Lucchini, si aprono le buste. In corsa Smc e Klesh
Chiusa a mezzanotte la seconda fase del bando, oggi l’analisi formale delle offerte Domani il dossier sarà sul tavolo del viceministro Claudio De Vincenti
PIOMBINO. E’ scaduto a mezzanotte il termine per la presentazione delle offerte non vincolanti, seconda fase del bando di vendita della Lucchini. Stamani davanti a un notaio saranno aperte le buste con le offerte, solo due a questo punto, secondo indiscrezioni: quella degli arabi della Smc, che dunque nonostante la bocciatura del memorandum avrebbero confermato la volontà di acquisire lo stabilimento, e quella di Klesh, il fondo svizzero interessato esclusivamente ai laminatoi. Fuori sarebbero dunque Duferco, che aveva annunciato di ritirarsi dalla competizione per «le condizioni ambientali» create in città, dove istituzioni e sindacati ritengono la proposta araba l’unica in grado di evitare disastri sociali, e la cordata Ferriere Valsabbia-Ecoacciai, che ha una posizione simile a quella di Duferco, pur dicendosi pronta a intervenire se l’affare con Smc non andrà in porto. Entrambe autoescluse, insieme agli indiani di Jindal, che si erano sfilati già da tempo, a meno che l’appello alla partecipazione del viceministro Claudio De Vincenti a tutte le aziende teoricamente in corsa, non abbia sortito effetti in extremis. Ma è ovvio che tutta l’attenzione sia puntata sull’offerta Smc, quella che ha acceso le speranze della città, con la promessa del mantenimento dell’occupazione e di un miliardo e mezzo di investimenti per spostare e modernizzare la fabbrica. Offerta che però ritiene imprescindibile il mantenimento in attività dell’altoforno.
11 marzo 2014
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