Lucchini, è ancora mistero sull'offerta araba
Le buste per l'acquisizione sono state depositate. Ma regna l'incertezza
Piombino, 12 marzo 2014 - DEPOSITATE nello studio del notaio David Morelli, da ieri mattina le offerte non vincolanti per l’acquisizione della Lucchini sono nelle mani del commissario straordinario Piero Nardi e oggi saranno sul tavolo del ministero dello Sviluppo economico. Una giornata piena di colpi di scena e voci contraddittorie: le prime indiscrezioni dicevano che solo la Smc (la società che fa capo all’imprenditore giordano Khaled al Habahbeh) tra le 8-9 offerte arrivate avrebbe presentato un progetto per rilevare gli impianti tenendo acceso l’altoforno e mantenendo tutta l’occupazione. Nel pomeriggio di ieri il sito Siderweb invece ha messo in dubbio proprio il fatto che la Smc abbia presentato un’offerta: «Klesch. Jspl. Jsw. Sono questi i nomi contenuti nelle tre buste consegnate al commissario Piero Nardi per la valutazione delle offerte non vincolanti. Secondo quanto appreso da Siderweb non vi sarebbe traccia dell’offerta della tunisina Smc».
In base alle verifiche che abbiamo potuto fare con le nostre fonti gli emissari Smc invece sarebbero arrivati in città presentando l’offerta in busta chiusa. E’ chiaro che poi si tratta di verificare l’effettiva portata della proposta e se rispetta quanto richiesto dal bando. Ma questo è un passaggio successivo. Intanto ieri si è parlato di Lucchini anche in consiglio regionale a Firenze. «Ritengo importante che siano sperimentate tutte le possibili soluzioni per tenere in marcia l’altoforno» ha detto l’assessore regionale Gianfranco Simoncini che ha fatto il punto della situazione della vicenda. «Sono ore e giorni decisivi per la procedura di vendita della Lucchini — ha detto —. Siamo pronti a sostenere progetti che tengano conto dell’innovazione, auspichiamo che le proposte che sono state presentate in queste ore vengano verificate a partire dai piani industriali e garanzie finanziarie. La cosa importante è che venga garantita la migliore soluzione, e che vengano prese decisioni che permettano la marcia dell’altoforno, per evitare la cassaintegrazione. Non c’è nessuna simpatia istituzionale per l’una o l’altra proposta». Il coordinatore Rsu Fiom Lucchini Mirko Lami chiede chiarezza: «Ma come è possibile che una comunità come Piombino dove ci sono in ballo 5mila stipendi, non sia stata ancora messa al corrente del proprio futuro, ma debba aspettare il 13 marzo?»
da LA NAZIONE 12/3/2014
da LA NAZIONE 12/3/2014
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