martedì 18 marzo 2014

«Non si vive con 300 euro al mese: basta con gli acconti sullo stipendio»

-La Nazione   -mar 18 mar, 2014
— PIOMBINO —


«VOGLIAMO lo stipendio». Con questo slogan ieri mattina i lavoratori della Iosa e della Volpini, imprese d’appalto presenti in Lucchini nel settore delle pulizie industriali, hanno scioperato e manifestato davanti alla direzione dell’azienda. Una cinquantina di lavoratori che stanno aspettando lo stipendio dalla loro azienda che però non viene pagata dalla Lucchini.
«E’ arrivata un’email dalla tesoreria Lucchini che annunciava che pagherà il 18 marzo, facendo presente però che il bonifico sarà circa un 40 per cento del dovuto – ci spiega Mirello Berretti Filcams Cgil – questi lavoratori hanno ricevuto un acconto del mese di gennaio, circa 300 euro e adesso si ripresenta la storia dell’acconto su febbraio, quindi attendono sempre il saldo di gennaio e febbraio.
PUR con tutta la comprensione, ma gli slittamenti nei pagamenti diventano la regola. Ma per legge il commissario straordinario deve pagare le spese correnti, quindi non escludiamo altre iniziative tecnico legali se non viene rispettato il mandato.
IERI MATTINA ci è stato detto che il commissario Nardi entrando in azienda e venendo a conoscenza della situazione, ha riferito che si sarebbe interessato”. E intanto se questi lavoratori attendono risposte certe sui pagamenti, i dipendenti Lucchini continuano ad attendere con speranza la fine della settimana concessa da Nardi affinchè le otto società interessate all’acquisto presentino tutti i documenti mancanti.
IL TEMPO utile è fino a giovedì 20. Ma l’interesse resta focalizzato sulla Smc, la società araba dalla quale tutti si aspettavano – ormai da settimane – mosse decisive, cosa che è stata puntualmente disattesa. Si sperava nella consegna di soldi per l’acquisto della nave, della presentazione dei documenti — in maniera definitiva questo anche prima del 10 marzo — che attestavano le garanzie finanziarie.
ORA la Smc dovrà farlo entro la proroga concessa da Nardi. In realtà però – pur comprendendo la difficile e complessa situazione che si è venuta a creare – nell’immaginario di tutti, considerato poi come gli arabi sono arrivati a Piombino – quasi da liberatori – dicendo di mettere in campo 3 miliardi di euro (nemmeno nei sogni nessuno lo avrebbe immaginato), dopo il primo stop di Nardi che ha bocciato il memorandum della società di Khaled al Habahbeh, la speranza era di vedere una reazione tangibile: del tipo ok adesso metto i soldi e chiudiamo questa partita.
Così non è stato e solo le prossime ore ci diranno come andrà a finire tutta questa vicenda che coinvolge lavoratori diretti e tanti anche indiretti.
m. p.

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