Lucchini: si riduce il numero dei pretendenti all’acquisto
Escluse dalla gara alcune società che non hanno inviato l’impegno sottoscritto Cresce l’attesa per il memorandum che gli arabi presenteranno a Nardi
- Khaled al Habahbeh: "Vogliamo chiudere l'affare in modo rapido"
PIOMBINO. Potrebbe essere una settimana decisiva per la Lucchini se gli arabi, come promesso, presenteranno al commissario Nardi il memorandum understandig, offrendo nel contempo le garanzie finanziarie necessarie all’acquisto dello stabilimento.
Da qui alla presentazione di una manifestazione d’interesse vincolante il passo potrebbe essere breve, aprendo le porte a una trattativa privata.
Passaggi, a cominciare dall’esame del memoriale della Smc, che oltre al commissario coinvolgeranno anche il consiglio di sorveglianza e il ministero dello Sviluppo economico.
Intanto si assottiglia il numero delle imprese ammesse a proseguire le procedure del bando di gara.
Escluse quelle che non hanno rinviato sottoscritto l’impegno alla riservatezza e il disciplinare di gara. Tra questa la cordata (si presume locale) che insieme a un possibile partner straniero (si è parlato della Siemens) aveva presentato una manifestazione d’interesse per il solo stabilimento di Piombino.
Restano in lizza, naturalmente, gli arabi della Smc e l’azienda italiana (quasi sicuramente la Ferriera Valsabbia, collegata alla Ecoacciai di Pontedera interessata anche al cantiere per la demolizione della Costa Concordia) che propone la realizzazione di un’acciaieria elettrica.
Ancora quattro le offerte per i laminatoi, due delle quali accompagnate dall’ipotesi di realizzare un forno elettrico. Tra queste non è difficile individuare la cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie-Venete e il fondo svizzero Klesch.
Sempre tre i pretendenti alla cokeria (due aziende straniere e una italiana) che il commissario ipotizza di far rimanere in vita nonostante la fermata definitiva dell’altoforno.
Nove, sulle undici iniziali, le aziende abilitate a proseguire la gara relativamente al 69% dell’impianto Gsi (che produce a Piombino sfere per la molitura di minerali) e quattro su cinque quelle che invece restano in corsa per la Wertek (trafilerie).
Tra queste due sono interessate sia all’impianto di Piombino sia a quello di Condove, le altre due all’acquisizione separata dei rispettivi stabilimenti.
Scontato che gli arabi di Khaled al Habahbeh sono in questo momento interlocutori privilegiati, rispondendo alla prima opzione del programma del commissario Nardi, che già pone al primo posto la vendita dello stabilimento nella sua integralità.
Tutte le altre sono ipotesi subordinate all’impossibilità di trovare un pretendente disposto a mantenere l’area a caldo.
Un confronto ineludibile che potrà entrare nel merito con la presentazione del memorandum understandig (un protocollo d’intesa).
In tempi assai rapidi la Smc dovrà dunque affinare la sua proposta e dimostrare di disporre delle risorse necessarie a proseguire la trattativa per l’acquisto dei complessi industriali che costituiscono l’attuale gruppo Lucchini.
Come noto il progetto Smc va ben oltre, prevedendo una totale ristrutturazione della fabbrica con la costruzione di due forni elettrici e di un Corex prima di fermare l’altoforno. Gli arabi tuttavia mirano prima all’acquisizione della fabbrica e poi, in tempi più lunghi, a programmare il suo sviluppo.
25 febbraio 2014
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