Lucchini, uno spiraglio per l’altoforno
Verifiche sui margini di cassa per acquistare il minerale. Smc resta in campo, un’offerta indiana per forno elettrico e Corex
PIOMBINO. Si è conclusa in un clima finalmente più sereno un’altra giornata che sul fronte Lucchini era iniziata in modo nervoso, con la città spaesata di fronte alla ridda di notizie su potenziali acquirenti, col timore generale – in particolare dei sindacati, convocati oggi a Roma – che la proposta degli arabi di Smc fosse sul punto di essere bocciata definitivamente.
Il vertice romano a cui hanno partecipato il governatore Enrico Rossi, il presidente della provincia Giorgio Kutufà e il sindaco Gianni Anselmi col suo vice Lido Francini, ha invece riservato notizie tutto sommato positive: pur senza che il viceministro Claudio De Vincenti abbia rivelato i nomi delle aziende che hanno avanzato offerte non vincolanti, sono state comunque illustrate le caratteristiche delle varie proposte, e soprattutto è stato ufficializzato che le società interessate avranno altri sette giorni di tempo per perfezionare la loro offerta. Otto su nove (due riguardano solo Lecco, con Duferco e Feralpi in campo) infatti sono state giudicate incomplete, qualcuna per carenze di tipo finanziario, altre per i limiti emersi dal punto di vista del piano industriale. Ma tutte, Smc compresa, avranno la possibilità di intervenire per rendere accettabile la propria offerta dal punto di vista formale e sostanziale.
Inoltre sulla questione dell’approvvigionamento dell’altoforno, a fine riunione il sindaco Gianni Anselmi ha spiegato che «il viceministro De Vincenti ci ha informati del fatto che il commissario sta verificando se ci sono i margini di cassa per ordinare ulteriore minerale per mantenere in vita l'altoforno sino a fine aprile-primi di maggio, così da arrivare alle offerte vincolanti con l’altoforno ancora in marcia».
«Era l’approccio che auspicavamo – prosegue Anselmi – e di questo va dato atto al viceministro De Vincenti. Sì, esco dall’incontro rinfrancato, perché tutte le offerte restano in lizza, compresa quella di Smc. Ma anche perché dietro non c’è il deserto, ma un ventaglio di proposte, alcune delle quali fondate sugli elementi che sono alla base dell’accordo di programma».
In particolare, quindi, oltre all’offerta di Smc per lo stabilimento completo, e a due per la cokeria, sono in lizza quattro proposte per laminatoi e logistica, ma due di esse in particolare, quelle dei fratelli indiani Naveen e Sajjan Jindal, a capo di due distinte società, spiccano perché accanto ai laminatoi prevedono in un caso l’eventuale realizzazione di un forno elettrico, e nell’altro la possibilità di affiancare un Corex a un forno elettrico.
L’ipotesi preferita soprattutto dal punto di vista occupazionale resta ovviamente quella di Smc, che entro una settimana dovrà però finalmente fornire le garanzie finanziarie, per ora ricondotte all’annuncio di una ricapitalizzazione fissata per le prossime settimane, che sarebbe risultata inutile se si fosse completata ad altoforno spento.
Soddisfatto dell’incontro al ministero dello Sviluppo economico è anche il presidente della Provincia, Giorgio Kutufà: «Resta in campo la soluzione araba – spiega – ma in alternativa si delineano anche altre soluzioni che andranno potenziate e meglio definite nell’Accordo di programma».
«La proroga di una settimana per integrare la documentazione - sostiene a sua volta Valerio Fabiani, segretario della federazione Pd Piombino Val di Cornia – - va nella direzione auspicata dal territorio, che ha sempre chiesto di non avere fretta di chiudere la partita, perché è determinante verificare la solidità finanziaria e industriale del soggetto che subentrerà nella proprietà dell’impianto. In questo senso è altrettanto determinante che nel periodo di transizione si garantisca la continuità produttiva dell’altoforno, che non deve essere spento per non pregiudicare il progetto di rilancio del complesso siderurgico della Lucchini».
13 marzo 2014
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