LUCCHINI: E SE IL FUTURO NON FOSSE ARABO?
Piombino (LI) – Le recenti rassicurazioni nella conferenza stampa che Khaled al Habahbeh, del fondo tunisino Smc, ha dato alla città, hanno portato giovedì scorso (ieri, ndr.) alla presentazione del protocollo d’intesa che nella speranza di tutti porterà all’acquisto da parte del fondo tunisino SMC di tutto lo stabilimento (compresa l’area a caldo).
L’offerta di Smc è infatti l’unica che prevede di mantenere in funzione l’altoforno (tutte le altre manifestazioni d’interesse che devono presentare un’offerta non vincolante entro il 10 marzo ne prevedono la chiusura) ed è quindi particolarmente apprezzata da dipendenti, sindacati e amministratori locali.
Non prosegue invece, non avendo sottoscritto l’impegno di riservatezza ed il disciplinare di gara, l’offerta italiana con il possibile partner straniero che aveva manifestato interesse solo per Piombino «così com’è attualmente».
Va avanti la terza proposta in ordine d’importanza: quella di una società di Pontedera, la Eco Acciai, che, in collaborazione con la Ferriera Valsabbia di Odolo (Brescia), ha presentato il progetto di una riconversione degli impianti in acciaieria elettrica.
Va avanti la terza proposta in ordine d’importanza: quella di una società di Pontedera, la Eco Acciai, che, in collaborazione con la Ferriera Valsabbia di Odolo (Brescia), ha presentato il progetto di una riconversione degli impianti in acciaieria elettrica.
La proposta della cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete è invece in bilico: «Se si va avanti così, non ci saranno le condizioni per procedere con un piano realistico», spiega Antonio Gozzi, che è anche presidente di Federacciai. «Sindacati e operatori industriali veri o presunti continuano a far circolare l’idea che sia possibile salvare un altoforno che è tra i più inefficienti al mondo».
Il sindaco uscente Anselmi ha comunque voluto ribadire per l’ennesima volta che «nessun progetto industriale non condiviso con il Comune, che rappresenta i cittadini di Piombino, e con i sindacati dei lavoratori avrà strada nella vicenda Lucchini. Chi ha altre idee in proposito si rassegni: saremo vigili a tutela dell’interesse generale».
Ma ci si può fidare della proposta araba? In un articolo apparso su Panorama di questa settimana leggiamo questo stralcio “surreale”: «nel recente incontro a Firenze con il presidente della Regione Enrico Rossi, pare che lo stesso Rossi abbia posto la domanda in modo molto diretto: “I soldi ce li avete?” “I soldi li troviamo, noi siamo degli sviluppatori” – hanno risposto gli arabi. Una risposta che non è piaciuta a Rossi». Il 10 marzo comunque, data ultima per la presentazione di offerte non vincolanti, si saprà se Smc fa sul serio.
I sindacati Fim, Fiom e Uilm e le Rsu Lucchini hanno nel frattempo chiesto un incontro urgente al governatore Rossi e puntano a vedere quanto prima anche il premier Matteo Renzi. La situazione dell’impianto siderurgico, dicono i sindacati, «deve essere presa in mano direttamente dal Governo», specie dopo che si è avverato quanto recentemente annunciato dall’amministratore straordinario Nardi in una lettera aperta, e cioè che l’acquisto dell’ultima nave di minerale per alimentare l’altoforno avrebbe rallentato i pagamenti alle aziende dell’indotto, con conseguente dilazionamento e ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti di queste ultime.
da CORRIERE ETRUSCO.IT 28/2/2014 Giuseppe Trinchini
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