«Abbiamo finanze solide e sappiamo come fare»
Khaled al Habahbeh disteso e deciso nella conferenza stampa a sorpresa Il sindaco Anselmi: «Il progetto della Smc corrisponde ai desiderata della città»
di Giorgio Pasquinucci
il Tirreno /
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«Abbiamo finanze solide e sappiamo come fare»
PIOMBINO. Una presenza diventata ormai familiare per le vie del centro, quella di Khaled al Habahbeh, il giordano che vuol comprare la Lucchini, che ha suscitato curiosità, apprensioni e speranze sulla sorte della fabbrica. E ieri l’uomo d’affari arabo, prima di lasciare la città, ha rotto gli indugi convocando un’imprevista conferenza stampa (presente anche il sindaco Gianni Anselmi) all’Hotel Est, dove alloggia la delegazione della tunisina Smc e i suoi consulenti.
Sicuro di sé, non è apparso provato dal tour de force di questi giorni, rilanciando il suo interesse per il centro siderurgico.
«Stiamo mettendo a punto - ha detto con un inglese di accento internazionale - un memorandum of understanding che conterrà un’offerta per la Lucchini e un progetto finanziario».
Un protocollo d’intesa, dunque, che offrirà al commissario straordinario Piero Nardi la possibilità di valutare anche le garanzie finanziarie che la società di Khaled dice _ con quella che appare come piena sicurezza _ di poter mettere sul piatto fin dal primo momento.
«Entro la prossima settimana - ha promesso Khaled - prima di passare, entro un altro paio di settimane, a definire un’offerta per gli stabilimenti di Piombino, Lecco e Condove».
Un'offerta vincolante che, di fatto, darebbe la possibilità alla Smc di accedere a una trattativa privata, sbaragliando tutti gli altri concorrenti nella gara per l’acquisizione della Lucchini.
L’accettazione del memorandum da parte del commissario Nardi rappresenta dunque il momento decisivo.
«Siamo venuti qui - ha sostenuto Khaled - con la volontà di concludere questo progetto in modo semplice ma rapido. Il nostro obiettivo è acquisire il complesso siderurgico, mantenerlo aperto con tutta la forza lavoro e metterlo in condizioni di produrre. Parallelamente è nostra intenzione programmare il suo sviluppo, in un tempo lungo, fino a completare un progetto nuovo».
Qual è questo progetto gli arabi lo hanno già rivelato nel famoso incontro nella sala del consiglio comunale: realizzare due forni elettrici e un corex nei terreni dove sorgono i nuovi impianti e dove, gradualmente, verrebbe spostata l’intera area a caldo. Tutto questo mantenendo in vita l’altoforno, in modo da consentire alla fabbrica di continuare a produrre acciaio e reddito per le sue maestranze.
Khaled e i suoi si dicono convinti, inoltre, di poter offrire un ampio mercato per i prodotti della Lucchini. Evidentemente pensano al Nord Africa e al Medio Oriente, dove la Smc, secondo quanto sostiene il suo presidente, seppur giovane ha un programma di espansione che coinvolge diverse società collegate, tra le quali ci sarebbero anche aziende esperte nel settore siderurgico interessate al progetto Piombino.
Perché, dopo tre giorni trascorsi dietro porte blindate, rincorsi da giornalisti e fotografi, gli arabi hanno deciso di abbattere il muro e manifestare liberamente le loro intenzioni?
«Abbiamo apprezzato l’ospitalità del luogo e della gente, camminato liberi per la città senza sentire pressioni addosso e ci tenevamo, a questo punto, ad aprirci attraverso di voi», ha spiegato Khaled ai giornalisti.
E il sindaco Anselmi, dal canto suo, ha tenuto soprattutto a spiegare le ragioni della sua presenza: «Smc è un gruppo che si è manifestato e che sta mettendo la faccia in una vicenda che ha le sue complessità e implicazioni. Sono qui - ha ribadito - perché questa è l'unica società che ha fatto un’offerta complessiva. Ha acquisito con questo una naturale priorità formale rispondendo ai requisiti presenti nel programma del commissario Nardi, prospettando la continuità produttiva dello stabilimento e il suo sviluppo. Qualunque processo - ha ribadito Anselmi - deve passare attraverso questa transizione».
Il progetto della Smc, insomma, secondo il sindaco corrisponde ai desiderata della città, alla quale gli arabi sono i soli ad essersi presentati, visto che le altre società in gara si sono limitate a far pervenire la manifestazione d’interesse al commissario.
Per gli arabi, se ce n’era bisogno, c’è dunque il via libera delle istituzioni. «Superata la fase dell'offerta - ha concluso il sindaco - ci adopereremo con il governo perché si possano avere tutte le condizioni e gli incentivi, a cominciare da quelli previsti dal protocollo d'intesa sull’area di crisi».
Dal punto di vista pratico il memorandum of understanding che gli arabi prepareranno, oltre al parere favorevole del commissario dovrà passare al vaglio del comitato di vigilanza e del governo. «Non ci pare di intravedere grosse difficoltà - ha sostenuto Khaled al Habahbeh - Da parte nostra sappiamo cosa vogliamo e come fare. Abbiamo tutto il know how necessario e finanze molto solide per portare a conclusione il nostro progetto».
23 febbraio 2014
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