giovedì 13 febbraio 2014

Piombino, il governo blinda l'altoforno

Mantenere la continuità produttiva, acquistando il minerale necessario all'altoforno, e dare modo alla procedura di consolidare le proposte di interesse, in vista della definizione, entro il prossimo 10 marzo, delle offerte non vincolanti. È l'obiettivo per la Lucchini di Piombino, definito ieri in un vertice al Mise tra il sottosegretario Claudio De Vincenti, il sindaco di Piombino Gianni Anselmi e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Il Governo, a quanto risulta, intende mantenere la linea adottata negli ultimi mesi: l'altoforno non si ferma fino a quando le prospettive future non saranno chiare. 
Dopo l'apertura delle buste relative alle manifestazioni di interesse, lunedì notte, la matassa appare però ancora intricata. Le principali proposte giunte sul tavolo del commissario Piero Nardi sono tre. A differenza di quanto ipotizzato dalle prime due (riconducibili rispettivamente al fondo svizzero Klesch e alla cordata italiana formata da Duferco, Feralpi e Acciaerie Venete), la terza proposta, quella del fondo tunisino Smc, prevede il mantenimento dell'intero ciclo integrale con tutti e duemila i lavoratori (con un investimento di 1,5 miliardi, come dichiarato in un incontro pubblico a Piombino). Nardi, però, non può garantire a lungo la vita dell'altoforno, a causa della mancanza di materia prima (l'ultima nave, ordinata lo scorso gennaio, può alimentare l'impianto fino al 10 marzo). Da un certo punto di vista, in questa delicata fase della procedura, il minerale è fondamentale per permettere a Smc di rimanere in gara e perfezionare eventualmente il suo interesse (allettante per le promesse di continuità produttiva e mantenimento dei livelli occupazionali), dal momento che, secondo il parere di numerosi addetti ai lavori, non c'è alcuna possibilità di revampare l'altoforno (una volta spento, non potrà più essere riavviato). «Vogliamo che l'altoforno resti attivo per potere avere respiro su tutte le manifestazioni di interesse – chiarisce a questo proposito il sindaco di Piombino Gianni Anselmi –. L'idea della continuità produttiva non è un'ostinazione ingenua o un vano tentativo di conservare l'esistente: i cambiamenti si governano, tenendo insieme sia gli aspetti tecnici che occupazionali. È ciò che spetta alla politica. Non è solo una questione di ragioneria o di redditività».
L'obiettivo immediato è procurarsi il minerale, ma per l'acquisto, entro lunedì, delle due navi Panamax con 120mila tonnellate di minerale sono necessari 20 milioni, di cui la procedura non dispone. Nardi, che avrebbe ricevuto nelle ultime ore espresso mandato da De Vincenti al proseguimento dell'attività, sta battendo ogni strada per reperire le risorse. Ma la ricerca di un finanziamento bancario è tutta in salita, e appaiono difficoltosi anche i tentativi di proporre triangolazioni con alcuni soggetti industriali (compresi quelli coinvolti nel bando), inquadrando il pagamento delle navi come una sorta di anticipo sui semilavorati prodotti successivamente. Solo Smc avrebbe manifestato la volontà di provvedere al finanziamento dei 20 milioni, a fronte però di un memorandum of understanding (una sorta di esclusiva). È in atto in queste ore un pressing sui tunisini affinché rendano concreto il loro interesse per il mantenimento del ciclo integrale, attraverso un'offerta vincolante garantita da una fidejussione, che accelererebbe la tempistica per la vendita. Il quadro relativo alla reale disponibilità di capitale da parte del fondo, però, non sarebbe ancora chiaro al commissario e al ministero. 
Tamponata l'emergenza, le manifestazioni di interesse saranno esaminate già a partire dalla settimana prossima. Secondo le regole della procedura, le proposte al momento non prevedono la definizione di alcun piano industriale, ma solo una generica indicazione relativa al tipo di “lotto” preferito all'interno del bando. Nei prossimi giorni il commissario dovrebbe aprire la due diligence con gli interessati, per giungere, nelle prossime settimane, alla definizione di vere e proprie offerte non vincolanti. Oltre alle tre manifestazioni note, in queste ultime ore si è affacciata l'ipotesi di un ulteriore interessamento, riconducibile agli indiani di Jindal. In caso di conferme, non si tratterebbe di una novità: una delegazione del gruppo, che a Trieste in questi anni ha affittato da Duferco la Sertubi (metà della forza lavoro è però oggi in Cigs) aveva già visitato gli impianti di Piombino tra la primavera e l'estate del 2012.

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