Altoforno Lucchini, scatta il conto alla rovescia
Ancora rinviato l’ordine per la nave di minerale, c’è tempo solo fino a lunedì. Su Smc voci di un aumento di capitale
PIOMBINO. L’ultimo appello per l’altoforno (o meglio per la nave che deve trasportare dal Brasile il minerale necessario all’impianto in moda da consentirne la marcia dopo il 10 marzo) è fissato per dopodomani. E’ lunedì infatti l’ultima data utile per confermare con un bonifico da 9 milioni l’ordine di una nave da 70mila tonnellate di minerale.
Anche ieri l’attesa è andata delusa: sulla vicenda bocche cucite alla Lucchini, ma anche il sindacato ha scelto il silenzio, ancorato all’impegno preso mercoledì scorso dal sottosegretario Claudio De Vincenti, che ha dato mandato al commissario Piero Nardi di trovare soluzioni per proseguire l’attività dell’altoforno.
In che modo non era chiaro tre giorni fa e non è chiaro oggi. Il commissario ha spiegato che in cassa non c’è un euro, e allora l’ipotesi principale resta una: che qualcuno finanzi l’acquisto del minerale in cambio di qualcosa.
Se fossero gli arabi di Smc, interessati all’acquisto dello stabilimento, lo scambio sarebbe basato sui una parte dei semiprodotti accumulati in questi mesi, ma si sa che Smc chiede che sia messo sul piatto invece una specie di diritto a trattare l’affare in esclusiva. Su cui invece le perplessità restano elevate, in questa seconda fase del bando di gara.
L’alternativa è sempre legata alla cessione di semiprodotti che vedrebbe in questo caso interessata una società indiana di trading, che già acquista coke dalla Lucchini per poi rivenderlo.
Si lavora comunque dietro le quinte – confermano fonti qualificate – per una soluzione in tempo utile. Che sia in grado di garantire la continuità produttiva dello stabilimento, come chiedono sindacati e istituzioni, e di fatto tenga in gara la società araba che vuole acquistare lo stabilimento ma a condizione di trovare l’altoforno in marcia.
La presenza di Smc nella gara pare abbia indispettito non poco alcuni tra i partecipanti, in particolare quelli che sono in gara per i laminatoi, con la possibilità – remota secondo i sindacati – di realizzare un forno elettrico.
Sulla compagine araba che vuole acquistare la Lucchini e tenere in vita l’altoforno (dicendosi in grado di attirare investimenti per un miliardo e mezzo da destinare alla realizzazione di due forni elettrici e un Corex) si vocifera invece di un importante aumento di capitale – sostenuto da Deutsche Bank – grazie al quale la prossima settimana potrebbe essere sottoscritta un’offerta vera e propria.
Della miriade di proposte arrivate al commissario Piero Nardi, il giudizio generale è che molte di esse siano in realtà prive di un interesse concreto.
Curiosità suscita quella della compagine locale Bertocci-Sol, che potrebbe essere interessata a investire in un progetto con al centro la realizzazione di un impianto per la produzione di ghisa, che godrebbe di finanziamenti comunitari avvalendosi di un accordo con la Siemens, società produttrice di impianti Corex.
Certo è che la partita si gioca in questi giorni, decisivi al tempo stesso per le sorti dell’altoforno e per la verifica sulla solidità delle intenzioni della società tunisina Smc.
di Cristiano Lozito 15 febbraio 2014
Nessun commento:
Posta un commento