Smc in marcia verso Lucchini
Sole 24ore Matteo Meneghello28 febbraio 2014
Sabato scorso la «due diligence», martedì la visita agli impianti di Lecco e alla struttura commerciale bresciana. Ora il memorandum of understanding. I tunisini di Smc cercano di dimostrare di avere intenzioni concrete e di mantenere le promesse. E con la presentazione del memorandum, nella tarda serata di mercoledì, la società nordafricana prova a compiere un altro passo in avanti verso la definizione di un'offerta formale per rilevare gli impianti della Lucchini (nello specifico i siti di Piombino e Lecco), oggi in amministrazione straordinaria. Dopo avere ricevuto il documento, ieri gli avvocati e i tecnici del gruppo siderurgico hanno avviato il lavoro di analisi di tutti gli aspetti procedurali legati alla vicenda. Si attende una risposta nelle prossime ore.
Sabato scorso la «due diligence», martedì la visita agli impianti di Lecco e alla struttura commerciale bresciana. Ora il memorandum of understanding. I tunisini di Smc cercano di dimostrare di avere intenzioni concrete e di mantenere le promesse. E con la presentazione del memorandum, nella tarda serata di mercoledì, la società nordafricana prova a compiere un altro passo in avanti verso la definizione di un'offerta formale per rilevare gli impianti della Lucchini (nello specifico i siti di Piombino e Lecco), oggi in amministrazione straordinaria. Dopo avere ricevuto il documento, ieri gli avvocati e i tecnici del gruppo siderurgico hanno avviato il lavoro di analisi di tutti gli aspetti procedurali legati alla vicenda. Si attende una risposta nelle prossime ore.
Il memorandum di Smc conterrebbe, in estrema sintesi, ulteriori informazioni legate alle volontà della società tunisina di rilevare gli impianti di Piombino e Lecco «così come sono», oltre ad approfondimenti tecnici e formali, e dettagli sullo situazione patrimoniale. Manca però un aspetto giudicato sostanziale dalla procedura: in questa fase, pare che non siano ancora state allegate al documento, da parte di Smc, esplicite garanzie sulla capacità del gruppo di attivare linee di credito a sostegno del progetto (al di là del piano da 1,5 miliardi di euro annunciato pubblicamente in più occasioni, l'attenzione del commissario e del comitato di sorveglianza è rivolta soprattutto alla capacità di gestire il circolante e le eventuali perdite della gestione nei primi anni di attività). A sua volta l'imprenditore di origine giordana Khaled al Habahbeh, presidente di Smc, chiederebbe a Nardi garanzie e tutele legali in questa delicata fase della trattativa.
La ragione del memorandum è legata ancora alla «partita a scacchi» che si sta giocando da giorni sul destino dell'altoforno. In sintesi: Smc è l'unico pretendente che intende mantenere attivo il ciclo integrale, e per questo motivo l'altoforno non può essere spento fino a quando non si chiariscono le reali intenzioni d'acquisto. Per tenere acceso l'impianto sono però necessarie materie prime che Lucchini non può più permettersi di acquistare a causa della mancanza di cassa. Nardi ha chiesto agli stessi tunisini di affrontare questa spesa, a fronte di una garanzia sui semilavorati futuri. Smc è disposta ad accettare questa opzione, ma solo in cambio di una sorta di «esclusiva» nella trattativa per la cessione (le manifestazioni di interesse in campo, se si escludono gli interessi per la sola cokeria, sono sei, e la procedura ha fissato al 10 marzo il termine per la presentazione di offerte non vincolanti). Se Nardi restituirà il memorandum con la sua firma, Smc si dice pronta a formalizzare un'offerta vincolante e, solo a quel punto, mostrare le lettere di credito necessarie a garantire l'affidabilità delle sue intenzioni.
Ieri, intanto, le rsu della Lucchini hanno manifestato, in un comunicato sindacale, la preoccupazione legata al «mancato pagamento delle imprese, alla difficoltà di approvvigionamento e ai problemi legati alla sicurezza» degli impianti toscani e dell'indotto. «Ad oggi – si legge nella nota – le azioni portate avanti dal commissario straordinario per il mantenimento in produzione del reparto altoforno si sono limitate all'ordine di una nave, così come indicato dal ministero dello Sviluppo». Le rsu denunciano la difficile situazione del «ritardo nei pagamenti delle imprese di appalto che operano all'interno dello stabilimento».
I rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm giudicano inoltre «illegittimi i mancati pagamenti degli stipendi o i forti ritardi» e per questo stanno «valutando l'opportunità di un esposto attraverso la procura della Repubblica». Le rsu, che chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi di «prendere in mano questa vertenza», e sollecitano un incontro con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, lanciano infine un appello alla stessa Smc, affinchè presenti l'offerta vincolante, «in modo da potere accelerare la procedura di una possibile trattativa privata che porti ad una acquisizione».
Il memorandum di Smc conterrebbe, in estrema sintesi, ulteriori informazioni legate alle volontà della società tunisina di rilevare gli impianti di Piombino e Lecco «così come sono», oltre ad approfondimenti tecnici e formali, e dettagli sullo situazione patrimoniale. Manca però un aspetto giudicato sostanziale dalla procedura: in questa fase, pare che non siano ancora state allegate al documento, da parte di Smc, esplicite garanzie sulla capacità del gruppo di attivare linee di credito a sostegno del progetto (al di là del piano da 1,5 miliardi di euro annunciato pubblicamente in più occasioni, l'attenzione del commissario e del comitato di sorveglianza è rivolta soprattutto alla capacità di gestire il circolante e le eventuali perdite della gestione nei primi anni di attività). A sua volta l'imprenditore di origine giordana Khaled al Habahbeh, presidente di Smc, chiederebbe a Nardi garanzie e tutele legali in questa delicata fase della trattativa.
La ragione del memorandum è legata ancora alla «partita a scacchi» che si sta giocando da giorni sul destino dell'altoforno. In sintesi: Smc è l'unico pretendente che intende mantenere attivo il ciclo integrale, e per questo motivo l'altoforno non può essere spento fino a quando non si chiariscono le reali intenzioni d'acquisto. Per tenere acceso l'impianto sono però necessarie materie prime che Lucchini non può più permettersi di acquistare a causa della mancanza di cassa. Nardi ha chiesto agli stessi tunisini di affrontare questa spesa, a fronte di una garanzia sui semilavorati futuri. Smc è disposta ad accettare questa opzione, ma solo in cambio di una sorta di «esclusiva» nella trattativa per la cessione (le manifestazioni di interesse in campo, se si escludono gli interessi per la sola cokeria, sono sei, e la procedura ha fissato al 10 marzo il termine per la presentazione di offerte non vincolanti). Se Nardi restituirà il memorandum con la sua firma, Smc si dice pronta a formalizzare un'offerta vincolante e, solo a quel punto, mostrare le lettere di credito necessarie a garantire l'affidabilità delle sue intenzioni.
Ieri, intanto, le rsu della Lucchini hanno manifestato, in un comunicato sindacale, la preoccupazione legata al «mancato pagamento delle imprese, alla difficoltà di approvvigionamento e ai problemi legati alla sicurezza» degli impianti toscani e dell'indotto. «Ad oggi – si legge nella nota – le azioni portate avanti dal commissario straordinario per il mantenimento in produzione del reparto altoforno si sono limitate all'ordine di una nave, così come indicato dal ministero dello Sviluppo». Le rsu denunciano la difficile situazione del «ritardo nei pagamenti delle imprese di appalto che operano all'interno dello stabilimento».
I rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm giudicano inoltre «illegittimi i mancati pagamenti degli stipendi o i forti ritardi» e per questo stanno «valutando l'opportunità di un esposto attraverso la procura della Repubblica». Le rsu, che chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi di «prendere in mano questa vertenza», e sollecitano un incontro con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, lanciano infine un appello alla stessa Smc, affinchè presenti l'offerta vincolante, «in modo da potere accelerare la procedura di una possibile trattativa privata che porti ad una acquisizione».
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