venerdì 21 marzo 2014

 Smc rischia di restar fuori dalla fase finale della gara

-Il Tirreno-  ven 21 mar, 2014
di Cristiano Lozito
PIOMBINO


Prosegue l’attesa per il finale della penultima puntata della vicenda legata al bando di vendita Lucchini, quella legata alla valutazione delle offerte non vincolanti: da ieri le integrazioni richieste a otto delle nove società in gara sono nelle mani del commissario Piero Nardi, che dopo averle esaminate le sottoporrà al Comitato di sorveglianza e al ministero dello Sviluppo economico, dove il viceministro Claudio De Vincenti segue la questione in prima persona.
Su questa fase della procedura, che dovrà portare a quella delle offerte non vincolanti, ieri ha resistito la consegna alla massima riservatezza. Fonti qualificate però confermano quanto anticipato ieri dal Tirreno, ossia che una lettera inviata dalla Smc Group al commissario contiene un’implicita richiesta di proroga, difficilmente ipotizzabile e che di fatto potrebbe costare la mancata ammissione alla fase successiva.
O meglio, la società che fa capo a Khaled al Habahbeh, avrebbe confermato la propria intenzione di procedere all’acquisto della Lucchini nella sua interezza facendo ancora una volta riferimento a una ricapitalizzazione da due miliardi di dollari da ratificare nel consiglio d’amministrazione della Smc convocato per il 4 aprile.
Chiedendo così di fatto il tempo che separa da quella data per procedere poi all’offerta vincolante accompagnata dalle opportune garanzie. Dunque niente comfort letter, nessuna concreta garanzia finanziaria come invece era stato richiesto dal commissario al momento della proroga poi scaduta a mezzanotte di mercoledì.
Questo fatto taglierà fuori Smc dalla corsa per la Lucchini? Ossia, il gruppo arabo resterà fuori dalla parte finale della gara, in cui verranno esaminate le offerte vincolanti? La decisione ora spetta al commissario e al governo: la logica porta a dire che difficilmente l’ennesimo rifiuto degli arabi li porterà alla fase successiva, ma questo in teoria non li taglierebbe fuori definitivamente, visto che in questo tipo di procedura chiunque può presentare un’offerta anche all’ultimo minuto.
Per capirsi meglio, se Smc non fosse ammessa alla fase delle offerte vincolanti, e però ricapitalizzasse come promesso il 4 aprile, dopo quella data potrebbe fare comunque la sua offerta al commissario, finalmente corredata dalle garanzie finanziarie. Cioè dai soldi, che il gruppo arabo peraltro promette da metà febbraio, dai giorni del braccio di ferro per l’acquisto del minerale per l’altoforno, che poi dopo avvenne su decisione del governo con i residui del fondo cassa Lucchini.
Anche seguendo questa ipotesi, ad aprile sarà ancora funzionante l’altoforno, considerato elemento irrinunciabile dagli arabi, visto che il nuovo acquisto della nave di minerale non è ancora avvenuto? Su questo aspetto c’è un impegno del commissario, ma l’evoluzione della vicenda non esclude una decisione di segno opposto.
Certo le incertezze legate alle promesse seguite dai continui rinvii della Smc, e i dubbi sulla reale consistenza di una società neonata e con due milioni e mezzo di dollari di capitale che propone di aumentarlo di quasi mille volte, lasciano la città in un clima surreale, sospesa tra lo scetticismo e la speranza per un colpo a sorpresa che possa salvare lo stabilimento e il lavoro di migliaia di persone.
I sindacati dal canto loro ieri hanno riunito il consiglio di fabbrica, esprimendo al termine la convinzione «che Smc ha intenzioni “irrevocabili” di acquisire la Lucchini di Piombino, mantenendo e sviluppando l’intero ciclo produttivo e garantendo l’occupazione così come previsto dal bando. Tutto ciò – dicono Fim, Fiom, Uilm e Rsu Lucchini – è dato dal fatto che Smc sta ricapitalizzando proprio per questo motivo, con due miliardi di dollari.
Quindi crediamo importante che siano fatte tutte le verifiche fino in fondo, cosa tra l’altro prevista dai poteri del commissario. E’ doveroso esplorare tutte le opportunità, e certo come organizzazioni sindacali, oltre a seguire costantemente la vertenza, chiederemo il rispetto degli impegni presi: il mantenimento in marcia dell’altoforno, l’acquisto delle materie prime e l’Accordo di programma».

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