«Lucchini, il governo prenda il timone»
Sindacati contro Nardi: «Non paga le ditte, valutiamo un esposto». Afo di nuovo a rischio, atteso il rientro di al Habahbeh
PIOMBINO. Giornata di tensione alla Lucchini, dove il tono della protesta messa in atto dai lavoratori 3M, Cmti, Iosa e Volpini davanti alla direzione, ha fatto intendere cosa potrebbe succedere in città se la vicenda Lucchini finisse nel peggiore dei modi.
I lavoratori della 3M, (manutenzione dell’Afo), che hanno riscosso solo metà stipendio, hanno protestato duramente, anche col lancio di uova. Poi in una tesissima assemblea il sindacato faticosamente ha trovato una linea condivisa con i lavoratori, fissando per lunedì una nuova riunione nell’attesa che la situazione si sblocchi. Così gli operai hanno deciso il rientro in fabbrica, «con grande senso di responsabilità», hanno chiosato Fim, Fiom e Uilm.
Perché l’Afo va difeso sino alla fine – è l’ovvia tesi dei sindacati – anche battendosi contro ogni tentativo di dividere i lavoratori.
Ma la situazione è sempre più difficile, dopo qualche giorno di relativo rasseneramento e ottimismo, e il tempo riprende a stringere d’assedio le prospettive di salvezza della fabbrica.
Entro pochi giorni è atteso il ritorno da Dubai di Khaled al Habahbeh, proprietario della Smc: se come ha promesso, l’imprenditore giordano presenterà il suo protocollo d’intesa corredato dalle garanzie finanziarie e il commissario Piero Nardi lo sottoscriverà, entro un paio di settimane gli arabi presenteranno un’offerta vincolante per l’acquisto degli impianti della Lucchini di Piombino, Lecco e Condove. Così sarebbe in salvo l’altoforno, dove è ripreso il conto alla rovescia per l’acquisto del minerale necessario a non fermare l’impianto a metà aprile. In caso d’intesa con Nardi al Habahbeh metterebbe i soldi anticipati dal commissario per la nave partita dal Brasile nei giorni scorsi e per quella da ordinare, così che tornerebbe la liquidità necessaria a pagare le ditte.
Un circolo virtuoso legato però non solo alle decisioni della Smc, ma anche alla risposta di Nardi di cui, per usare un eufemismo, i sindacati si fidano men che meno: «Il mancato pagamento degli stipendi o il loro forte ritardo – dice un comunicato delle Rsu – riteniamo sia illegittimo nella procedura di commissariamento e su questo stiamo valutando l’opportunità di un esposto alla Procura».
Sindacati che ieri si sono riuniti al consiglio di fabbrica insieme ai segretari provinciali di Fim Fiom e Uilm, denunciando «lo stato di abbandono da parte della politica, escludendo solo il sindaco Gianni Anselmi, unica nostra garanzia». Che fa il governo?, è la domanda che si pongono i sindacati. Perché non prende decisamente in mano il timone di una vicenda che prevede miliardi di investimenti, e di una trattativa che se andasse in porto chiuderebbe una delle vertenze più importanti e delicate sul tavolo del Mise? Si è capito che oltre l’offerta araba c’è il nulla? E possibile che sia Nardi, da solo, a dire l’ultima parola?
Timori e sospetti che portano le Rsu a chiedere al presidente del Consiglio Matteo Renzi «di prendere in mano questa vertenza che è coperta a nostro avviso da un velo di non trasparenza e da un sospetto conflitto di interesse. Invece al governatore Rossi che ha seguito da sempre al nostro fianco la vicenda, chiediamo una convocazione urgente».
L’appello al governo però è accompagnato a quello alla società Smc, «perché faccia la sua mossa attraverso la presentazione del memorandum e l’offerta vincolante, in modo da accelerare la procedura di una trattativa privata che porti all’acquisizione dello stabilimento, togliendo così gli alibi a chi sta perdendo troppo tempo. Certo, la data ultima per la procedura è fissata per il 10 marzo ma non possiamo aspettare quei tempi – concludono le Rsu – perché così si mettebbe a rischio non solo l’altoforno ma tutta la fabbrica, in condizioni sempre più precarie».
Timori e sospetti, si diceva, anche rispetto al possibile intervento di altre cordate, con progetti fumosi tesi solo alla chiusura dell’area a caldo. «Ma nessun progetto industriale – avverte a questo proposito il sindaco Anselmi – non condiviso con il Comune, che rappresenta i cittadini di Piombino, e con i sindacati dei lavoratori, avrà strada nella vicenda Lucchini».
27 febbraio 2014
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