Lucchini tra bluff e salvataggi. Il ministro scopre le carte arabe
Piombino, 4 marzo 2014 - L’OFFERTA ARABA è un bluff oppure un’opportunità da cogliere al volo? La lettera del commissario Lucchini Piero Nardi che boccia la proposta della Smc di Khaled al Habahbeh ha spiazzato tutti e ieri mattina c’è stato un lungo consiglio di fabbrica per decidere il da farsi. I sindacati e gli operai vogliono vederci chiaro; non sono disposti a lasciar perdere un progetto da tre miliardi di euro che, stando alle dichiarazioni del magnate giordano sarebbe in grado di assicurare il mantenimento della produzione e di tutti gli oltre duemila posti di lavoro, più gli occupati delle ditte appaltatrici. I segretari territoriali Fausto Fagioli (Fim), Luciano Gabrielli (Fiom) e Vincenzo Renda (Uilm) hanno chiesto e ottenuto un incontro al ministero dello sviluppo economico fissato per giovedì alle 14 dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Intanto ieri è stato proclamato uno sciopero di otto ore (esclusa l’area a caldo «perché l’altoforno non deve fermarsi, sarebbe un autogol») con assemblee per informare tutti gli operai sulla situazione. Ieri sera, infine, una delegazione di sindacati e lavoratori, con il sindaco Gianni Anselmi e il presidente della Provincia di Livorno è stata ricevuta in Regione dal presidente Rossi e dall’assessore Simoncini. «Bisogna valutare con attenzione - è stato l’esito del summit - tutte le proposte degli acquirenti, sia come attendibilità che come ricadute sociali. Dovranno rispettare anche il protocollo di riconversione ambientale, siglato con il Governo. Altra priorità, mantenere acceso l’altoforno, fino a quando non si individuerà il compratore finale». A oggi ci sono le condizioni per tenerlo acceso fino al 10 aprile.
LA CONVOCAZIONE al ministero potrebbe fare chiarezza soprattutto sul punto nodale: gli arabi della Smc che sono venuti a Piombino promettendo investimenti e soldi, hanno un progetto serio? Piero Nardi, nel suo documento, sostiene che la Smc ha chiesto al commissario di depositare sui propri conti crediti per 200 milioni, più accollarsi i 100 milioni dell’Aia (Autorizzazione integrata ambientale). Il sindaco Gianni Anselmi e i sindacati continuano a sostenere che si sia trattato di un equivoco legato anche a difficoltà di traduzione, e che comunque la Smc mai avrebbe inteso chiedere quelle cose. Non è arrivata nessuna smentita, anche se sembra che la delegazione stia lavorando per presentare un nuovo documento e soprattutto per portare a Piombino, prima del 10 marzo, un anticipo, almeno 40 milioni, per pagare la nave carica di minerale che alimenta l’altoforno e per sbloccare i pagamenti alle imprese. Intanto Fim, Fiom e Uilm per giovedì hanno chiesto l’interessamento del premier Matteo Renzi (che oggi è in visita in Tunisia, dove ha sede la Smc) oltre al sostegno delle forze politiche per tutelare la siderurgia italiana che vede Piombino e Taranto con migliaia di posti di lavoro a rischio.
PER ALCUNI, come gli operai delle ditte esterne, i problemi sono già iniziati. I dipendenti delle Tre Emme (manutenzione altoforno) hanno ricevuto metà stipendio perché Lucchini non paga o paga con molto ritardo. Ieri Mirko Lami, coordinatore Fiom Rsu Lucchini ha proposto a tutti i 2000 operai Lucchini di autotassarsi di 50 euro, per gli stipendi dei colleghi della TreEmme ed ha messo sul tavolo i primi cinquanta euro.
Maila Papi LA NAZIONE 4/2/2014
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