domenica 9 marzo 2014

Lucchini, le ultime ore prima del verdetto finale

Alla mezzanotte di lunedì scade il bando per le offerte non vincolanti Si continua a sperare nella Smc, l’unica che eviterebbe scenari drammatici

    di Alessandro De Gregorio
    PIOMBINO. Sono le ultime ore di passione per la sorte non solo della Lucchini ma di tutto il territorio e del comparto siderurgico nazionale. Lunedì a mezzanotte scade il termine, già prorogato dal commissario Piero Nardi, per presentare offerte non vincolanti. Poi finalmente sapremo chi si sarà fatto avanti e come. Sapremo se fra questi ci sarà ancora il gruppo Smc del giordano Khaled al Habahbeh, l’unico concorrente che aveva detto (solo detto, al momento) di poter risolvere tutti i problemi con un investimento da tre miliardi, il mantenimento dell’area a caldo, lo spostamento degli impianti inquinanti, la bonifica delle aree dismesse, l’installazione di corex e forni elettrici, il rilancio della centrale Enel, lo sviluppo del porto eccetera eccetera.
    Un bel sogno che si era trasformato in incubo quando Nardi aveva bocciato il protocollo d’intesa della Smc in quanto non corredato dalle garanzie finanziarie.
    Stavolta quelle garanzie dovranno esserci per forza. Ma ci saranno ancora gli arabi? I sindacati continuano a crederci: «Ci crediamo e ci speriamo fortemente - dice Fausto Fagioli (Fim) - anche perché tutte le altre ipotesi aprirebbero scenari drammatici». Ovvero quelle di Klesh, il fondo svizzero interessato solo ai laminatoi al pari della cordata italiana Duferco-Feralpi-Acciaierie venete. E a proposito di Duferco, dopo l’uscita del patron Antonio Gozzi (che si era chiamato fuori dalla partita perché a suo dire a Piombino non ci sarebbero state le «condizioni ambientali»), pare che il sottosegretario Claudio De Vincenti sia riuscito a “recuperare” il presidente dei siderurgici italiani.
    De Vincenti insomma avrebbe ripreso in mano la gestione “politica” dell’operazione, per lunghi tratti lasciata alla discrezione del commissario Nardi. E’ quello che avevano sempre chiesto i sindacati e il sindaco Gianni Anselmi.
    Al rientro dall’ultimo incontro al ministero, i sindacati ne hanno riferito ai lavoratori. Ci sono state assemblee sia ieri notte che ieri mattina. Lavoratori che sono in apnea, molti disorientati, tutti preoccupati.
    E poi c’è la faccenda di questa benedetta nave di minerale, necessaria per tenere in vita l’altoforno almeno finché non si sarà chiarito tutto. Necessaria e dovuta, visto che c’erano stati precisi impegni in tal senso sottoscritti alla presenza dei rappresentanti di tre ministeri.
    Il 14 è l’ultimo giorno utile per fare l’ordine di quella nave. E’ venerdì prossimo. Il giorno prima, giovedì 13, i sindacati torneranno a Roma e verranno ricevuti ancora da De Vincenti. In quel caso si parlerà delle offerte, di chi c’è e chi non c’è. Di offerte, garanzie, prospettive.
    E poi c’è l’incontro del 20, in quel caso esteso al commissario Nardi e alle istituzioni. Tra queste ultime, il sindaco Anselmi, che pure ieri sulla propria bacheca facebook scriveva: «Il mio compito sulla vicenda Lucchini si è esaurito». Interpellato, Anselmi ha detto che ovviamente il 20 a Roma ci sarà.
    Infine, sul sito del ministero dello sviluppo economico si legge in una nota che «la conclusione della vendita di Lucchini è comunque per il Governo solo una parte del piano di rilancio e di diversificazione dell'area piombinese. I lavori per l’ampliamento e la riqualificazione del porto sono avviati e rappresentano un importante punto di riferimento per l'attrazione di nuovi investimenti per i quali l’Accordo di programma, in fase di ultimazione, rappresenta uno strumento indispensabile».
    08 marzo 2014  
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