lunedì 24 novembre 2014

LUCCHINI : Martedì 25 la decisione, Cevital (in vantaggio) o Jindal

Siamo all'atto finale con la riunione del comitato di sorveglianza al ministero

PIOMBINO. Dopo vari rinvii martedì 25 a Roma si attende la decisione finale sulle sorti della Lucchini. O meglio la scelta tra le offerte di Cevital e Jindal, che di fatto spetterà al commissario Piero Nardi, seppur condivisa col Comitato di sorveglianza.
Del resto Nardi ha sempre avuto il Comitato come punto di riferimento obbligato. L’organismo è composto da cinque membri, due di loro sono rappresentanti delle banche creditrici, Monte dei Paschi e Unicredit. Naturalmente Nardi aveva come obiettivo di riuscire a vendere tutti gli asset Lucchini, recuperando così una quota del debito accumulato (circa 800 milioni), e allo stesso tempo di favorire il massimo dell’occupazione.
Il problema è che nella complessa vicenda, col tempo perso con Khaled Al Habahbeh e il mantenimento in funzione dell’altoforno sino alla fine di aprile, si è asciugata la cassa, si è consumato il materiale a terra, e le proposte ora in gioco hanno portato con sé offerte economiche decisamente basse.
Cifre ufficiali non sono mai state fornite, ma secondo fonti qualificate siamo nell’ordine di poche decine di milioni. Così il commissario ha scelto all’inizio del mese di dare altri dieci giorni di tempo a Cevital e Jindal, aprendo una sorta di asta in cui teoricamente chiunque avrebbe potuto inserirsi. Dimostrando in questo modo al Comitato, una volta ricevute le ultime due offerte di Cevital e Jindal (praticamente le stesse della volta precedente) che quello comunque era il massimo che i creditori potevano ottenere.
Chiarito questo aspetto, la Lucchini in amministrazione straordinaria ha quindi potuto annunciare la settimana scorsa che «il Comitato ha concordato col commissario il metodo e i principi secondo i quali dovrà essere impostata l’istanza da presentare al Mise per procedere, dopo l’approvazione ministeriale, alla sottoscrizione del contratto preliminare di cessione».
A questo punto dunque la scelta dovrà tenere conto dei piani industriali, della loro sostenibilità, e delle prospettive occupazionali che offrono le due proposte. L’offerta degli algerini Cevital secondo varie fonti sembra dunque in vantaggio per le prospettive di riapertura dell’area a caldo e per l’impegno alla riassunzione di quasi tutti i dipendenti, oltre che per le prospettive di diversificazione legate alla realizzazione di un impianto agroalimentare.
Dall’altra parte, quella della Jsw (che chiede solo l’acquisizione dei laminatoi con la riassunzione di un terzo dei dipendenti), l’unico vero punto di forza resta il background siderurgico
.

Nessun commento:

Posta un commento