Lucchini, la Smc chiede altro tempo
-Il Tirreno- PIOMBINO
E’ scaduto a mezzanotte il termine per la presentazione delle integrazioni richieste alle società (otto su nove non perfettamente in regola) ancora in lizza nel bando per la vendita della Lucchini. Termine però suscettibile di una proroga, se verrà accettata la richiesta della Smc, che confermando quanto pubblicato ieri dal Tirreno, avrebbe chiesto altro tempo per fornire le garanzie finanziarie richieste dal commissario Piero Nardi.
Secondo indiscrezioni gli arabi anche ieri avrebbero continuato a lavorare per avvalorare in qualche modo la propria richiesta. Ma Nardi e il viceministro Claudio De Vincenti saranno disposti a dilatare ancora i termini della gara? In questo senso per il sindaco Gianni Anselmi «la procedura consente al commissario, previa autorizzazione del ministero dello Sviluppo economico, sentito il Comitato di sorveglianza, ampi poteri.
Confidiamo che si facciano fino in fondo tutte le necessarie verifiche e che si possano dunque conciliare il rispetto della procedura, la tutela della massa dei creditori, la prospettiva industriale e la tenuta sociale del territorio. Per valutare i piani B – conclude il sindaco – ci sarà comunque tutto il tempo che serve». Insomma, visto che l’offerta degli arabi è l’unica che propone il mantenimento dello stabilimento nella sua interezza garantendo gli attuali livelli occupazionali, la concessione di altro tempo – 15-20 giorni – secondo questa interpretazione troverebbe ampie giustificazioni, non andando a intaccare i diritti degli altri concorrenti.
Tra l’altro è ovvio che resta ancora molto tempo davanti prima della chiusura della vicenda, considerando la necessità della due diligence per le società ammesse alla fase successiva. E allora, è il ragionamento che fanno istituzioni locali e sindacato (che oggi riunisce il consiglio di fabbrica), perché non esplorare fino in fondo l’offerta Smc? Quest’opzione avrebbe dalla sua tra l’altro un’altra considerazione, non secondaria considerando il clima che si respira in città: quella cioè di arrivare al 4 aprile, data fissata per la ricapitalizzazione, così da non concedere più alibi al gruppo guidato da Khaled al Habahbeh.
Occorre dunque – sempre seguendo questa tesi – una valutazione politica della situazione da parte del governo e poi del commissario, prima di passare ad altre ipotesi (laminatoi, eventuali forni elettrici e Corex) che in ogni caso costringerebbero rapidamente al ricorso agli ammortizzatori sociali. Probabile che una decisione in un senso o nell’altro non arrivi nella giornata di oggi.
Del resto già la scorsa settimana, quando venne concessa la proroga di sette giorni scaduta a mezzanotte, l’appuntamento con istituzioni e sindacato era stato fissato per martedì 25 marzo. Un tempo congruo, quindi, per fare le scelte più opportune.
Cristiano Lozito gio 20 mar, 2014
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