venerdì 28 febbraio 2014

Lucchini, Nardi boccia gli arabi: «Vogliono 300 milioni per comprare»

Ma per il sindaco Anselmi si tratta di un clamoroso equivoco: «E comunque sull’altoforno acceso c’è un preciso impegno del governo»


Il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, con una lettera boccia il protocollo d’intesa proposto dagli arabi di Smc: «In sintesi – scrive Nardi – a fronte delle dichiarazioni rese alla stampa circa la volontà di effettuare investimenti per 1,5 miliardi di euro in Lucchini e Lucchini Servizi e per 3 miliardi di euro nel territorio di Piombino, Smc Group chiede oggi al commissario straordinario un supporto finanziario di 300 milioni di euro». Richieste giudicate inaccettabili, ma «Smc Group potrà ovviamente – dice ancora Nardi – nel rispetto di quanto sopra e del disciplinare di gara, presentare al commissario straordinario un’offerta non vincolante entro il 10 marzo. Se permane la pregiudiziale sulla continuità dell’altoforno, Smc Group dovrà, secondo i termini già discussi, finanziare l’acquisto delle materie prime necessarie».
Per il sindaco Anselmi l’interpretazione del protocollo data da Nardi è «clamoroso equivoco. Col commissario c’era in ogni caso un accordo che la bozza sarebbe stata discussa, Nardi non può spingere la sua funzione notarile fino ad annientare la continuità produttiva. Ricordo comunque su questo punto che la pregiudiziale non è di Smc ma del sottosegretario Claudio De Vincenti». Il riferimento è all’impegno del governo a tenere l’altoforno acceso finché non ci sarà un acquirente della Lucchini».
28 febbraio 2014    
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  • LUCCHINI: E SE IL FUTURO NON FOSSE ARABO?



    sciopero_lucchini25-10-12Piombino (LI) – Le recenti rassicurazioni nella conferenza stampa che Khaled al Habahbeh, del fondo tunisino Smc, ha dato alla città, hanno portato giovedì scorso (ieri, ndr.) alla presentazione del protocollo d’intesa che nella speranza di tutti porterà all’acquisto da parte del fondo tunisino SMC di tutto lo stabilimento (compresa l’area a caldo).
    L’offerta di Smc è infatti l’unica che prevede di mantenere in funzione l’altoforno (tutte le altre manifestazioni d’interesse che devono presentare un’offerta non vincolante entro il 10 marzo ne prevedono la chiusura) ed è quindi particolarmente apprezzata da dipendenti, sindacati e amministratori locali.
    Non prosegue invece, non avendo sottoscritto l’impegno di riservatezza ed il disciplinare di gara, l’offerta italiana con il possibile partner straniero che aveva manifestato interesse solo per Piombino «così com’è attualmente».
    Va avanti la terza proposta in ordine d’importanza: quella di una società di Pontedera, la Eco Acciai, che, in collaborazione con la Ferriera Valsabbia di Odolo (Brescia), ha presentato il progetto di una riconversione degli impianti in acciaieria elettrica.
    La proposta della cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie Venete è invece in bilico: «Se si va avanti così, non ci saranno le condizioni per procedere con un piano realistico», spiega Antonio Gozzi, che è anche presidente di Federacciai. «Sindacati e operatori industriali veri o presunti continuano a far circolare l’idea che sia possibile salvare un altoforno che è tra i più inefficienti al mondo».
    Il sindaco uscente Anselmi ha comunque voluto ribadire per l’ennesima volta che «nessun progetto industriale non condiviso con il Comune, che rappresenta i cittadini di Piombino, e con i sindacati dei lavoratori avrà strada nella vicenda Lucchini. Chi ha altre idee in proposito si rassegni: saremo vigili a tutela dell’interesse generale».
    Ma ci si può fidare della proposta araba? In un articolo apparso su Panorama di questa settimana leggiamo questo stralcio “surreale”: «nel recente incontro a Firenze con il presidente della Regione Enrico Rossi, pare che lo stesso Rossi abbia posto la domanda in modo molto diretto: “I soldi ce li avete?” “I soldi li troviamo, noi siamo degli sviluppatori” – hanno risposto gli arabi. Una risposta che non è piaciuta a Rossi». Il 10 marzo comunque, data ultima per la presentazione di offerte non vincolanti, si saprà se Smc fa sul serio.
    I sindacati Fim, Fiom e Uilm e le Rsu Lucchini hanno nel frattempo chiesto un incontro urgente al governatore Rossi e puntano a vedere quanto prima anche il premier Matteo Renzi. La situazione dell’impianto siderurgico, dicono i sindacati, «deve essere presa in mano direttamente dal Governo», specie dopo che si è avverato quanto recentemente annunciato dall’amministratore straordinario Nardi in una lettera aperta, e cioè che l’acquisto dell’ultima nave di minerale per alimentare l’altoforno avrebbe rallentato i pagamenti alle aziende dell’indotto, con conseguente dilazionamento e ritardi nel pagamento degli stipendi dei dipendenti di queste ultime.
    da CORRIERE ETRUSCO.IT  28/2/2014                                                               Giuseppe Trinchini

    Smc in marcia verso Lucchini





    Sabato scorso la «due diligence», martedì la visita agli impianti di Lecco e alla struttura commerciale bresciana. Ora il memorandum of understanding. I tunisini di Smc cercano di dimostrare di avere intenzioni concrete e di mantenere le promesse. E con la presentazione del memorandum, nella tarda serata di mercoledì, la società nordafricana prova a compiere un altro passo in avanti verso la definizione di un'offerta formale per rilevare gli impianti della Lucchini (nello specifico i siti di Piombino e Lecco), oggi in amministrazione straordinaria. Dopo avere ricevuto il documento, ieri gli avvocati e i tecnici del gruppo siderurgico hanno avviato il lavoro di analisi di tutti gli aspetti procedurali legati alla vicenda. Si attende una risposta nelle prossime ore.
    Il memorandum di Smc conterrebbe, in estrema sintesi, ulteriori informazioni legate alle volontà della società tunisina di rilevare gli impianti di Piombino e Lecco «così come sono», oltre ad approfondimenti tecnici e formali, e dettagli sullo situazione patrimoniale. Manca però un aspetto giudicato sostanziale dalla procedura: in questa fase, pare che non siano ancora state allegate al documento, da parte di Smc, esplicite garanzie sulla capacità del gruppo di attivare linee di credito a sostegno del progetto (al di là del piano da 1,5 miliardi di euro annunciato pubblicamente in più occasioni, l'attenzione del commissario e del comitato di sorveglianza è rivolta soprattutto alla capacità di gestire il circolante e le eventuali perdite della gestione nei primi anni di attività). A sua volta l'imprenditore di origine giordana Khaled al Habahbeh, presidente di Smc, chiederebbe a Nardi garanzie e tutele legali in questa delicata fase della trattativa.
    La ragione del memorandum è legata ancora alla «partita a scacchi» che si sta giocando da giorni sul destino dell'altoforno. In sintesi: Smc è l'unico pretendente che intende mantenere attivo il ciclo integrale, e per questo motivo l'altoforno non può essere spento fino a quando non si chiariscono le reali intenzioni d'acquisto. Per tenere acceso l'impianto sono però necessarie materie prime che Lucchini non può più permettersi di acquistare a causa della mancanza di cassa. Nardi ha chiesto agli stessi tunisini di affrontare questa spesa, a fronte di una garanzia sui semilavorati futuri. Smc è disposta ad accettare questa opzione, ma solo in cambio di una sorta di «esclusiva» nella trattativa per la cessione (le manifestazioni di interesse in campo, se si escludono gli interessi per la sola cokeria, sono sei, e la procedura ha fissato al 10 marzo il termine per la presentazione di offerte non vincolanti). Se Nardi restituirà il memorandum con la sua firma, Smc si dice pronta a formalizzare un'offerta vincolante e, solo a quel punto, mostrare le lettere di credito necessarie a garantire l'affidabilità delle sue intenzioni.
    Ieri, intanto, le rsu della Lucchini hanno manifestato, in un comunicato sindacale, la preoccupazione legata al «mancato pagamento delle imprese, alla difficoltà di approvvigionamento e ai problemi legati alla sicurezza» degli impianti toscani e dell'indotto. «Ad oggi – si legge nella nota – le azioni portate avanti dal commissario straordinario per il mantenimento in produzione del reparto altoforno si sono limitate all'ordine di una nave, così come indicato dal ministero dello Sviluppo». Le rsu denunciano la difficile situazione del «ritardo nei pagamenti delle imprese di appalto che operano all'interno dello stabilimento».
    I rappresentanti di Fim, Fiom e Uilm giudicano inoltre «illegittimi i mancati pagamenti degli stipendi o i forti ritardi» e per questo stanno «valutando l'opportunità di un esposto attraverso la procura della Repubblica». Le rsu, che chiedono al presidente del Consiglio Matteo Renzi di «prendere in mano questa vertenza», e sollecitano un incontro con il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, lanciano infine un appello alla stessa Smc, affinchè presenti l'offerta vincolante, «in modo da potere accelerare la procedura di una possibile trattativa privata che porti ad una acquisizione».


    «Lucchini, il governo prenda il timone»

    Sindacati contro Nardi: «Non paga le ditte, valutiamo un esposto». Afo di nuovo a rischio, atteso il rientro di al Habahbeh


    PIOMBINO. Giornata di tensione alla Lucchini, dove il tono della protesta messa in atto dai lavoratori 3M, Cmti, Iosa e Volpini davanti alla direzione, ha fatto intendere cosa potrebbe succedere in città se la vicenda Lucchini finisse nel peggiore dei modi.
    I lavoratori della 3M, (manutenzione dell’Afo), che hanno riscosso solo metà stipendio, hanno protestato duramente, anche col lancio di uova. Poi in una tesissima assemblea il sindacato faticosamente ha trovato una linea condivisa con i lavoratori, fissando per lunedì una nuova riunione nell’attesa che la situazione si sblocchi. Così gli operai hanno deciso il rientro in fabbrica, «con grande senso di responsabilità», hanno chiosato Fim, Fiom e Uilm.
    Perché l’Afo va difeso sino alla fine – è l’ovvia tesi dei sindacati – anche battendosi contro ogni tentativo di dividere i lavoratori.
    Ma la situazione è sempre più difficile, dopo qualche giorno di relativo rasseneramento e ottimismo, e il tempo riprende a stringere d’assedio le prospettive di salvezza della fabbrica.
    Entro pochi giorni è atteso il ritorno da Dubai di Khaled al Habahbeh, proprietario della Smc: se come ha promesso, l’imprenditore giordano presenterà il suo protocollo d’intesa corredato dalle garanzie finanziarie e il commissario Piero Nardi lo sottoscriverà, entro un paio di settimane gli arabi presenteranno un’offerta vincolante per l’acquisto degli impianti della Lucchini di Piombino, Lecco e Condove. Così sarebbe in salvo l’altoforno, dove è ripreso il conto alla rovescia per l’acquisto del minerale necessario a non fermare l’impianto a metà aprile. In caso d’intesa con Nardi al Habahbeh metterebbe i soldi anticipati dal commissario per la nave partita dal Brasile nei giorni scorsi e per quella da ordinare, così che tornerebbe la liquidità necessaria a pagare le ditte.
    Un circolo virtuoso legato però non solo alle decisioni della Smc, ma anche alla risposta di Nardi di cui, per usare un eufemismo, i sindacati si fidano men che meno: «Il mancato pagamento degli stipendi o il loro forte ritardo – dice un comunicato delle Rsu – riteniamo sia illegittimo nella procedura di commissariamento e su questo stiamo valutando l’opportunità di un esposto alla Procura».
    Sindacati che ieri si sono riuniti al consiglio di fabbrica insieme ai segretari provinciali di Fim Fiom e Uilm, denunciando «lo stato di abbandono da parte della politica, escludendo solo il sindaco Gianni Anselmi, unica nostra garanzia». Che fa il governo?, è la domanda che si pongono i sindacati. Perché non prende decisamente in mano il timone di una vicenda che prevede miliardi di investimenti, e di una trattativa che se andasse in porto chiuderebbe una delle vertenze più importanti e delicate sul tavolo del Mise? Si è capito che oltre l’offerta araba c’è il nulla? E possibile che sia Nardi, da solo, a dire l’ultima parola?
    Timori e sospetti che portano le Rsu a chiedere al presidente del Consiglio Matteo Renzi «di prendere in mano questa vertenza che è coperta a nostro avviso da un velo di non trasparenza e da un sospetto conflitto di interesse. Invece al governatore Rossi che ha seguito da sempre al nostro fianco la vicenda, chiediamo una convocazione urgente».
    L’appello al governo però è accompagnato a quello alla società Smc, «perché faccia la sua mossa attraverso la presentazione del memorandum e l’offerta vincolante, in modo da accelerare la procedura di una trattativa privata che porti all’acquisizione dello stabilimento, togliendo così gli alibi a chi sta perdendo troppo tempo. Certo, la data ultima per la procedura è fissata per il 10 marzo ma non possiamo aspettare quei tempi – concludono le Rsu – perché così si mettebbe a rischio non solo l’altoforno ma tutta la fabbrica, in condizioni sempre più precarie».
    Timori e sospetti, si diceva, anche rispetto al possibile intervento di altre cordate, con progetti fumosi tesi solo alla chiusura dell’area a caldo. «Ma nessun progetto industriale – avverte a questo proposito il sindaco Anselmi – non condiviso con il Comune, che rappresenta i cittadini di Piombino, e con i sindacati dei lavoratori, avrà strada nella vicenda Lucchini».
    27 febbraio 2014 
    CONDOVE QUESTA SERA ore 21
    CONSIGLIO COMUNALE APERTO
    "SITUAZIONE GRUPPO LUCCHINI e RICADUTE 
    sullo STABILIMENTO VERTEK di CONDOVE"






    Invitiamo i lavoratori della Lucchini-Vertek a presenziare, venerdì 28 alle ore 21, alla seduta del Consiglio Comunale che sarà chiamato a pronunciarsi su un ordine del giorno " SITUAZIONE GRUPPO LUCCHINI E RICADUTE SULLO STABILIMENTO VERTEK DI CONDOVE 

    Lucchini, presentato dagli arabi Smc il protocollo d’intesa

    Ora tocca al commissario straordinario Piero Nardi valutare i contenuti del memorandum e le garanzie finanziarie a corredo


    Da ieri il memorandum della Smc è sul tavolo del commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi. Khaled al Habahbeh così ha confermato quanto aveva annunciato nella conferenza stampa di sabato scorso, e cioè che entro questa settimana avrebbe consegnato il protocollo d’intesa. Confermando di fatto che le fasi preliminari della trattativa hanno rafforzato la convinzione all’acquisto della Lucchini da parte dell’imprenditore giordano. Nessuna indiscrezione sui contenuti del protocollo e sulla presenza delle garanzie finanziarie richieste, che rappresentano la strada per arrivare successivamente a un’offerta vincolante e quindi a una vera trattativa privata per l’acquisizione degli stabilimenti di Piombino, Lecco e Condove.

    28 febbraio 2014   
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  • giovedì 27 febbraio 2014

    Lucchini: i sindacati vogliono 

     incontrare Renzi

    Situazione sempre più tesa tra i lavoratori dell'acciaieria di Piombino. Gravi problemi nell'erogazione degli stipendi per gli operai delle ditte in appalto. "Senza liquidità l'azienda non può più andare avanti", dicono Fiom, Fim e Uilm

    Lucchini: i sindacati vogliono incontrare Renzi (foto da internet) (immagini di Fabrizio Ricci)
    La situazione della Lucchini di Piombino deve “essere presa in mano direttamente dal Governo”. Lo chiedono Fiom, Fim e Uilm insieme alla Rsu dell'industria siderurgica che puntano ad incontrare al più presto il premier Matteo Renzi.

    La trattativa per la cessione della Lucchini, ad avviso di Cgil, Cisl e Uil, si deve sbloccare il prima possibile perché senza liquidità l'azienda non può più andare avanti. Ieri, gli operai delle imprese di appalto della Lucchini, alcuni per non aver riscosso, altri per aver preso la metà dello stipendio e senza avere certezze sulla data di pagamento, insieme alle segreterie di Fim Fiom e Uilm hanno protestato sotto la direzione dello stabilimento.

    I sindacati appoggiando le richieste degli operai, sollecitano la data del pagamento degli stipendi che a oggi ancora non è stabilita. “I media hanno dato grande risalto a Letta quando riuscì a portare 500 milioni di investimenti in Italia - dice Vincenzo Renda, segretario della Uilm di Livorno - è più che legittimo da parte nostra per una vicenda come questa, con la società Snc che dichiara di voler investire 3 miliardi di euro su Piombino, chiedere un interessamento diretto da parte del Governo. Sarebbe grave non chiudere il prima possibile questa trattativa, sapendo che lo stabilimento senza l'ingresso di un nuovo soggetto ormai è alla fine”. 
    da RASSEGNA:IT 27/2/2014

    mercoledì 26 febbraio 2014

    Lavoro in Val Susa. La7, pochi minuti per un grave problema

    Lucchini, Beltrame, Alcar, Semat, Vertek. Garantire visibilità e comprensione del problema lavoro in quattro minuti.
    Altri 1500 posti di lavoro in Valsusa rischiano di essere spazzati via dalla crisi che investe il mondo del lavoro, quelli delle ditte della Lucchini S.p.A. di Condove, della Beltrame di S. Didero, dell’Alcar di Vaie e della Selmat di S. Antonino. Questo quanto ricordato martedì sera sul piazzale adiacente lo stabilimento condovese dal delegato della Fiom Edi Lazzi nel corso della trasmissione de La7 “Linea Gialla”, condotta da Salvo Sottile e che  si è occupata di crisi, rabbia e ingiustizie.
    Centottanta minuti di trasmissione, quattro minuti scarsi di collegamento condotti da Roberta Rei, con  in piazza anche alcuni sindaci di Condove, Sant’Ambrogio, Caprie, Venaus, amministratori e soprattutto lavoratori con indosso le magliette portate anche nel corso dell’ultima manifestazione No Tav a Chiomonte e lavoratori con molte aspettative da una trasmissione che poteva dare visibilità alla valle, più segnata di altre da crisi e devastazioni del territorio.
    “Così non si può andare avanti, non sappiamo come arrivare a fine mese, le tasse le paghiamo ma impossibile chiedere prestiti alle banche, siamo cassaintegrati, siamo emarginati…qui si parla di tav e si sciupano soldi indispensabili per interventi sul territorio…” da più parti queste parole si sono alzate intorno al microfono nel corso delle dirette, intervallate da lunghi interventi in studio, tra i quali quello dell’europarlamentare Lara Comi, che ha ribadito di essere ben a conoscenza della questione tav, ma che intanto un solo comune ora era contrario all’opera…” Queste affermazioni hanno suscitato risentite prese di posizione, immediatamente spente dalla chiusura della diretta.
    Così, partita con tante speranze e poi conclusa con gli sguardi seri di persone che ogni giorno devono fare i conti con l’instabilità della vita, con le responsabilità da portare avanti all’interno delle tante famiglie, la trasmissione si è chiusa, con il no ad un ultimo intervento conclusivo.
    Sedotti ed abbandonati, verrebbe da dire. Vittime insomma di un giornalismo di facciata, che vuol essere vetrina ma non spazio per portare in luce i problemi veri, per suscitare possibilità di diversi obiettivi da ricercare. Di questo la valle non ha veramente bisogno.
    &copy Copyright 2014 TG Valle Susa     un grazie a Gabriella Tittonel
    Diretta " LINEA GIALLA " LA7 
    MASSICCIA PRESENZA di LAVORATORI SINDACI E CITTADINI ai cancelli della LUCCHINI-Vertek di Condove

    I lavoratori della LUCCHINI-Vertek ringraziano i cittadini, i rappresentanti delle Istituzioni e i rappresentanti Sindacali che con la loro presenza, durante il collegamento in diretta alla trasmissione " LINEA GIALLA " in onda ieri su LA7, hanno dimostrato la loro fattiva solidarietà.







    Mezzo stipendio e stop, monta la rabbia alla 3M

    I lavoratori hanno ricevuto solo il 50% della busta paga, malgrado le promesse Indotto Lucchini in affanno, i sindacati scrivono al prefetto e si decide se proclamare lo sciopero

    PIOMBINO. Mezzo stipendio e stop. Senza soldi per pagare le bollette, per fare la spesa, per la rata del mutuo. Senza soldi per mettere benzina o pagare la mensa scolastica dei figli. Metà stipendio di questi tempi, e considerando che si sta parlando di salari di operai, significa la rovina per molte famiglie. E sono una settantina le famiglie in crisi a causa dei ritardi nei pagamenti della 3M (Manutenzione montaggi meccanini), ditta di appalto che opera alla Lucchini.
    Ora quegli operai hanno detto basta. La settimana scorsa hanno riscosso il 50% dello stipendio ed stato loro promesso che il resto sarebbe stato versato lunedì, al massimo martedì. Ma in banca non c’era niente e ora loro minacciano di fermarsi.
    È successo che i soldi sono mancati a causa della nave di minerale ordinata da Nardi, in via straordinaria, per tenere in marcia un mese in più l’altoforno.
    Il sindacato aveva chiesto pazienza, preoccupato dei riflessi che un eventuale sciopero potrebbe avere: la 3M svolge la manutenzione all’altoforno e lavori primari in acciaieria e ai convertitori. Ma gli operai la pazienza la stanno perdendo. «Non cadremo nel tranello di chi vorrebbe che l’altoforno si fermasse», dice sibillino Luciano Gabrielli, della Fiom.
    26 febbraio 2014  

    Lucchini: si riduce il numero dei pretendenti all’acquisto

    Escluse dalla gara alcune società che non hanno inviato l’impegno sottoscritto Cresce l’attesa per il memorandum che gli arabi presenteranno a Nardi   

    PIOMBINO. Potrebbe essere una settimana decisiva per la Lucchini se gli arabi, come promesso, presenteranno al commissario Nardi il memorandum understandig, offrendo nel contempo le garanzie finanziarie necessarie all’acquisto dello stabilimento.
    Da qui alla presentazione di una manifestazione d’interesse vincolante il passo potrebbe essere breve, aprendo le porte a una trattativa privata.
    Passaggi, a cominciare dall’esame del memoriale della Smc, che oltre al commissario coinvolgeranno anche il consiglio di sorveglianza e il ministero dello Sviluppo economico.
    Intanto si assottiglia il numero delle imprese ammesse a proseguire le procedure del bando di gara.
    Escluse quelle che non hanno rinviato sottoscritto l’impegno alla riservatezza e il disciplinare di gara. Tra questa la cordata (si presume locale) che insieme a un possibile partner straniero (si è parlato della Siemens) aveva presentato una manifestazione d’interesse per il solo stabilimento di Piombino.
    Restano in lizza, naturalmente, gli arabi della Smc e l’azienda italiana (quasi sicuramente la Ferriera Valsabbia, collegata alla Ecoacciai di Pontedera interessata anche al cantiere per la demolizione della Costa Concordia) che propone la realizzazione di un’acciaieria elettrica.
    Ancora quattro le offerte per i laminatoi, due delle quali accompagnate dall’ipotesi di realizzare un forno elettrico. Tra queste non è difficile individuare la cordata Duferco-Feralpi-Acciaierie-Venete e il fondo svizzero Klesch.
    Sempre tre i pretendenti alla cokeria (due aziende straniere e una italiana) che il commissario ipotizza di far rimanere in vita nonostante la fermata definitiva dell’altoforno.
    Nove, sulle undici iniziali, le aziende abilitate a proseguire la gara relativamente al 69% dell’impianto Gsi (che produce a Piombino sfere per la molitura di minerali) e quattro su cinque quelle che invece restano in corsa per la Wertek (trafilerie).
    Tra queste due sono interessate sia all’impianto di Piombino sia a quello di Condove, le altre due all’acquisizione separata dei rispettivi stabilimenti.
    Scontato che gli arabi di Khaled al Habahbeh sono in questo momento interlocutori privilegiati, rispondendo alla prima opzione del programma del commissario Nardi, che già pone al primo posto la vendita dello stabilimento nella sua integralità.
    Tutte le altre sono ipotesi subordinate all’impossibilità di trovare un pretendente disposto a mantenere l’area a caldo.
    Un confronto ineludibile che potrà entrare nel merito con la presentazione del memorandum understandig (un protocollo d’intesa).
    In tempi assai rapidi la Smc dovrà dunque affinare la sua proposta e dimostrare di disporre delle risorse necessarie a proseguire la trattativa per l’acquisto dei complessi industriali che costituiscono l’attuale gruppo Lucchini.
    Come noto il progetto Smc va ben oltre, prevedendo una totale ristrutturazione della fabbrica con la costruzione di due forni elettrici e di un Corex prima di fermare l’altoforno. Gli arabi tuttavia mirano prima all’acquisizione della fabbrica e poi, in tempi più lunghi, a programmare il suo sviluppo.
    25 febbraio 2014     
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  • martedì 25 febbraio 2014

    Vertek, i tunisini fanno sul serio: presto potrebbe arrivare l'offerta

    Condove: tre miliardi per i quattro stabilimenti Lucchini. Stasera i lavoratori in diretta su La7, venerdì consiglio comunale aperto

    Una diretta tivù questa sera sui teleschermi di La7, il consiglio comunale aperto di venerdì 28 febbraio a Condove. Non conoscono sosta le iniziative di mobilitazione attraverso cui le maestranze della Vertek stanno cercando di tenere alta l’attenzione sul loro futuro occupazionale, ora più che mai appeso alle sorti dell’acquisizione del gruppo Lucchini da parte della società tunisina Smc. Stasera, come detto, una delegazione di lavoratori sarà davanti ai cancelli dello stabilimento siderurgico condovese per un collegamento diretto con la trasmissione “Linea gialla”, condotta da Salvo Sottile: appuntamento tra le 22 e le 22,30. Si parlerà anche delle altre situazioni di crisi che attraversano al valle di Susa. Intanto trapelano segnali confortanti sul futuro: la Smc, infatti, sembra fare sul serio. Sta preparando un memorandum understanding che, entro la prossima settimana, presenterà al commissario Nardi.
    su Luna Nuova di martedì 25 febbraio 2014
    LA7 "LINEA GIALLA" Questa sera alle ore 21 
    DIRETTA dai cancelli della 
    LUCCHINI- VERTEK di Condove


    Questa sera alle ore 21 i lavoratori della LUCCHINI-Vertek di Condove saranno in diretta alla trasmissione " LINEA GIALLA " in onda su LA7 
    Il collegamento, di fronte ai cancelli della Vertek di Condove,  è previsto a partire dalle ore 21,10.

    Si raccomanda la massima presenza dei lavoratori a partire dalle ore 21 davanti ai cancelli della Vertek di Condove ............... ricordarsi della pettorina

    LUCCHINI: SCENDONO A 22 LE MANIFESTAZIONI D’INTERESSE



    L'altoforno Lucchini
    L’altoforno Lucchini
    Piombino, 24 febbraio 2014 – Lo scorso 13 febbraio si è data comunicazione delle Manifestazioni di Interesse che erano state ricevute entro le ore 24.00 del giorno 10 febbraio 2014. Nello stesso comunicato si era precisato che ai soggetti che avevano espresso una Manifestazione di Interesse di natura industriale erano stati inviati due documenti da sottoscrivere: l’Impegno alla Riservatezza e il Disciplinare di Gara. I soggetti che hanno sottoscritto i due sopracitati documenti entro il 20 febbraio 2014 sono stati abilitati a proseguire nella procedura.
    Qui di seguito un aggiornamento delle Manifestazioni di Interesse abilitate a proseguire:
    Manifestazioni di Interesse relative alla partecipazione del 69,27% del capitale di GSI Lucchini S.P.A.
    Per quanto riguarda GSI Lucchini S.p.A. erano arrivate complessivamente 11 manifestazioni di interesse 6 delle quali provenienti da società straniere e 5 da aziende italiane. Sono abilitate a proseguire 9 aziende.
    Manifestazioni di Interesse relative ai complessi aziendali “Vertek”
    Per i complessi aziendali “Vertek” erano pervenute 5 manifestazioni di interesse. Sono abilitate a proseguire 4 aziende, una interessata a tutti i complessi Vertek, una al complesso Vertek Piombino e due al complesso “Vertek” Condove.
    Manifestazioni di Interesse relative ai complessi aziendali di Piombino e Lecco
    Per tutti o parte dei complessi aziendali Piombino e Lecco erano arrivate 10 Manifestazioni di Interesse di natura industriale così distribuite:
    - 1 per Piombino e Lecco così come sono attualmente (straniera)
    - 1 solo per Piombino così com’è attualmente (italiana con possibile partner straniero)
    - 1 per “riconversione in acciaieria elettrica” (italiana)
    - 4 per i laminatoi delle quali 2 ipotizzano la possibilità di realizzare un forno elettrico (3 straniere ed una italiana)
    - 3 per il ramo d’azienda cokeria (2 straniere ed una italiana)
    Sono abilitati a proseguire 9 proponenti. L’unica azienda che non ha sottoscritto l’impegno di riservatezza ed il disciplinare di gara, e che pertanto non prosegue, è quella italiana con possibile partner straniero che aveva manifestato interesse solo per Piombino “così com’è attualmente”.
    Lucchini S.p.A.
    in Amministrazione Straordinaria
    Redazione Corriere Etrusco 24/2/2014

    «Abbiamo finanze solide e sappiamo come fare»

    Khaled al Habahbeh disteso e deciso nella conferenza stampa a sorpresa Il sindaco Anselmi: «Il progetto della Smc corrisponde ai desiderata della città»


    di Giorgio Pasquinucci
    PIOMBINO. Una presenza diventata ormai familiare per le vie del centro, quella di Khaled al Habahbeh, il giordano che vuol comprare la Lucchini, che ha suscitato curiosità, apprensioni e speranze sulla sorte della fabbrica. E ieri l’uomo d’affari arabo, prima di lasciare la città, ha rotto gli indugi convocando un’imprevista conferenza stampa (presente anche il sindaco Gianni Anselmi) all’Hotel Est, dove alloggia la delegazione della tunisina Smc e i suoi consulenti.
    Sicuro di sé, non è apparso provato dal tour de force di questi giorni, rilanciando il suo interesse per il centro siderurgico.
    «Stiamo mettendo a punto - ha detto con un inglese di accento internazionale - un memorandum of understanding che conterrà un’offerta per la Lucchini e un progetto finanziario».
    Un protocollo d’intesa, dunque, che offrirà al commissario straordinario Piero Nardi la possibilità di valutare anche le garanzie finanziarie che la società di Khaled dice _ con quella che appare come piena sicurezza _ di poter mettere sul piatto fin dal primo momento.
    «Entro la prossima settimana - ha promesso Khaled - prima di passare, entro un altro paio di settimane, a definire un’offerta per gli stabilimenti di Piombino, Lecco e Condove».
    Un'offerta vincolante che, di fatto, darebbe la possibilità alla Smc di accedere a una trattativa privata, sbaragliando tutti gli altri concorrenti nella gara per l’acquisizione della Lucchini.
    L’accettazione del memorandum da parte del commissario Nardi rappresenta dunque il momento decisivo.
    «Siamo venuti qui - ha sostenuto Khaled - con la volontà di concludere questo progetto in modo semplice ma rapido. Il nostro obiettivo è acquisire il complesso siderurgico, mantenerlo aperto con tutta la forza lavoro e metterlo in condizioni di produrre. Parallelamente è nostra intenzione programmare il suo sviluppo, in un tempo lungo, fino a completare un progetto nuovo».
    Qual è questo progetto gli arabi lo hanno già rivelato nel famoso incontro nella sala del consiglio comunale: realizzare due forni elettrici e un corex nei terreni dove sorgono i nuovi impianti e dove, gradualmente, verrebbe spostata l’intera area a caldo. Tutto questo mantenendo in vita l’altoforno, in modo da consentire alla fabbrica di continuare a produrre acciaio e reddito per le sue maestranze.
    Khaled e i suoi si dicono convinti, inoltre, di poter offrire un ampio mercato per i prodotti della Lucchini. Evidentemente pensano al Nord Africa e al Medio Oriente, dove la Smc, secondo quanto sostiene il suo presidente, seppur giovane ha un programma di espansione che coinvolge diverse società collegate, tra le quali ci sarebbero anche aziende esperte nel settore siderurgico interessate al progetto Piombino.
    Perché, dopo tre giorni trascorsi dietro porte blindate, rincorsi da giornalisti e fotografi, gli arabi hanno deciso di abbattere il muro e manifestare liberamente le loro intenzioni?
    «Abbiamo apprezzato l’ospitalità del luogo e della gente, camminato liberi per la città senza sentire pressioni addosso e ci tenevamo, a questo punto, ad aprirci attraverso di voi», ha spiegato Khaled ai giornalisti.
    E il sindaco Anselmi, dal canto suo, ha tenuto soprattutto a spiegare le ragioni della sua presenza: «Smc è un gruppo che si è manifestato e che sta mettendo la faccia in una vicenda che ha le sue complessità e implicazioni. Sono qui - ha ribadito - perché questa è l'unica società che ha fatto un’offerta complessiva. Ha acquisito con questo una naturale priorità formale rispondendo ai requisiti presenti nel programma del commissario Nardi, prospettando la continuità produttiva dello stabilimento e il suo sviluppo. Qualunque processo - ha ribadito Anselmi - deve passare attraverso questa transizione».
    Il progetto della Smc, insomma, secondo il sindaco corrisponde ai desiderata della città, alla quale gli arabi sono i soli ad essersi presentati, visto che le altre società in gara si sono limitate a far pervenire la manifestazione d’interesse al commissario.
    Per gli arabi, se ce n’era bisogno, c’è dunque il via libera delle istituzioni. «Superata la fase dell'offerta - ha concluso il sindaco - ci adopereremo con il governo perché si possano avere tutte le condizioni e gli incentivi, a cominciare da quelli previsti dal protocollo d'intesa sull’area di crisi».
    Dal punto di vista pratico il memorandum of understanding che gli arabi prepareranno, oltre al parere favorevole del commissario dovrà passare al vaglio del comitato di vigilanza e del governo. «Non ci pare di intravedere grosse difficoltà - ha sostenuto Khaled al Habahbeh - Da parte nostra sappiamo cosa vogliamo e come fare. Abbiamo tutto il know how necessario e finanze molto solide per portare a conclusione il nostro progetto».
    23 febbraio 2014  

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  • lunedì 24 febbraio 2014

    Lucchini, la tunisina Smc prepara il memorandum per il commissario. 
    Arriva il magnate Khaled al Habahbeh

    Le acciaierie Lucchini di Piombino
    Le acciaierie Lucchini di Piombino


    Lucchini, la tunisina Smc prepara il memorandum per il commissario. Arriva il magnate Khaled al Habahbeh 23 febbraio 2014 17:43Economia e Lavoro Piombino Le acciaierie Lucchini di Piombino La società tunisina Smc, disposta a rilevare i tre stabilimenti Lucchini di Piombino, Lecco e Condove (Torino), sta “preparando un memorandum understanding che, entro la prossima settimana, presenteremo al commissario Nardi, corredato da un progetto finanziario”: è quanto annunciato in un hotel di Piombino, secondo quanto riportano alcuni quotidiani, il magnate arabo Khaled al Habahbeh il quale ha anche detto: “Noi crediamo nella Lucchini e siamo qui per terminare l’accordo nel più breve tempo possibile”. Al memorandum, se accettato da Nardi, seguirà un’offerta vincolante nel giro di due settimane. Il gruppo arabo è l’unico ad aver manifestato interesse a comprare tutti gli stabilimenti Lucchini per circa 3 miliardi. “Il nostro obiettivo – ha detto Khaled al Habahbeh – è acquisire i complessi siderurgici Lucchini, mantenerli operativi con tutta la forza lavoro e metterli in condizioni di produrre. Parallelamente ci sarà uno sviluppo che ci condurrà o ci porterà a concludere un nuovo progetto”. Il gruppo arabo Smc assicura di avere sbocchi di mercato nel Nord Africa e in Medio Oriente tramite società collegate. “Abbiamo know how e finanze solide”, ha aggiunto il magnate. Quanto all’urgenza di fondi per acquisire il minerale necessario per tenere acceso l’altoforno di Piombino, Khaled al Habahbeh ha detto che “prima si firma il memorandum, poi possiamo intervenire”. Il sindaco di Piombino Gianni Anselmi, sempre secondo quanto riportano i giornali, ha dichiarato che “se ci saranno tutte le garanzie, questo progetto interpreta desideri e aspettative del territorio”.

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