Lucchini, ora i sindacati si appellano al governo
Fim, Fiom e Uilm chiedono la verifica fino in fondo di tutte le offerte presentate E tra le proposte rimaste in campo la più solida sembra quella targata Jindal
PIOMBINO. E’ stato un venerdì nero per la città, tra il propagarsi al mattino delle notizie sul passato di Khaled al Habahbeh, segnato negli Usa da guai giudiziari e condanne, e quelle sullo stop imposto alla Smc nella corsa alla fase finale della gara per la Lucchini, annunciato nel pomeriggio dal ministero dello Sviluppo economico.
Rispetto alle vicende giudiziarie dell’imprenditore giordano che guida la Smc, e che secondo alcune fonti mostrerebbe nonostante tutto ancora fiducia nella ricapitalizzazione della società e quindi nella possibilità di fare un’offerta vincolante all’ultimo tuffo, le prime reazioni in città dopo un articolo sul Sole 24 Ore sono improntate all’incredulità. Poi le notizie pubblicate sul sito online del Tirreno, basate sui documenti raccolti negli Usa su al Habahbeh, spazzano il campo dalle incertezze, infine quelle arrivate dal Mise affossano anche le speranze.
Perché il progetto arabo è l’unico tra quelli arrivati al commissario Piero Nardi, a proporre gli attuali livelli occupazionali e un futuro di sviluppo per l’industria. E dietro c’è solo un lumicino, quello dell’offerta di uno dei fratelli Jindal, che propone l’acquisto dei laminatoi, oltre all’eventualità di realizzare un forno elettrico e un Corex, legato a possibili sinergie col porto, una volta completati gli imponenti lavori di ampliamento.
Un progetto che potrebbe essere sostenuto anche dall’impegno della Regione, disposta a investire 50 milioni di fondi comunitari in un impianto Corex, e dagli incentivi attesi nell’Accordo di programma.
Luciano Gabrielli, segretario provinciale della Fiom, è critico rispetto «a chi pubblica notizie come quella su al Habahbeh proprio in una giornata dove si attendono decisioni importanti. Non credo sia un caso, comunque aspettiamo l’incontro col governo. È necessario che vengano verificate fino in fondo tutte le condizioni delle offerte per la Lucchini, ma se qualcuno pensa di favorire chi non aiuta l’occupazione e vuole licenziare – conclude – se ne assumerà tutte le responsabilità».
Anche Vincenzo Renda, segretario della Uilm, riferendosi a Khaled al Habahbeh, si dice «meravigliato che proprio oggi escano notizie del genere. Spero ancora che arrivi una smentita dal diretto interessato, io comunque non sono affezionato alla Smc ma al progetto, l’unico che raccoglie le esigenze del territorio e i sacrifici fatti con le lotte del sindacato e dei lavoratori per mantenere l’industria a Piombino».
«Per noi quel che conta – spiega Fausto Fagioli, segretario della Fim – è la continuità produttiva e la tenuta dei livelli occupazionali. La proposta della Smc ci è sempre sembrata la migliore sul piatto, ma è ovvio che le notizie sull’imprenditore giordano e quelle arrivate dal ministero dello Sviluppo economico, impongono di pensare anche ad altre soluzioni. Bisogna discutere col governo di piani industriali, ma ora più che mai serve la firma dell’Accordo di programma, atteso ormai da mesi».
22 marzo 2014
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