lunedì 10 novembre 2014

Lucchini, per la scelta finale

si va alla prossima settimana







-Il Tirreno-
di Cristiano Lozito
PIOMBINO  lun 10 nov, 2014
Per la Lucchini si apre una settimana che contribuirà a chiarire aspetti fondamentali, ossia la reale volontà di Jindal di rilanciare nella corsa a due con Cevital, e la strada che prenderà la proposta di un consorzio di siderurgici del Nord di realizzare un impianto di preridotto nelle aree Lucchini. Settimana importante, quindi, seppur non decisiva nel senso proprio del termine, visto che al di là della sorta di ultimatum fissato dal sindacato per il 15, in realtà per la scelta finale si arriverà alla settimana successiva.
Tutto ciò perché i 7-10 giorni di tempo chiesti dal commissario Piero Nardi al Comitato di sorveglianza scatteranno solo questa settimana, forse già domani, quando sarà pronto un decreto governativo piuttosto corposo dal punto di vista burocratico che risponderà positivamente alla richiesta di Nardi. Ancora un po’ di tempo quindi, utile in particolare per Jindal, che dopo l’incontro ufficiale di un suo emissario col presidente Enrico Rossi e col sindaco Massimo Giuliani lo scorso 17 ottobre, in cui aveva espresso i suoi propositi di rilancio dell’offerta, la Jsw ha saltato un altro incontro già fissato col sindaco, e di fatto se ha lavorato al piano industriale come aveva annunciato, lo ha fatto assolutamente nell’ombra. In questi giorni si capirà se la Jsw davvero crede ancora nell’affare, magari agganciandosi alla proposta lanciata da Federacciai di un impianto di preridotto da due milioni e mezzo di tonnellate.
Ma questi giorni saranno utili a capire proprio se la proposta di Federacciai sarà ritenuta ricevibile dal commissario Nardi. Fonti sindacali infatti sostengono che quel tipo di progetto tecnicamente non può essere catalogato come un’offerta secondo quanto prescrive la procedura, che quindi in teoria andrebbe inviata non a Nardi ma a Enrico Rossi, come commissario per l’Accordo di programma, su cui dovrebbero convergere le proposte che non riguardano direttamente la cessione di impianti e terreni Lucchini inseriti nella procedura. Tanto più che almeno una delle offerte, quella di Cevital, riguarda quasi tutto il perimetro Lucchini.
Si capirà quindi se i bresciani avranno in testa qualche altro colpo, impegnati come sono a contrastare il possibile avvento degli algerini. Bresciani tra l’altro alle prese con una situazione decisamente critica: sabato sul Giornale di Brescia è uscita un’analisi della situazione locale firmata da un grande esperto di siderurgia come il prorettore dell’Università di Brescia, Claudio Teodori, che ha spiegato come per le imprese bresciane, ormai a un bivio, sia indispensabile pensare a delle aggregazioni per far fronte al continui calo dei volumi e del fatturato. Puntando – dice Teodori – sul valore aggiunto e quindi sul livello qualitativo dei prodotti e su una diversificazione per limitare la dipendenza da Paesi che potrebbero ridurre il loro grado di subordinazione.
Un’analisi con riferimenti molto diretti al progetto di Cevital per Piombino. Basti pensare infatti che le industrie siderurgiche bresciane viaggiano alla metà della loro capacità produttiva, e che una parte consistente di questa produzione (ad esempio per Feralpi, la più grande delle aziende bresciane, è il 41% del venduto nel primo semestre del 2014, il 73% della sua quota estera) finisce proprio in Algeria. Dove è facile immaginare l’impatto che potrebbe avere la Cevital di Issad Rebrab.

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