L’altoforno Lucchini ormai spento
Riportiamo alcune analisi sul recente accordo di programma per il salvataggio della Lucchini. La prima dalla Regione Toscana, la seconda dalla CISL, la terza dalla lista civica “Un’Altra Piombino” sponsorizzata da SEL.
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REGIONE TOSCANA: I PUNTI QUALIFICANTI DELL’ACCORDO
FIRENZE – Ringrazio il Pontefice che ha risposto ai lavoratori e la sua risposta ha proiettato sul piano nazionale la vicenda di Piombino. Con queste parole il presidente della Regione Toscana commenta a Palazzo Chigi la firma dell’accordo di programma per la ricoversione ecologia della siderurgia.
Il presidente ha poi proseguito ringraziando i lavoratori per la maturità, la passione e la competenza dimostrata in questa vicenda. Oggi a Piombino è un giorno triste, ha aggiunto ancora, si sono avviate le procedure per spegnere l’altoforno. Una vicenda che viene vissuta con la morte nel cuore, si chiudono 150 anni di storia.
L’accordo di programma firmato oggi, ha proseguito il presidente, rappresenta la speranza e la determinazione delle istituzioni e dei lavoratori di ricostruire l’area a caldo, di fare di Piombino il centro italiano dove si continuerà a produrre acciaio in modo più ambientalmente sostenibile e con un maggior risparmio energetico. Insomma Piombino entro due o tre anni sarà un centro siderurgico all’avanguardia in Europa. Si chiude un vecchia e gloriosa storia industriale ma, ha concluso, con questa firma si riapre una nuova storia con l’obiettivo di continuare produrre acciaio a Piombino.
Si chiama “Disciplina degli interventi per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale di Piombino”: è l’accordo di programma firmato a Roma dal presidente della Regione Toscana con la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Ministero dello sviluppo economico, il Ministero della Difesa, il Ministero delle Infrastrutture e Trasporti, il Ministero dell’Ambiente, il Ministero del lavoro e politiche sociali. Gli altri firmatari sono la provincia di Livorno, il Comune di Piombino, l’Autorità Portuale di Piombino, l’Agenzia del Demanio e l’Agenzia Nazionale per l’attrazione degli investimenti e lo sviluppo d’impresa spa.
Grazie a questo accordo a Piombino tra il polo siderurgico e il porto arrivano 252 milioni. 110 milioni dal Governo, 142 milioni dalla Regione
• Dal Governo: 50 mln per le bonifiche e 20 mln per incentivi agli investimenti.
• Dalla Regione 62 mln per incentivi e 10 mln per bonifiche delle aree portuali
• Dal Governo per l’ammodernamento del porto 40 milioni e dalla Regione per il porto 70 milioni
Mancano al momento le risorse per la viabilità di raccordo tra il porto e la superstrada, ma nell’accordo c’è nero su bianco l’impegno del governo a “ricercare le risorse per il completamento dell’autostrada tirrenica prevedendo anche un integrazione di risorse pubbliche”.
L’accodo sancisce l’impegno complessivo di tutti i soggetti a fare di Piombino un polo siderurgico fra i più competitivi ed ecologici d’Europa
L’accordo ribadisce che “é interesse dei soggetti sottoscrittori del presente accordo di programma, in un arco temporale definito e concordato, il recupero ambientale e la riqualificazione delle attività produttive, la reindustrializzazione e la salvaguardia dei livelli occupazionali, previo risanamento ambientale delle aree interessate.”
Viene definito “Obiettivo comune” il “sostegno a processi di trasformazione industriale del ciclo produttivo di metallo liquido dello stabilimento Lucchini spa di Piombino” grazie a tecnologie che presentino “un miglioramento delle prestazioni ambientali ed energetiche del processo a caldo” e che “consentano maggiore flessibilità produttiva, ivi compreso l’uso della fusione elettrica”.
L’accordo ribadisce che “una delle potenziali direttrici di reindustrializzazione dell’area è costituita dal potenziamento delle attività portuali” attraverso “attività di smantellamento delle navi di manutenzione e refitting navale” anche grazie ad “un adeguato bacino di galleggiamento e/o carenaggio” .
Il Governo si impegna “a rendere disponibili navi da smantellare del Ministero della Difesa” e lo stesso Ministero entro tre mesi da oggi definirà un “cronoprogramma” di dismissione “anche in termini di numerosità e tonnellaggio”. Il ministro Pinotti ha confermato che sono già in lista di attesa per la rottamazione 38 navi.
L’accordo definisce “una complessiva e unitaria manovra di intervento sull’area di crisi industriale complessa di Piombino” con un “progetto di messa in sicurezza, riconversione e riqualificazione dell’area industriale.”
Tre gli assi di intervento dell’accordo.
• Il primo riguarda la riqualificazione ambientale e produttiva del sito produttivo con due azioni: a) la riconversione e l’efficientamento energetico e il miglioramento ambientale del ciclo dello stabilimento e b) il progetto integrato di messa in sicurezza e reindustrializzazione delle aree della Luccini (proprietà e concessione) nel comune di Piombino.
• Il secondo riguarda la riconversione e riqualificazione produttiva dell’area di crisi industriale complessa di Piombino con 4 azioni: a) il potenziamento della viabilità dell’area portuale con il completamento della bretella con l’autostrada A12 – Lotto Gagno-Montegemoli b) il potenziamento delle attività portuali per smantellamento, manutenzioni e refitting navale c) il rafforzamento produttivo dell’area di crisi industriale di Piombino d) la razionalizzazione delle infrastrutture energetiche del polo industriale di Piombino
• Il terzo riguarda le politiche attive del lavoro e le misure di reimpiego anche in progetti di riconversione. Due le azioni: a) riqualificazione del personale b) misure per il reimpiego anche in progetti di riconversione
Per quanto riguarda il progetto di riconversione dello stabilimento Lucchini (asse 1 azione 1) Ministero dell’economia e Regione valutano la possibilità di incentivare uno o più progetti rivolti a maggiore efficienza energetica e riduzione dell’impatto ambientale. Entro 6 mesi dall’acquisto del complesso industriale (tutto o in parte) l’acquirente deve chiedere le agevolazioni.
Per quanto riguarda la bretella di collegamento all’Autostrada, il Governo si impegna a indire la conferenza dei servizi che approvi il progetto definitivo del tratto Geodetica – Gagno entro luglio 2014. Per il tratto da Gagno a Poggio Batteria, dove esiste da parte di Sat la sola progettazione, il Governo si impegna a individuare risorse aggiuntive.
Regione, Provincia, Comune di Piombino e Autorità portuale costituiscono una Cabina di Regia, aperta ai sindacati, per coordinare gli interventi e i rapporti con i Ministeri firmatari dell’accordo.
con accordo di programma evitato il peggio.
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L’ANALISI DEL SEGRETARIO NAZIONALE DELLA CISL BENTIVOGLI
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dall’ufficio stampa della Cisl.
Firmato nella giornata di ieri l’accordo di programma per rilanciare l’area siderurgica di Piombino con un investimento di circa 270 milioni di euro. Il segretario nazionale Fim Cisl Marco Bentivogli intervenendo a “Prima di tutto” Gr1 Rai sulla vicenda della Lucchini dichiara: ieri è stato un brutto giorno per i lavoratori e la città di Piombino, dopo circa 150 anni è stato spento l’alto forno cuore pulsante dell’economia e del lavoro della città.
La buona notizia è la firma dell’accordo che ridà prospettiva – “c’è da dire però che aspettavamo l’accordo per Natale dello scorso anno, purtroppo la politica è sempre in ritardo sul mondo reale” – e commentando i contenuti dell’intesa: “ sono tre gli assi d’impegno; il primo per rilanciare il polo siderurgico attraverso azioni che riguardano l’impegno a rinnovare l’alto forno con modalità tecnologicamente più competitive e ecologicamente sostenibile; la seconda attraverso la bonifica delle aree e la realizzazione a Piombino di un grande polo di smaltimento delle navi, misure quest’ultime che potrebbero rappresentare una prospettiva di sviluppo importante per Piombino perché come previsto dalle nuove normative europee le navi dovranno essere smaltite sul continente”.
A tal proposito “l’adeguamento del bacino portuale, da realizzarsi entro settembre, permetterà lo smaltimento di circa 38 navi militari e potrebbe rappresentare una buona possibilità anche per lo smaltimento della Costa Concordia, Governo e commissario straordinario dovrebbero ripensare a questa possibilità”.
E sulla possibilità di acquisto della Lucchini da parte di operatori stranieri – Bentivogli sottolinea come gli imprenditori italiani come al loro solito si sono ripiegati e attacca – in Italia abbiamo un ceto imprenditoriale che si fa vivo solo quanto può speculare. Il settore siderurgico – conclude il segretario della Fim – “non è un settore tra i tanti, per un paese come al nostro, senza materie, non avere un settore primario è una follia. Governo italiano e Commissione Europea se ne sono accorti troppo tardi, servirebbe un Draghi della siderurgia”.
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UN ALTRA PIOMBINO: QUESTO ACCORDO NON SALVA LA CITTA’
Riceviamo e pubblichiamo integralmente dalla lista civica piombinese “Un’altra Piombino”.
Abbiamo sperato che questo accordo di programma fosse, anche per impostazione (tempi, finanziamenti, progetti) diverso da altri stipulati e poi disattesi. Altri che dovevano essere storici, perché avrebbero cambiato in positivo le sorti economiche e sociali di Piombino e della Val di Cornia. Lo abbiamo letto e riletto, questo accordo, e ci sembra consistere solo in auspici, fondati, per di più, su scarse risorse economiche (quelle del governo): la struttura di impianto non è tale da far scaturire certezze per il futuro.
Questo accordo ha avuto una lunga gestazione, incubata diversi mesi dentro una discussione tra Governo, Regione, Istituzioni locali e Sindacati e che si è trascinata fino a culminare in un epilogo dettato, come sempre, dall’emergenza, quella della fermata dell’afo, in un contesto segnato dalle elezioni che incombono, dall’intervento del Papa, dall’attenzione che il Governo, a iniziare dal Presidente del Consiglio, ha purtroppo intempestivamente concentrato su Piombino. Il risultato non poteva che essere, come di fatto è, insoddisfacente, deludente.. Sono usciti interventi sulla stampa nazionale che hanno messo in evidenza i limiti e le carenze di questo accordo, prima di tutto quello relativo alle risorse messe in campo per le bonifiche: scarse, poco definite, e sappiamo tutti che le bonifiche sono una cosa seria, e che senza bonifiche non solo non si fa reindustrializzazione (perché così prevedono le leggi), ma neanche politica industriale
Quanto al potenziale compratore della Lucchini, al Porto, alla SS 398… Il 30 maggio, alla chiusura del bando di vendita della Lucchini, ne sapremo forse di più, ma a oggi non sappiamo chi sia / chi sarà l’acquirente dell’impianto, quindi ignoriamo che cosa costui si impegni a fare per dare una continuità al sito siderurgico. Questa situazione non può essere considerata positiva: e l’accordo non fornisce garanzie . Non crediamo che gli interventi a carico del privato esposti nell’art. 6 dell’accordo siano così vaghi e così poco rilevanti come invece vengono fatti apparire.
Solo la Regione Toscana ha investito sugli interventi di ampliamento del Porto: passare da questi progetti ad altri che dovrebbero fare di Piombino un centro di rottamazione delle navi militari è atto quanto meno da verificare: chiediamo – perché ce n’è assoluto bisogno – studi e documentazione, a oggi non mai presentati; Vogliamo sapere come si ricicla materiali e sostanze inquinanti.
In questo accordo, infine, si accenna al prolungamento della SS 398 fino al porto e lo si fa, come sempre, legando l’intervento all’autostrada tirrenica, cosa che ha prodotto come unico risultato quello di lasciare tutto su carta. Avevano promesso che il Cipe avrebbe dato via libera al progetto e all’inizio dei lavori: il 2011 è passato, il 2012 è passato, il 2013 è passato e ancora stiamo aspettando l’apertura dei cantieri. Ora il Governo ha promesso (sarà un’ennesima altra promessa?) che entro pochi mesi troverà i soldi. Ribadiamo che senza questa infrastruttura il porto non conoscerà nessun tipo di sviluppo.
L’accordo di programma per la Lucchini è il massimo che il Governo, cioè lo Stato, avrebbe potuto fare? Noi pensiamo di NO. L’Afo doveva e poteva essere tenuto in funzione: questo avrebbe aiutato un percorso, certo non breve, ma di vera riconversione avrebbe dato il tempo di fare progetti accurati in termini di innovazione, avrebbe portato a valutazioni economiche quantitativamente attendibili, avrebbe permesso ai lavoratori di vivere gradualmente i cambiamenti che sarebbero intervenuti, senza essere fuori, senza sentirsi messi fuori. Invece chi ha prevalso, ancora una volta? Chi non ha mai veramente rispettato la storia di Piombino, chi fondamentalmente non ne conosce e non ne studia la crisi e la difficoltà.
In merito a questa situazione, la politica non si comporta tutta nello stesso modo. Il Pd che cosa ha fatto? Prima ha appoggiato Monti, poi ha sostenuto Letta e ora, con Renzi, ha avallato un accordo che non salva Piombino e che dà risposte approssimative, se non molto discutibili. Avrebbe dovuto mettere in moto un processo virtuoso di analisi e di partecipazione che portasse a un testo diverso, ricco di dati e di informazioni, di cifre, a un accordo di prospettiva, insomma. Vogliamo e pensiamo a un accordo diverso. Molto diverso, e nei prossimi giorni ne parleremo con tutti i Piombinesi.
La lista civica UN’ALTRA PIOMBINO
CORRIERE ETRUSCO 28/4/2014