo il tema che terrà alta l’attenzione nei prossimi giorni, tenendo presente che solo l’offerta vincolante potrà riaprire i contatti col commissario e la partita nel suo complesso. Intanto fonti vicine al gruppo arabo fanno sapere che nella prossima settimana rappresentanti della Smc saranno di nuovo a Piombino, pronti a presentare l’offerta appena arriverà il via libera dalle banche.
La Smc Group precisa anche di essere «impegnata in molti progetti infrastrutturali nella regione di Mena (Medio Oriente e Nord Africa) e in investimenti in Europa. Questa è la ragione per cui Lucchini, così come sostiene l’economia dell’Italia e garantisce occupazione – conclude la nota – completa la parte del nostro piano di sviluppo nella regione Mena».
Nessun commento ufficiale da parte di sindacati e istituzioni, prudenti dopo il susseguirsi degli annunci da parte della società araba. Ma è ovvio che l’aumento di capitale della Smc riaccende le speranze e allo stesso tempo fa scattare il nuovo conto alla rovescia per l’altoforno, l’area a caldo, e per le sorti di oltre un migliaio di lavoratori.
di Cristiano Lozito 05 aprile 2014
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