Lucchini: incontro-fiume con gli arabi, la trattativa va avanti
Nel colloquio col commissario Nardi, la società di Khaled al Habahbeh conferma l’interesse ad acquisire lo stabilimento piombinese L’auspicio è che adesso la Smc formalizzi entro il 10 marzo un’offerta vincolata presentando le garanzie finanziarie
PIOMBINO. Una giornata di colloqui e alla fine bocche cucite. Gli arabi della Smc si sono presentati giovedì alle 10,30 in Lucchini con il loro capo in testa, Khaled al Habahbeh, per un incontro col commissario Piero Nardi e il management Lucchini. Presente, senza mai abbandonare la sala, blindata dagli uomini della vigilanza, anche il sindaco Gianni Anselmi.
Khaled e due dei suoi sono usciti per primi dall’incontro. Vestiti all’occidentale e senza scorta, sono stati ugualmente riconosciuti all'ora di pranzo al ristorante Lo Scoglietto e mentre passeggiavano in corso Italia, guardando le vetrine e concedendosi una mezz’oretta di pausa seduti come turisti intorno a un tavolo del centralissimo bar Cristallo.
Sui contenuti del confronto è trapelato ben poco. Si è trattato dell’inizio di un approfondimento sulla situazione industriale della fabbrica, sugli aspetti finanziari e legali di un’operazione che potrebbe rilanciare la siderurgia piombinese per decenni. Tutto potrebbe concludersi più rapidamente del previsto se gli arabi, già in posizione privilegiata in ragione di una manifestazione d’interesse che mantiene l’area a caldo e l’integralità dello stabilimento, entro il 10 marzo presentassero, anziché la prevista offerta non vincolante, un’offerta vincolata, presentando e versando le garanzie che sostengono di poter mettere insieme ricorrendo al mercato finanziario.
Questo è il punto, perché la Lucchini, per mantenere in vita l’altoforno, si è dissanguata ordinando le materie prime necessarie a garantirne il funzionamento per un altro paio di mesi. Condizione richiesta peraltro dagli arabi: nei loro progetti, infatti, l’azienda deve continuare a funzionare in attesa di un ambizioso progetto di ristrutturazione che prevede la realizzazione di due forni elettrici, un impianto Corex e l’allontanamento degli impianti dalla città per far posto a interventi edilizi: un miliardo e mezzo per gli investimenti industriali e altrettanti per quelli civili.
I sindacati per il momento sono stati tenuti fuori dalla trattativa, sebbene vedano di buon occhio l’iniziativa degli arabi. Fim, Fiom e Uilm affidano a Vincenzo Renda il compito di parlare per tutti. «Auspichiamo sia l’inizio di una trattativa per chiudere - afferma Renda - Lo stabilimento ha bisogno urgente di materie prime e di manutenzioni. L’anticipo versato per ordinare la nave di minerale ha già comportato il rallentamento dei pagamenti alle imprese dell’indotto, che la Lucchini ha l'obbligo di preservare».
21 febbraio 2014
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