domenica 30 novembre 2014

Antonio Ferrentino interroga la Regione martedì 2 dicembre ore14,30:

Futuro dello stabilimento Vertek di Condove

Premesso che

• lo stabilimento Vertek di Condove rappresenta, oltre ad un’importante realtà produttiva e occupazionale della Valle di Susa, anche una parte di storia per Condove. Prima ancora di essere Vertek, lo stabilimento è rappresentativo infatti dell’intero sviluppo industriale che portò agli inizi del Novecento l’allora Società Anonima Bauchiero a insediarsi in paese costruendo case, l’ambulatorio, la mensa aziendale, scuole professionali;

considerato che

 • lo stabilimento, che fa parte del gruppo Lucchini ed impiega 94 lavoratori, attraversa un periodo di grave incertezza ed è attualmente in regime di amministrazione straordinaria da parte del Ministero dello Sviluppo Economico;

appreso che

• l’acciaieria Lucchini di Piombino, in base a quanto riportato dagli organi di informazione, sarebbe in procinto di essere rilevata dal gruppo algerino Cevital, come comunicato dal Commissario straordinario Piero Nardi che ha richiesto l’autorizzazione al Ministero dello Sviluppo per poter stipulare il contratto preliminare di cessione degli asset;

• in particolare il Commissario straordinario avrebbe richiesto l’autorizzazione relativamente cessione dei seguenti rami di azienda: Lucchini Piombino, Lucchini Servizi, Vertek Piombino e alla cessione delle azioni GSI Lucchini nella misura del 69,7%;

rilevato che

• l’istanza del Commissario straordinario non contiene alcun riferimento allo stabilimento di Condove, per il quale non sarebbero state fatte offerte vincolanti, ma solo due manifestazioni di interesse;

• lo stabilimento condovese ha alcuni notevoli punti di forza essendo raggiunto da una linea di scalo ferroviario interna, oltre ad essere, almeno in parte, indipendente dal punto di vista energetico.

INTERROGA
gli Assessori competenti per sapere 


• quali iniziative intendano assumere per salvaguardare lo stabilimento Vertek di Condove a tutela dei 94 lavoratori e di questa importante realtà produttiva della nostra regione.

Torino, 27 novembre 2014

Firmatario Antonio FERRENTINO

sabato 29 novembre 2014

10 h · Modificato · 
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VERTEK DI CONDOVE – FREDIANI (M5S): “L’IMPEGNO DI SALVAGUARDIA PRESO DALLA GIUNTA PIEMONTESE È RIMASTO SOLO SULLA CARTA?”


Uno dei primi atti depositati dal MoVimento 5 Stelle nella nuova legislatura è stato l’ordine del giorno (primo firmatario Francesca Frediani) dal titolo “Intervento della regione piemonte in favore dello stabilimento Vertek di Condove (To)”, approvato come primo atto del nuovo Consiglio appena insediato il 29 luglio scorso.
Con grande disappunto denunciamo il mancato rispetto da parte della Giunta piemontese dell’impegno preso e lo scarso interesse per le sorti dello stabilimento di Condove.
Cinque mesi fa il presidente Chiamparino e gli esponenti dell’esecutivo piemontese si impegnarono a salvaguardare i livelli occupazionali, anche ricorrendo a contratti di solidarietà e a includere il sito di Condove in eventuali trattative di compravendita, come previsto dall’Odg approvato.
Già a settembre il Movimento 5 stelle aveva denunciato la grande assenza proprio dei rappresentanti della Giunta regionale al tavolo nazionale. Da allora è calato un preoccupante silenzio sulle sorti di questo stabilimento.
A tal punto che i circa 90 lavoratori sono stati messi in cassa integrazione ottenendo quindi una tutela minore rispetto alla possibilità di beneficiare dei contratti di solidarietà.
Oggi apprendiamo che lo stabilimento condovese non è considerato nell’offerta avanzata dagli imprenditori algerini della Cevital, giudicata dal Ministero dello sviluppo la migliore dal punto di vista economico, industriale e occupazionale. La modalità con cui (non) è stata gestita la questione potrebbe seriamente compromettere in modo irreversibile il futuro dello stabilimento.
Chiediamo a questo punto se la Giunta consideri gli impegni solo come atti formali e se il nostro ordine del giorno abbia lo stesso valore della carta straccia. E’ questo è il modo in cui si intendono tutelare i posti di lavoro in Valsusa e sul territorio piemontese?
Torniamo a chiedere un serio impegno, nel rispetto dell’atto approvato dal Consiglio, e prospettive che vadano ben al di là del solito piano “Grandi Opere e lavoro per tutti” che il PD da anni tenta di propinare alla Val di Susa, ma che, è ormai sotto gli occhi di tutti, è una colossale presa in giro.
Francesca Frediani, Consigliere regionale M5S

venerdì 28 novembre 2014

Lucchini:  Matteo Renzi vedrà Rebrab martedì ad Algeri

Nel corso dell'incontro con il presidente algerino anche quello con il numero uno di Cevital
PIOMBINO. Slitta di una settimana l’incontro tra i sindacati e i vertici Cevital. Un lutto ha colpito il presidente Issad Rebrab, che da mercoledì sera era a Piombino, costringendolo a prendere un aereo e tornare subito ad Algeri. Nella notte infatti è morta la sorella, malata da tempo, e quindi è stata rivoluzionata la sua agenda di appuntamenti.
Tra questi, c’era quello con Fim, Fiom e Uilm e con il commissario Piero Nardi, incontro per il quale si era parlato della giornata di oggi. Invece è tutto rinviato. In un primo momento Rebrab, dopo essersi congedato dal suo consulente Farid Tijani e mentre stava per imbarcarsi su un aereo a Roma, aveva fatto sapere di poter tornare a Piombino martedì 2 dicembre, subito dopo i funerali (Rebrab per quel giorno aveva anche un appuntamento a Firenze con il presidente della Regione, Enrico Rossi).
Ma proprio martedì prossimo è prevista la visita ad Algeri del presidente del consiglio Matteo Renzi con il presidente Abdelaziz Bouteflika e il primo ministro Abdelmalek Sellal. E a quanto pare il governo algerino avrebbe chiesto espressamente a Rebrab di essere presente durante tutta la giornata. Il presidente del gruppo Cevital dovrebbe quindi tornare a Piombino giovedì 4.
L’incontro con i sindacati potrebbe esserci quello stesso giorno, o al massimo venerdì. Lunedì 2 nel frattempo Luciano Gabrielli (Fiom), Fausto Fagioli (Fim) e Vincenzo Renda (Uilm) saranno a Roma, al ministero dello Sviluppo economico; incontreranno il sottosegretario Claudio De Vincenti per la vertenza Trw ma a margine, ovviamente, si parlerà anche di Cevital.
La speranza di tutti è che la prossima settimana il ministro Federica Guidi sia in grado di emettere il decreto che consentirebbe poi di chiudere l’operazione (entro Natale, altro auspicio) per la firma del preliminare di vendita.
Anche se Nardi ipotizza un tempo leggermente superiore: «Immagino che in 10-15 giorni dovrei avere la risposta che ritengo sarà positiva» ha detto il commissario straordinario al Tgr della Toscana. Per poi ribadire che «la proposta di Cevital è migliore dal punto di vista economico, è migliore dal punto di vista occupazionale, è migliore rispetto al piano industriale
»

Gli algerini comprano la Vertek… ma è quella di Piombino. Ancora nessuna novità per Condove

Lo stabilimento Vertek di Condove
Lo stabilimento Vertek di Condove
L’Acciaieria Lucchini potrebbe diventare presto… algerina. E anche la Vertek, che del Gruppo Lucchini fa parte. Attenzione però: qui si parla della Vertek di Piombino e non di quella di Condove, sul cui destino nulla ancora si sa, a parte le indiscrezioni su due “manifestazioni di interesse”.
Insomma, nulla di nuovo sotto il sole (anzi le nubi) per i 94 lavoratori in forza allo stabilimento di Condove. In ballo, ancora una volta, ci sono i posti di lavoro ma anche un pezzo importante del passato e del presente dell’industria valsusina.
Sul luogo dove oggi sorge la Vertek, infatti, agli inizi del Novecento si insediò la Società Anonima Bauchiero costruendo case, l’ambulatorio, la mensa aziendale, le scuole professionali. Una lunga storia, culminata con le vicende delle Officine Moncenisio.
Lo stabilimento, che fa parte del gruppo Lucchini, attraversa da tempo un periodo di grave incertezza ed è attualmente in regime di amministrazione straordinaria da parte del Ministero dello Sviluppo Economico
Secondo le notizie di questi giorni  l’acciaieria Lucchini di Piombino sarebbe in procinto di essere rilevata dal gruppo algerino Cevital, secondo quanto comunicato dal Commissario straordinario Piero Nardi che ha richiesto l’autorizzazione al Ministero dello Sviluppo per poter stipulare il contratto preliminare di cessione degli asset.
In particolare il Commissario straordinario avrebbe richiesto l’autorizzazione per la cessione dei seguenti rami di azienda: Lucchini Piombino, Lucchini Servizi, Vertek Piombino e alla cessione delle azioni GSI Lucchini nella misura del 69,7%;
Nel documento del Commissario si cita la Vertek, ma solo quella di Piombino.
Sulla Vertek di Condove non sarebbero state fatte offerte vincolanti, ma solo due manifestazioni di interesse.
Sulla vicenda interviene in questi giorni il consigliere regionale Antonio Ferrentino, che mette in luce come “lo stabilimento condovese abbia alcuni notevoli punti di forza essendo raggiunto da una linea di scalo ferroviario interna, oltre ad essere, almeno in parte, indipendente dal punto di vista energetico”
Così, il consigliere chiede ai vertici della Regione “ quali iniziative si intendano assumere per salvaguardare lo stabilimento Vertek di Condove a tutela dei 94 lavoratori e di questa importante realtà produttiva della nostra regione”.
L’interrogazione dovrebbe essere discussa martedì in Consiglio Regionale durante il question time.
(Bruno Andolfatto)

giovedì 27 novembre 2014

LUCCHINI: Slitta di una settimana l'incontro tra Cevital e sindacati

Morta nella notte la sorella del presidente Rebrab, appena arrivato a Piombino e costretto a ripartire. Tornerà giovedì, dopo un incontro con il premier Renzi ad Algeri
PIOMBINO. Slitta di una settimana l’incontro tra i sindacati e i vertici Cevital. Un lutto ha costretto il presidente Issad Rebrab, che dalla sera di mercoledì 26 era a Piombino, a prendere un aereo e tornare ad Algeri. Nella notte infatti è morta la sorella e quindi è stata rivoluzionata la sua agenda di appuntamenti. Tra questi, quello con Fim, Fiom e Uilm e con il commissario Piero Nardi, incontro per il quale si era parlato di venerdì 28.
In un primo momento Rebrab, prima di imbarcarsi su un aereo a Roma,  aveva fatto sapere di poter tornare a Piombino martedì 2 dicembre, dopo i funerali (Rebrab per quel giorno aveva anche un appuntamento con il presidente Enrico Rossi). Ma proprio martedì è prevista la visita ad Algeri del presidente del consiglioMatteo Renzi  con il presidenteAbdelaziz Bouteflika e il primo ministro  Abdelmalek Sellal. E a quanto pare  il governo algerino avrebbe chiesto espressamente a Rebrab di essere presente.  Il presidente del gruppo Cevital dovrebbe quindi tornare a Piombino giovedì 4.
 

LUCCHINI:  All'inizio della prossima settimana la firma del ministro Guidi

Entro qualche mese il primo gruppo di operai dovrebbe fare i corsi per l'uso dei nuovi forni
PIOMBINO. Il ministro Federica Guidi dovrebbe emettere lunedì 1, o comunque all’inizio della prossima settimana, il decreto per la vendita della ex Lucchini al gruppo Cevital.
Poi ci vorrà circa un mese per firmare il contratto preliminare. Tempo ce ne vuole, del resto, per «filtrare» la mostruosa mole documentale relativa agli impianti, alle autorizzazioni, alle concessioni, insomma alla vita burocratica del colosso fallito.
Tempo che però non possono permettersi i quasi quattromila lavoratori, diretti e indiretti, appesi al momento agli ammortizzatori sociali mentre il materiale da laminare è agli sgoccioli. I sindacati chiedono di stringere i tempi in modo da arrivare alla firma prima di Natale.
Anche per questo hanno sollecitato due incontri. Uno con lo stesso ministero, che potrebbe avvenire la prossima settimana. E uno con il commissario Piero Nardie i vertici Cevital. Quest’ultimo incontro dovrebbe avvenire proprio in questi giorni, magari domani.
Giovedì 27 è atteso a Piombino Farid Tidjani, consulente del presidente Issad Rebrab. «Spero che la prima colata di acciaio arrivi nel giro di due anni» diceMirko Lami, coordinatore rsu Fiom e coordinatore Cgil, riferendosi al primo dei due forni previsti dal piano industriale Cevital, quello che - almeno nelle previsioni - dovrebbe essere costruito in un anno e mezzo ( per il secondo forno sono previsti due anni).
«Cevital - prosegue Lami - si è impegnata per continuare la laminazione, ma attualmente abbiamo materiale fino a metà dicembre e così ci dovremo fermare con la produzione a inizio gennaio. Poi si tratterà di vedere quali sono i tempi per la realizzazione del primo forno elettrico. Ci aspettiamo di sapere quali sono le priorità dell’azienda algerina, anche se siamo consapevoli dei problemi burocratici esistenti in Italia».
Nella migliore delle ipotesi, tra qualche mese una parte dei lavoratori potrebbe cominciare la formazione per poter utilizzare i due nuovi forni. Intanto proseguono le reazioni del mondo politico.
Nicola Danti, europarlamentare Pd, in una nota parla di «nuovo futuro produttivo per lo stabilimento siderurgico di Piombino che porterà nuovi posti di lavoro. L’accordo con l’azienda algerina Cevital è un segnale molto importante per Piombino. L’impegno congiunto di Governo e Regione è stato decisivo e offre prospettive positive a una vicenda che ha portato anni di incertezze. A chi ci accusa di essere inconcludenti rispondiamo così, senza chiacchiere ma con azioni concrete».
Giuliano Fedeli (Tcr), vicepresidente del consiglio regionale, ribadisce che «quando c’è una volontà forte, un impegno e una serietà non solo dei politici ma di tutte le istituzioni interessate, le cose si possono fare senza bisogno di incappare in tempi biblici, nel pieno rispetto delle regole come per il porto di Piombino. E’ il caso della Lucchini che mi auguro potrà rivivere il sogno di essere il secondo polo siderurgico d’Italia».
E infine Valerio Fabiani, segretario Pd: «A Piombino si tornerà a produrre acciaio, in modo innovativo e più rispettoso dell’ambiente, ma con prospettive nuove che vanno nella direzione di uno sviluppo finalmente diversificato del territorio. Più sereni sul fronte Lucchini, la nostra attenzione non cessa di concentrarsi sulle altre situazioni di crisi, quella della Dalmine e della Magona»
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martedì 25 novembre 2014

Lucchini va alla Cevital: "La loro offerta è la più vantaggiosa"

Nardi chiede al ministero l'autorizzazione alla firma del contratto preliminare. I sindacati chiedono due incontri
PIOMBINO. Cevital si è aggiudicata la gara per la Lucchini. La notizia anticipata dal Tirreno, è ora ufficializzata da un comunicato della Lucchini. La decisione del Comitato è arrivata al termine di una brevissima riunione che ha deciso di inviare al ministero dello Sviluppo economico l'istanza con la decisione in favore del gruppo algerino, in attesa dell'ultimo atto, a questo punto puramente formale, la firma del ministro Federica Guidi.
"Il Comitato di sorveglianza di Lucchini SpA in amministrazione straordinaria e di Lucchini Servizi Srl in amministrazione straordinaria, riunitosi oggi a Roma _ dice il comunicato _ ha espresso parere favorevole ai sensi dell’art. 46 della Prodi bis, in merito all’Istanza per la cessione degli assets di Lucchini e Lucchini Servizi a Piombino, che il Commissario Straordinario Piero Nardi ha predisposto alla luce delle osservazioni emerse durante la precedente seduta del 21 novembre 2014".
"Con l’Istanza _ prosegue la nota della Lucchini _  che è stata consegnata agli uffici competenti del ministero dello Sviluppo economico, ai quali spetta il compito di avviare l’istruttoria amministrativa preordinata all’autorizzazione a stipulare l’atto di vendita ai sensi dell’art 42 della Prodi bis - il commissario richiede, al Ministero dello Sviluppo Economico, di essere autorizzato alla stipula con il Gruppo Cevital del contratto preliminare di cessione dei seguenti rami d’azienda: Lucchini Piombino, Lucchini Servizi e Vertek Piombino, e alla cessione delle azioni di GSI Lucchini pari al 69,27% del capitale sociale".

"L’offerta del Gruppo Cevital _ dice ancora la nota _ presenta condizioni più vantaggiose di quella concorrente, sia per quanto riguarda gli interessi dei creditori, sia per ciò che concerne le ricadute sociali del Piano Industriale, che prevede a regime l’occupazione di tutto il personale di Piombino, mediante il rilancio della produzione di acciaio, e attraverso importanti elementi di diversificazione nei settori dell’agro-alimentare e della logistica e riguarda un perimetro più ampio, il che rappresenta uno dei criteri contemplati dal disciplinare di gara. L’offerta di JSW Steel Limited, ritenuta anch’essa meritevole di grande attenzione per l’interesse dimostrato verso il sito industriale di Piombino, manterrà comunque validità giuridica fino a gennaio 2015".
I sindacati dei metalmeccanici chiedono due incontri. Con un comunicato le organizzazioni sindacali di Fim/Fiom/Uilm provinciali e le Rsu di stabilimento "Vogliono esprimere la soddisfazione per la scelta del commissario e del Comitato di sorveglianza che ha portato a dare lo stabilimento Lucchini alla algerina Cevital. In un comunicato della Lucchini, viene evidenziato che ha presentato condizioni più vantaggiose di altri sia sugli aspetti legati ai creditori, che sotto l'aspetto che concerne le ricadute sociali. Inoltre ha presentato un piano industriale che prevede a regime l'occupazione di tutto il personale, attraverso il rilancio della produzione di acciaio ma anche attraverso elementi di diversificazione nel settore agro-alimentare e logistica".
A questo punto, partirà a giorni, l'iter per la fase istruttoria che porterà al contratto definitivo di acquisto. 
 
"Certamente - proseguono - da adesso non possiamo aspettarci che i tempi di realizzazione del progetto algerino, siano brevi, perchè la burocrazia sarà presente in ogni momento, ma tutti insieme, sindacato, azienda, istituzioni, politica, dovremmo lavorare per abbattere il più possibile i tempi che la burocrazia richiede".
 
Le organizzazioni sindacali, richiedono due incontri, uno con la direzione del ministero per l'ufficialità e l'altro con il commissario e l'azienda Cevital per mettere le prime basi che serviranno ad aprire i confronti. 
 
Nei prossimi giorni si effettueranno le assemblee di fabbrica e cittadine per  informare tutti i Lavoratori e la cittadinanza, sul quadro della situazione e su come si pensa di procedere per costruire un percorso che dovrà essere intrapreso nei tempi necessari.

LUCCHINI : Cevital o Jindal, per la Lucchini è il giorno del verdetto

Il gruppo algerino sembra ampiamente in vantaggio. Il Comitato di sorveglianza darà il suo parere, poi toccherà al Mise 



Piombino. Oggi martedì 25 il Comitato di sorveglianza guidato da Corrado Calabrò, ex presidente dell’Authority per le comunicazioni, è chiamato a esprimersi sulla relazione finale di Piero Nardi, commissario straordinario della Lucchini, rispetto alla gara tra Cevital e Jindal. Già in serata è atteso un pronunciamento, anche se sarà poi il ministero dello Sviluppo economico a scrivere la parola fine sulla vicenda. In un clima di grande attesa, in modo sempre più chiaro si è fatta sempre più largo la generale convinzione che la proposta degli algerini di Cevital sia ampiamente in vantaggio su quella di Jindal. Secondo fonti qualificate il progetto complessivo della società guidata da Issad Rebrab avrebbe convinto il commissario Nardi, per la solidità economica della società algerina, che pure non ha un background siderurgico, e per il piano industriale costruito in modo da garantire la piena occupazione. Non solo: Cevital pare in grado di consentire anche una prospettiva diversificata all’economia del comprensorio, in virtù dell’altro progetto da realizzare nelle aree bonificate dello stabilimento, e cioè quello di un grande impianto agroalimentare (settore che rappresenta il vero core business della società algerina), favorito dalle nuove prospettive legate all’ampliamento e alla modernizzazione del porto. Un aspetto importante, quello della diversificazione, per un territorio da sempre legato alle mutevoli sorti del mercato dell’acciaio, per il quale è stato pagato un prezzo importante, anche in termini occupazionali, dalla privatizzazione dello stabilimento (1992) in avanti. Al contrario la Jsw di Sajjan Jindal, che pure nei mesi scorsi aveva preso pubblicamente impegni importanti per la realizzazione di un forno elettrico, in realtà non si è allontanato dalla proposta originaria, e cioè l’acquisto dei tre laminatoi, con la riassunzione all’incirca di 750 operai. Troppo grande il divario tra le due proposte, solo in parte contenuto dall’importanza dell’imprinting siderurgico del gruppo indiano, per attendersi oggi una scelta in favore della Jsw. Qualunque sia la decisione finale comunque è chiaro a tutti, sindacati e istituzioni in testa, che la città e il comprensorio avranno di fronte ancora anni molto difficili. Cevital infatti propone la realizzazione di due forni elettrici, ipotizzando la costruzione del primo in 18 mesi e del secondo in due anni. Tempi che per alcuni esperti sono decisamente ottimistici, ma che comunque fanno intendere come per un lungo periodo resterebbero in funzione solo i laminatoi, (dei quali è stato annunciato il revamping, oltre alla costruzione di un quarto impianto). Ecco che quindi sarebbero subito reimpiegati all’incirca solo un terzo dei dipendenti diretti di Lucchini e Lucchini servizi, con gli altri in solidarietà e gli operai dell’indotto in cassa integrazione. Secondo i piani di Cevital poi rientrerebbero progressivamente tutti gli altri, nell’arco di tempo necessario al completamento della nuova area fusoria. In quel periodo però una quota dei lavoratori in solidarietà (circa 200) potrebbe lavorare alla bonifica della vecchia acciaieria, necessaria a realizzare l’impianto agroalimentare. Si tratta di tempi non brevissimi per dar corpo all’intero progetto, ed è quindi fondamentale che quanto meno vengano ridotti i tempi burocratici da parte del Mise, per mettere in condizione la società vincitrice di operare il prima possibile. Allo stesso tempo è importante che proceda in modo spedito il lavoro per dare corpo all’Accordo di programma, con l’avvio dei bandi per le bonifiche portuali e di quelli per i progetti delle piccole e medie imprese
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lunedì 24 novembre 2014

LUCCHINI : Martedì 25 la decisione, Cevital (in vantaggio) o Jindal

Siamo all'atto finale con la riunione del comitato di sorveglianza al ministero

PIOMBINO. Dopo vari rinvii martedì 25 a Roma si attende la decisione finale sulle sorti della Lucchini. O meglio la scelta tra le offerte di Cevital e Jindal, che di fatto spetterà al commissario Piero Nardi, seppur condivisa col Comitato di sorveglianza.
Del resto Nardi ha sempre avuto il Comitato come punto di riferimento obbligato. L’organismo è composto da cinque membri, due di loro sono rappresentanti delle banche creditrici, Monte dei Paschi e Unicredit. Naturalmente Nardi aveva come obiettivo di riuscire a vendere tutti gli asset Lucchini, recuperando così una quota del debito accumulato (circa 800 milioni), e allo stesso tempo di favorire il massimo dell’occupazione.
Il problema è che nella complessa vicenda, col tempo perso con Khaled Al Habahbeh e il mantenimento in funzione dell’altoforno sino alla fine di aprile, si è asciugata la cassa, si è consumato il materiale a terra, e le proposte ora in gioco hanno portato con sé offerte economiche decisamente basse.
Cifre ufficiali non sono mai state fornite, ma secondo fonti qualificate siamo nell’ordine di poche decine di milioni. Così il commissario ha scelto all’inizio del mese di dare altri dieci giorni di tempo a Cevital e Jindal, aprendo una sorta di asta in cui teoricamente chiunque avrebbe potuto inserirsi. Dimostrando in questo modo al Comitato, una volta ricevute le ultime due offerte di Cevital e Jindal (praticamente le stesse della volta precedente) che quello comunque era il massimo che i creditori potevano ottenere.
Chiarito questo aspetto, la Lucchini in amministrazione straordinaria ha quindi potuto annunciare la settimana scorsa che «il Comitato ha concordato col commissario il metodo e i principi secondo i quali dovrà essere impostata l’istanza da presentare al Mise per procedere, dopo l’approvazione ministeriale, alla sottoscrizione del contratto preliminare di cessione».
A questo punto dunque la scelta dovrà tenere conto dei piani industriali, della loro sostenibilità, e delle prospettive occupazionali che offrono le due proposte. L’offerta degli algerini Cevital secondo varie fonti sembra dunque in vantaggio per le prospettive di riapertura dell’area a caldo e per l’impegno alla riassunzione di quasi tutti i dipendenti, oltre che per le prospettive di diversificazione legate alla realizzazione di un impianto agroalimentare.
Dall’altra parte, quella della Jsw (che chiede solo l’acquisizione dei laminatoi con la riassunzione di un terzo dei dipendenti), l’unico vero punto di forza resta il background siderurgico
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