LUCCHINI : Cevital o Jindal, per la Lucchini è il giorno del verdetto
Il gruppo algerino sembra ampiamente in vantaggio. Il Comitato di sorveglianza darà il suo parere, poi toccherà al Mise di Cristiano Lozito
Piombino. Oggi martedì 25 il Comitato di sorveglianza guidato da Corrado Calabrò, ex presidente dell’Authority per le comunicazioni, è chiamato a esprimersi sulla relazione finale di Piero Nardi, commissario straordinario della Lucchini, rispetto alla gara tra Cevital e Jindal. Già in serata è atteso un pronunciamento, anche se sarà poi il ministero dello Sviluppo economico a scrivere la parola fine sulla vicenda. In un clima di grande attesa, in modo sempre più chiaro si è fatta sempre più largo la generale convinzione che la proposta degli algerini di Cevital sia ampiamente in vantaggio su quella di Jindal. Secondo fonti qualificate il progetto complessivo della società guidata da Issad Rebrab avrebbe convinto il commissario Nardi, per la solidità economica della società algerina, che pure non ha un background siderurgico, e per il piano industriale costruito in modo da garantire la piena occupazione. Non solo: Cevital pare in grado di consentire anche una prospettiva diversificata all’economia del comprensorio, in virtù dell’altro progetto da realizzare nelle aree bonificate dello stabilimento, e cioè quello di un grande impianto agroalimentare (settore che rappresenta il vero core business della società algerina), favorito dalle nuove prospettive legate all’ampliamento e alla modernizzazione del porto. Un aspetto importante, quello della diversificazione, per un territorio da sempre legato alle mutevoli sorti del mercato dell’acciaio, per il quale è stato pagato un prezzo importante, anche in termini occupazionali, dalla privatizzazione dello stabilimento (1992) in avanti. Al contrario la Jsw di Sajjan Jindal, che pure nei mesi scorsi aveva preso pubblicamente impegni importanti per la realizzazione di un forno elettrico, in realtà non si è allontanato dalla proposta originaria, e cioè l’acquisto dei tre laminatoi, con la riassunzione all’incirca di 750 operai. Troppo grande il divario tra le due proposte, solo in parte contenuto dall’importanza dell’imprinting siderurgico del gruppo indiano, per attendersi oggi una scelta in favore della Jsw. Qualunque sia la decisione finale comunque è chiaro a tutti, sindacati e istituzioni in testa, che la città e il comprensorio avranno di fronte ancora anni molto difficili. Cevital infatti propone la realizzazione di due forni elettrici, ipotizzando la costruzione del primo in 18 mesi e del secondo in due anni. Tempi che per alcuni esperti sono decisamente ottimistici, ma che comunque fanno intendere come per un lungo periodo resterebbero in funzione solo i laminatoi, (dei quali è stato annunciato il revamping, oltre alla costruzione di un quarto impianto). Ecco che quindi sarebbero subito reimpiegati all’incirca solo un terzo dei dipendenti diretti di Lucchini e Lucchini servizi, con gli altri in solidarietà e gli operai dell’indotto in cassa integrazione. Secondo i piani di Cevital poi rientrerebbero progressivamente tutti gli altri, nell’arco di tempo necessario al completamento della nuova area fusoria. In quel periodo però una quota dei lavoratori in solidarietà (circa 200) potrebbe lavorare alla bonifica della vecchia acciaieria, necessaria a realizzare l’impianto agroalimentare. Si tratta di tempi non brevissimi per dar corpo all’intero progetto, ed è quindi fondamentale che quanto meno vengano ridotti i tempi burocratici da parte del Mise, per mettere in condizione la società vincitrice di operare il prima possibile. Allo stesso tempo è importante che proceda in modo spedito il lavoro per dare corpo all’Accordo di programma, con l’avvio dei bandi per le bonifiche portuali e di quelli per i progetti delle piccole e medie imprese
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