lunedì 31 marzo 2014

- LUCCHINI - Khaled riporta fiducia 

   ma l'altoforno è un rebus

-Il Tirreno-
di Cristiano Lozito  dom 30 mar, 2014



VENTURINA Khaled al Habahbeh ha concluso la sua conferenza stampa al Calidario, in cui ha ribadito la volontà di presentare un’offerta vincolante per la Lucchini, ringraziando i sindacati. Ringraziamento comprensibile e dovuto considerando che Fim, Fiom e Uilm (di sponda al sindaco Gianni Anselmi, ieri assente al Calidario) hanno sempre testardamente sostenuto il progetto arabo, considerato l’unico in grado di salvare lo stabilimento, anche dopo l’estromissione di Smc dall’ultima parte della gara.
Sindacati che hanno fortemente voluto la conferenza stampa di ieri, nonostante la Smc fosse ancora impegnata nella ricerca delle risorse per dar corpo alla proposta di acquisto, o meglio – interpretando il significato delle parole di al Habahbeh – nelle questioni burocratiche legate all’apertura di un conto internazionale in una banca di Roma. Un bel colpo per Fim, Fiom e Uilm che andranno con un altro spirito all’incontro del 3 aprile al ministero del Lavoro nella riunione convocata per affrontare il tema dei contratti di solidarietà, in scadenza il 12.
Sulla questione dei tempi stretti per evitare lo spegnimento dell’altoforno peraltro i sindacati non hanno avuto da al Habahbeh la risposta netta che forse si attendevano. Che non c’è più tempo glielo hanno ricordato i segretari di Fiom, Fiom e Uilm (rispettivamente Fausto Fagioli, Luciano Gabrielli e Vincenzo Renda), spiegando come sia necessario per salvare l’impianto che s’intervenga nell’acquisto del minerale in tempi rapidissimi. Il presidente della Smc ha ribadito la sua convinzione, e cioè che nella fase attuale è ancora compito del governo provvedere in questo senso, confermando l’impegno a muoversi in fretta ma sostenendo – per la prima volta – che l’affare si può portare alla firma anche senza l’altoforno, in previsione di un Corex, gelando ovviamente sindacalisti e operai, perché questo significherebbe comunque chiudere l’area fusoria, con un deficit occupazionale dai tempi lunghi.
Qualcuno ha dato colpa all’improvvisato traduttore delle parole di al Habahbeh, l’avvocato fiorentino Valter Cassola, altri hanno voluto dare un’interpretazione positiva alle parole dell’imprenditore giordano: cioè in fondo avrebbe semplicemente sostenuto che lui questo affare non lo vuole mollare. «Ma quel che conta – ha detto Renda – è che il presidente di Smc ha affermato di avere certezza al cento per cento delle garanzie finanziarie per la copertura dell’operazione. Quando avremo la certezza della presentazione dell’offerta vincolante ci aspettiamo che il commissario straordinario Piero Nardi convochi immediatamente Smc per entrare in trattativa privata e si cominci da subito ad affrontare la questione delle materie prime.
Perché non sarebbe tollerabile che davanti a un progetto così importante non si desse continuità all’area a caldo dell’acciaieria». Attualmente sono rimaste in gara le offerte non vincolanti, solo per i laminatoi, di una piccola società ucraina di trading, la Steelmont, della Jspl di Naveen Jindal, e della Jsw del fratello Sajjan. Quest’ultima società sarebbe interessata anche a un forno elettrico e a un moderno Corex per sostituire l'altoforno, col sostegno economico di fondi comunitari e della Regione per 60 milioni.

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