sabato 15 febbraio 2014

Valsusa, imprese sul binario morto

(Alinews.it) – Torino, 14 feb
 – Se in Piemonte la crisi è profonda in Valsusa sembra essere ancora più dura. Quattro aziende chiuse (la Cabind, la Dormer, la Roatta e la Saturno) con 389 lavoratori, altre nove a rischio (Bertone ricerca e sviluppo, Bertone Stile, Tekfor, Vertek, Beltrame, Selmat, Flenco, Alcar, Flc) con altri 1014 dipendenti in bilico. Altri 589 lavoratori erano stati lasciati a casa prima della grande crisi. E’ il bilancio di questi cinque anni di una valle tormentata non solo per la vicenda Tav, ma per una crisi industriale che sta azzerando le fabbriche della zona. Delle 53 aziende censite dalla Fiom gli addetti sono calati di 1217 unità, da 5343 a 4126. “In Val di Susa – osserva il segretario provinciale Fiom Federico Bellono – si tocca con mano che di fronte ad una crisi che continua, un vero e proprio bollettino di guerra, occorre cambiare le priorità nell’uso delle risorse: la prima necessità è rafforzare gli ammortizzatori sociali per difendere il reddito dei lavoratori, evitare i licenziamenti e riprendere una politica industriale in assenza della quale le fabbriche continueranno a chiudere. La Tav si conferma davvero un’opera tanto inutile quanto costosa che sarebbe saggio avere il coraggio di mettere in discussione. Tanto più che le tanto sbandierate compensazioni ad oggi sono null’altro che un’araba fenice”. Oggi pomeriggio, nel salone della biblioteca di Condove si è svolta un’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori delle imprese metalmeccaniche in crisi della Valle di Susa. Hanno partecipato oltre 200 lavoratori e erano anche presenti esponenti delle istituzioni come l’assessore al Lavoro della Provincia di Torino Carlo Chiama, il presidente della Comunità montana Sandro Plano, e il consigliere regionale del Movimento 5 Stelle Davide Bono, oltre a numerosi sindaci della zona. Sono state poi presentate cinque proposte per fronteggiare la crisi: un tavolo permanente in Regione Piemonte per seguire con un’unica regia le diverse crisi aziendali; la cancellazione della riforma degli ammortizzatori sociali; rifinanziare e rendere più appetibile per le imprese il ricorso ai contratti di solidarietà; aumentare il rifinanziamento della cassa in deroga; sostegni concreti alle imprese virtuose che continuano a voler investire e produrre in valle. In conclusione, è stato deciso di organizzare in primavera una grande mobilitazione di tutte le aziende in crisi della Valle di Susa. “È stata un’assemblea molto partecipata – commenta Edi Lazzi, responsabile della lega di Collegno della Fiom-Cgil – e i lavoratori hanno particolarmente apprezzato l’intento di tenere insieme e affrontare in modo organico le diverse crisi”

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