venerdì 2 maggio 2014

Uno staff con Rossi per far marciare l’Accordo Piombino

La “cabina di regia” si riunirà già la prossima settimana Il presidente: «Gli operai sono il nostro miglior alleato»


PIOMBINO. L’Accordo di programma sul futuro della Lucchini, o meglio dell’intero comparto piombinese che ruota attorno alla fabbrica, inizierà a muovere i primi passi fin dalla prossima settimana. Lo garantisce il presidente della Regione Enrico Rossi, nominato dal governo presidente del coordinamento per l’attuazione dell’Accordo. La cosiddetta cabina di regia.
«Il coordinamento – dice Rossi – sarà convocato già la prossima settimana con l’obiettivo di redigere entro tre mesi il cronoprogramma per attivare l’Accordo di programma. Con l’Accordo abbiamo fatto un pezzo di quelle politiche industriali che a livello nazionale mancano e che da ogni parte vengono invocate, anzi abbiamo fatto di più, abbiamo fatto anche un pezzo delle politiche dei porti, altro settore che sente questa necessità».
Rossi ha chiara la difficoltà del lavoro che lo attende e che non affronterà da solo. «Già nella prima riunione del gruppo di coordinamento sull’Accordo – dice il governatore – proporrò la creazione di uno staff che segua passo per passo l’attuazione dell’Accordo stesso, non si devono allungare le decisioni politiche da prendere. E in questo senso il nostro miglior alleato è la classe operaia piombinese, che vuole restare in fabbrica, lavorare allo smantellamento di alcune parti della fabbrica, alle bonifiche, e che vuole arrivare a ricostruire l’area a caldo a Piombino».
Il presidente della Regione lo ha detto nei giorni scorsi e lo verrà a ripetere anche stamani all’iniziativa promossa dai sindacati per la festa del Primo Maggio: l’obiettivo è di far tornare Piombino a produrre acciaio nell’arco di due-tre anni. «Non rinunciamo alla possibilità che a Piombino riprenda la produzione di acciaio. Un quadro di certezze l’abbiamo dato, ora si tratta di trovare un investitore che si muova in questo quadro sfruttando le opportunità offerte dall’Accordo di programma. E, in un certo scenario, mi spingerei anche a pensare che sia lo Stato a prendere l’iniziativa per riprendere a Piombino la produzione di acciaio di qualità, in una situazione di riconversione ecosostenibile del sito. Del resto – prosegue Rossi – Piombino è una vicenda emblematica: si rimette al centro dell’attenzione e dell’impegno l’industria di base, si fa un uso quanto più ridotto possibile della cassa integrazione utilizzando i lavoratori nelle bonifiche; insomma, un circuito che alla fine rimette al centro il lavoro. Cosa dirò dunque agli operai per la Festa del lavoro? – dice Rossi – Dirò che non siamo qui a far chiacchiere, ma a combattere la battaglia insieme a loro facendo su Piombino il più grosso intervento nella storia della Regione Toscana, un intervento nel quale la Regione investe circa 140 milioni di euro».
E poi la questione del porto. «È un’altra scommessa – dice Enrico Rossi – quando partimmo sembrava una stramberia, ma adesso all’ampliamento del porto si lavora e rapidamente. Tutte le proposte sulla siderurgia hanno al centro la possibilità di utilizzare un porto più grande e più moderno. Poi da cosa nasce cosa, come si è visto con la questione della demolizione delle navi militari. Anche qui il quadro c’è, ora si tratta di trovare un imprenditoria che si piazzi in questo segmento».
Nicola Stefanini
01 maggio 2014    
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