Lucchini, in arrivo un'altra proroga
Nardi chiede una settimana in più al Comitato di sorveglianza, mentre Jindal è al lavoro sul piano industrialedi Cristiano Lozito
PIOMBINO. Il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi, chiederà al Comitato di sorveglianza – convocato per martedì prossimo – un’altra proroga, non superiore a una settimana, per avviare l’analisi sulle offerte per lo stabilimento piombinese, spostando così di fatto il confronto finale tra le proposte degli algerini Cevital e quelle dell’indiana Jsw Steel.
E’ quanto emerge da alcune indiscrezioni raccolte in ambienti industriali, che si accompagnano a quelle sulle ipotesi di un acquisto di semiprodotti che consenta ai laminatoi di poter operare ben oltre la metà di gennaio. Operazioni correlate al lavoro di affinamento delle due offerte in campo: in realtà a Cevital sono state chieste delle precisazioni di ordine tecnico, nel campo indiano invece fonti qualificate parlano di un lavoro in corso particolarmente intenso per la redazione di un piano industriale che accompagni un’offerta non più limitata ai soli laminatoi. L’ingresso nella competizione del gruppo algerino guidato da Issad Rebrab infatti ha avuto il potere di alzare l’asticella. La proposta Cevital (due forni elettrici alimentati col preridotto, revamping dei laminatoi che passerebbero da tre a quattro, riassunzione della quasi totalità dipendenti seppur con l’ausilio temporaneo degli ammortizzatori sociali, un progetto per un impianto di produzione e commercializzazione nel settore agroalimentare), hanno imposto a Jindal di rivedere i propri piani. Tanto che il gruppo siderurgico indiano, dopo aver di fatto mollato la competizione con Arcelor Mittal per l’acquisto dell’acciaieria Ilva di Taranto, nei giorni scorsi avrebbe affrontato il tema Lucchini ripartendo da zero nella valutazione di costi e obiettivi, riflettendo anche sull’ipotesi di abbandonare una partita che inizialmente sembrava molto facile ed economica, divenuta invece improvvisamente costosa e complicata con l’arrivo degli algerini.
Sajjan Jindal infatti vuol tentare l’ingresso nel mercato europeo, ma nel suo entourage c’è invece chi vede troppi rischi in questa operazione. Alla fine però sembra aver prevalso la ferma volontà del presidente di Jsw di acquisire la Lucchini, portando con sé la consapevolezza che per vincere la gara serve un’offerta che lo ponga il più vicino possibile a quella di Cevital, potendo in più offrire il proprio bagaglio di esperienza nel mondo siderurgico, quel che manca al gruppo algerino, in apparenza unico neo della società guidata da Issad Rebrab. Per questo Jindal ha messo al lavoro i suoi tecnici nella redazione di un’offerta finale che nelle attese dovrebbe mettere nero su bianco il progetto di realizzare un forno elettrico e un impianto di preriduzione, in modo da avvicinarsi anche alle previsioni occupazionali dei concorrenti.
Se tutto ciò basterà a riequilibrare le sorti del confronto lo stabiliranno poi il commissario Nardi, il Comitato di Sorveglianza e il ministero dello Sviluppo economico che avrà l’ultima parola. Mentre dietro le quinte si consuma l’ultima fase della partita, resta da capire quanto conteranno le pressioni delle lobby dell’acciaio, che col patron di Federacciai,Antonio Gozzi, ha criticato apertamente il progetto algerino, considerato così aggressivo da mettere a rischio la tenuta del comparto. Pressioni sul governo che si può immaginare non mancheranno lunedì prossimo, quando Matteo Renzi sarà ospite a Brescia dell’assemblea annuale di Confindustria
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