«L’altoforno è a rischio, ora intervenga il governo»
Minerale da ordinare entro giovedì. Oggi chiude la gara, dalle Rsu la richiesta di tempi brevi per l’esame delle proposte: con un occhio particolare a quella araba
PIOMBINO. Una nuova “mozione” di sfiducia al commissario Piero Nardi, e un doppio appello al governo sulla questione del bando di gara (che scade oggi) e sull’approvvigionamento del minerale per l’altoforno: giovedì è l’ultima occasione per ordinare una nave in tempo utile.
E’ questa la sintesi di un documento del coordinamento Rsu Lucchini, all’indomani di una presa di posizione dell’azienda, che di fatto annuncia tempi lunghi per la conclusione della gara.
Ma sono giorni decisivi, e il sindacato annuncia possibili mobilitazioni se non succederà qualcosa in tempi brevi, facendo intendere che comunque farà di tutto per tenere in marcia gli impianti.
«Che l’azienda respinga l’ultimatum dei sindacati – dicono le Rsu – non è cosa nuova e certo ci sono aspetti che dovranno seguire passo passo ciò che recita la legge. Però ci sono invece altri elementi che l’azienda e il governo non debbono far finta di dimenticare. Ci riferiamo al fatto che l’impegno preso al Mise fu quello di mantenere l’altoforno in produzione fino all’arrivo del nuovo acquirente».
Impegno preso direttamente dal sottosegretario Claudio De Vincenti. Se questo è l’impegno preso, «ciò significa che ogni mese lo stabilimento ha necessità di esser rifornito di minerale – dicono i sindacati di fabbrica – di pellets e di fossile e invece a oggi siamo a contare i giorni per l’ordine delle navi. E l’ultimo giorno utile per questo ordine sarà giovedì 13 febbraio, poi scatterà anche una discreta penale per il mancato noleggio della nave».
Quattro giorni a disposizione, dunque, mentre «già si sono molti problemi con l’attuale giacenza di minerale perché il ritardo con cui sono state ordinate le navi in arrivo in questi giorni, procurerà fermate dell’altoforno che non fanno certo bene a quell’impianto».
Se questa è l’emergenza, c’è poi da affrontare la questione delle manifestazioni d’interesse: la proposta dell’imprenditore giordano Khaled al Habahbeh, che punta ad acquisire tutto lo stabilimento compresa l’area a caldo, è ovviamente la preferita dal sindacato, che guarda con sospetto alla prudenza dell’azienda, sapendo come il commissario si sia più volte espresso per una soluzione che prevede forni elettrici e l’eliminazione dell’altoforno. Quel che propone in pratica la Duferco, una delle società in gara.
Così per le Rsu «non vanno confusi i ruoli, a partire da quello del governo che deve seguire questa vertenza con la presenza di una manifestazione di interesse di chi ha presentato un piano industriale per rilevare tutto lo stabilimento mantenendo il ciclo integrale ed andando su nuovi impianti ambientalmente compatibili, da chi deve fare il commissario, che non prevede di occuparsi di politica industriale, dalla politica che deve tener di conto di tutti gli aspetti compresi quelli sociali, e di un sindacato che deve vigilare costantemente a tutela dell’occupazione del territorio e dei lavoratori».
Il problema per il sindacato «è lo stato degli impianti, che renderebbe opportuno ridurre i tempi di vendita. Ci pareva che l’azienda ne fosse consapevole, perché in Comune alla presenza di Antonio Tajani, fu proprio l’azienda a dichiarare che si sarebbe potuti arrivare a una “trattativa privata”. Certo, il bando gara scade domani (oggi per chi legge ndr) dopo che è stato rinviato per chissà quale motivo, alimentando sospetti tipo quello che possano spuntare manifestazioni di interesse “civetta”. Ma è importante a questo punto il mantenimento in produzione dell’altoforno perché anche chi è venuto a Piombino e poi è andato dal presidente della Regione Enrico Rossi, a presentare il piano industriale, ha chiaramente detto che vuol trovare l'altoforno in marcia».
Duro il giudizio sul commissario, «che è stato voluto dalle organizzazioni sindacali, ma non ha portato un grammo di acciaio in più e ha scoraggiato gli investitori dicendo che l'altoforno si ferma, con il rischio di perdere clienti. Ora ci aspettiamo che il governo prenda le redini in mano e faccia tutto quello che deve per non perdere questo settore e che una volta fatte le verifiche necessarie – concludono le Rsu – non ci faccia perdere un'occasione unica»
10 febbraio 2014
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