giovedì 20 novembre 2014

LUCCHINI : L'offerta di Cevital è in vantaggio, deciderà il Comitato di sorveglianza

Parla il consulente Fardi Tidjani: "In due anni pronti a riassumere tutti. E dopo 4 anni puntiamo a raddoppiare la forza lavoro con il polo agroalimentare, la logistica e l'indotto"
PIOMBINO, Nessun colpo di scena all’apertura delle buste per la Lucchini, così da far ritenere come l’offerta di Cevital, alla vigilia del Comitato di sorveglianza, parta decisamente favorita per l’ampiezza della proposta complessiva, tenendo quindi conto degli impegni sul fronte occupazionale, su quello della ripresa produttiva e sulla diversificazione col progetto dell’agroalimentare.
 
In una giornata fatta solo di indiscrezioni, è una dichiarazione del sindacoMassimo Giuliani ad accentuare la percezione che da ieri Cevital sia più vicina a concludere l’affare: «Non sembra che ci siano grosse novità rispetto alle proposte iniziali - ha affermato il primo cittadino dopo l’apertura delle buste - e questo quindi potrebbe favorire Cevital per la maggiore solidità della proposta in termini di sviluppo industriale anche diversificato».
 
Jindal dunque, da cui ci si attendeva un rilancio importante, non si sarebbe discostato dalla sua proposta iniziale: acquisto dei laminatoi e, più avanti, la valutazione sulla convenienza di realizzare un forno elettrico. Proposta che non sembra competitiva con quella degli algerini, fatta salva la valutazione della solidità economica e di prospettiva dell’offerta di Cevital, che spetterà al commissario straordinario Piero Nardi, il quale già venerdì 21 riunirà il Comitato di sorveglianza per presentare la sua relazione.
 
Se ci sarà il via libera, all’inizio della prossima settimana potrebbe arrivare la decisione finale da parte del ministero dello Sviluppo economico.
 
Farid Tidjani, consulente per l’Italia di Cevital, conferma che in busta la sua azienda non ha cambiato la proposta originale: «Magari la nostra offerta non piace a Gozzi, ma oltre a due forni elettrici da due milioni di tonnellate, al revamping di tre laminatoi e alla realizzazione di uno nuovo, alla riassunzione di quasi tutti i lavoratori, che dovevamo mettere in busta?».
 
Ironia, quella di Tidjani, che svela la convinzione di Cevital «di aver fatto – dice il consulente del gruppo algerino – una proposta seria che rilancerà Piombino. Però non abbiamo ansia, tocca al commissario decidere, noi ci siamo impegnati al massimo come facciamo sempre».
 
All’obiezione di alcuni sull’insufficienza degli investimenti annunciati (400 milioni),Tidjani reagisce così: «Noi mettiamo i soldi, altri le parole. Abbiamo la capacità di far fronte a tutti gli impegni che abbiamo preso. Oggi la Lucchini ha molti impianti sparsi nel perimetro, il nostro piano prevede di raggrupparli, dando anche un contributo alla città dal punto di vista ambientale. La bonifica della “vecchia” acciaieria per l’impianto agroalimentare non ci spaventa, in questi giorni faremo nuovi sopralluoghi con i nostri tecnici. E per alimentare i laminatoi abbiamo già i fornitori».
 
Nel comunicato sull’apertura delle buste il commissario Nardi ha fatto un accenno anche alla proposta di Federacciai di realizzare un impianto di preridotto a Piombino, affermando di aver «trasmesso la proposta ai promissari acquirenti».
 
Ma Tidjani spiega che di quella proposta Cevital non saprebbe che farsene: «Abbiamo convenienza a realizzare il preridotto in Algeria, non ci serve un impianto a Piombino. Sull’energia invece non chiediamo trattamenti particolari ma solo di avere le condizioni degli altri produttori».
 
E’ ovvio però che il piatto forte, dal punto di vista del territorio, è l’impegno di Cevital dal punto di vista occupazionale. «Alla fine del nostro secondo anno – dice Tidjani – contiamo di aver riassorbito tutti i dipendenti, dopo quattro anni puntiamo a raddoppiare la forza lavoro, perché fra agroalimentare e logistica ci sarà molto spazio anche per l’indotto».
 
Cevital continuerà i suoi sopralluoghi nello stabilimento in attesa di notizie da Roma, in questi giorni è probabile anche una visita del presidente, Issad Rebrab.

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