Commissario NARDI
Perchè le crisi aziendali le devono pagare sempre gli operai?
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Mancano i soldi per le imprese
Lucchini, primi effetti della spesa straordinaria per la nave di minerale: bloccati gli stipendi alla 3M
di Alessandro De Gregorio
PIOMBINO. Un anno fa furono i primi a subire il contraccolpo dell’amministrazione controllata del gruppo Lucchini, ora sono stati i primi a subire gli effetti di una spesa straordinaria: quella per la nave di minerale in grado di allungare la vita all’altoforno. I circa settanta operai della 3M, ditta di appalto che opera all’interno dello stabilimento siderurgico, oggi non riceveranno lo stipendio come ogni 20 del mese. Gli è stato comunicato martedì da un rappresentante aziendale. Loro al momento hanno dato il tempo ai sindacati di gestire la cosa, ma sono pronti a incrociare le braccia. E se si fermano gli operai della “Manutenzione montaggi meccanici” che eseguono lavori primari in acciaieria, ai convertitori e all’altoforno, tutto lo stabilimento rischia di fermarsi prima ancora che arrivi dal Brasile la nave ordinata dal commissario Piero Nardi.
Quella nave, come si temeva (lo stesso Nardi nella lettera alle istituzioni e ai sindacati aveva parlato di «tensioni nella tesoreria aziendale»), ha dunque prodotto il blocco dei primi pagamenti. I soldi alla 3M non ci sono, le risorse finanziarie sono all’osso per tutti. E l’effetto 3M potrebbe propagarsi alle altre imprese dell’indotto.
I lavoratori ne hanno parlato fra loro e con i sindacati. E’ stato deciso di aspettare a prendere iniziative. Fim, Fiom e Uilm hanno sollecitato l’azienda e dicono di essere in attesa di una risposta. Ma lo sanno anche loro che i soldi non ci sono più. Si attende sempre più con ansia l’incontro tra Nardi e i rappresentanti della Smc, la società tunisina del giordano Khaled al Habahbeh, l’unica tra le 24 in lizza per l’acquisto della Lucchini ad aver proposto di prendere tutto il blocco, area a caldo compresa. E ad aver promesso un investimento faraonico.
Intanto però c’è da aspettare quell’incontro, verificare la solidità finanziaria degli arabi, avviare un’eventuale trattativa e trovare subito i soldi (venti milioni) per pagare la nave.
«Le imprese sono in difficoltà - dice Luciano Gabrielli a nome di Fim, Fiom e Uilm - e il commissario non può scaricare sui lavoratori responsabilità che non hanno. E poi le navi di coketto comprate in questi giorni vengono pagate, quindi le risorse vanno trovate finché non verrà garantito il passaggio di mano dell’azienda. Il commissario deve fare la sua parte fino in fondo, senza metterci i bastoni fra le ruote. Martedì gli abbiamo mandato una lettera chiedendogli un incontro urgente proprio per capire questo meccanismo, ma non abbiamo avuto risposta».
«Noi speriamo che l’ipotesi araba si traduca in realtà - aggiunge Gabrielli - ma intanto sono a rischio la sicurezza e il futuro dei lavoratori e della città. I lavoratori saranno responsabili, il sindacato pure. Ci auguriamo che lo sia anche il commissario».
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