Lucchini, sindacati a Roma per chiedere decisioni rapide
Ancora attesa per l'ultima offerta di Jindal, mentre gli algerini tornano in cittàdi Cristiano Lozito
PIOMBINO. Mentre la convocazione del Comitato di sorveglianza slitterà alla prossima settimana, domani a Roma il viceministro Claudio De Vincenti incontrerà i sindacati (che hanno chiesto questa riunione), col presidente Enrico Rossi e il sindaco Massimo Giuliani: i segretari di Fim, Fiom e Uilm non paiono preoccupati dallo slittamento di una settimana per l’esame delle proposte di acquisto della Lucchini, ma a De Vincenti chiederanno di accorciare al massimo i tempi della decisione finale. L’incontro servirà ai sindacati anche a far intendere chiaramente al governo qual è la loro posizione in merito alla vicenda: nessun pregiudizio su Jindal, ma l’offerta algerina al momento è la loro preferita perché consentirebbe di raggiungere tutti gli obiettivi, ossia l’immediata reimpostazione di un progetto per la ripresa produttiva dell’acciaio, l’avvio di un piano di diversificazione con l’agroalimentare di Cevital, ma soprattutto un saldo occupazionale che ridarebbe fiato a una città da anni in grande sofferenza economica, dove la tenuta sociale è affidata in gran parte agli ammortizzatori sociali. I sindacati non è un mistero che temano quelle che definiscono “turbolenze”, ossia le pressioni che tutto il mondo siderurgico italiano sta cercando di esercitare col governo per tentate di opporsi all’arrivo degli algerini Cevital, outsiders capaci (con due forni elettrici da due milioni di tonnellate) di scompaginare un mercato regolato dagli accordi e dagli interessi dei produttori del nord. Peraltro l’atteso rilancio degli indiani di Jsw Steel ancora non è stato ufficializzato da una nuova offerta. Si sa che la proposta complessiva da opporre a quella algerina dovrebbe consistere in un forno elettrico e un impianto per il preridotto e facendo due conti la differenza in negativo con la proposta occupazionale di Issad Rebrab, patron della Cevital, resterebbe almeno di 500-600 posti. Se così fosse la competitività di questa offerta con quella algerina (anche oggi uomini della Cevital saranno in fabbrica per delle verifiche tecniche), sarebbe data solo dall’imprinting siderurgico della Jsw. Troppo poco per i sindacati, che non accetterebbero di andare a discutere di esuberi mentre una delle due proposte coprirebbe quasi totalmente quanto meno il numero di dipendenti diretti della Lucchini. Il contenuto dell’offerta di Jindal – attesa in questi giorni – però al momento è sconosciuta, fonti qualificate riferiscono che i tecnici della Jsw stanno lavorando per definire nei dettagli il piano industriale. Toccherà aL commissario Piero Nardi ovviamente valutare la consistenza delle due offerte: pare certo comunque che lo slittamento di una settimana della convocazione del Comitato di sorveglianza non influirà sui tempi della decisione finale, attesa entro la fine del mese.
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