Piombino, concerto per lavoratori Lucchini. I sindacati: “Mandate qui la Concordia”
Venerdì 16 attese centinaia di persone per "Musica e acciaio", non-stop di 6 ore nel luogo simbolo della storia della città e delle battaglie delle tute blu. Ci sarà anche il sindaco: "Ho fatto l'impossibile, ora l'obiettivo è minimizzare l'impatto sociale di questa transizione". Lami (Fiom Cgil): "Il nostro porto è la migliore soluzione per il relitto del Giglio"
Un concerto nel centro storico di Piombino in solidarietà ai lavoratori Lucchini per guardare al futuro con maggiore speranza: la decisione di fermare lo storico altoforno (l’impianto è in una sorta di coma indotto che lo porterà lentamente alla morte) è stato infatti un duro colpo per la “città dell’acciaio“. La non stop “Musica e acciaio“, organizzata da musicisti locali in collaborazione conUisp, si terrà il 16 maggio dalle 18 alle 24 nella piazza del torrione del Rivellino, luogo simbolo della storia di Piombino e delle battaglie delle tute blu. Sul palco si alterneranno una ventina di band locali. “La musica – affermano gli organizzatori – può unire e portare un messaggio di speranza: noi non ci arrendiamo”.
Il legame tra lo stabilimento siderurgico (2200 dipendenti diretti più un migliaio nell’indotto) e la città è strettissimo: “E’ la nostra vita, il nostro pane” taglia corto Luisa Merlini, una delle organizzatrici. All’evento prenderà parte anche il sindaco Gianni Anselmi, giunto alla fine del secondo mandato: “Ha fatto il possibile e l’impossibile per tenere in vita l’altoforno”. Un primo cittadino che è stato sempre in prima linea: nell’ottobre 2012 per cercare di attirare l’attenzione del governo e della politica nazionale salì addirittura sul tetto dello stabilimento insieme a altri lavoratori. “Quella di Piombino – dichiara Anselmi a ilfattoquotidiano.it – è una partita molto complessa. Durante tutti questi anni abbiamo cercato di fare il massimo”. Il sindaco dice di “non aver niente di cui rimproverarsi”. L’unico rimpianto “è non aver potuto dare il via alla riconversione dello stabilimento con gli impianti accesi”. Poi uno sguardo al futuro: “L’obiettivo è minimizzare l’impatto sociale di questa transizione e tornare a produrre acciaio in tempi ragionevolmente rapidi”.
Tutti i dipendenti dello stabilimento – spiega il coordinatore delle rsu Fiom Mirko Lami, diventato “famoso” dopo lo scambio a distanza con Beppe Grillo – sono in regime di solidarietà (tagliato in media il 60% delle ore complessive di lavoro). Sono un migliaio le tute blu attualmente al lavoro tra laminazione, parte logistica e cokeria. Lami auspica che il relitto della Costa Concordia possa essere smantellato qui: “Piombino rappresenta la miglior soluzione sia in termini di sicurezza, essendo il porto più vicino all’isola del Giglio, sia in termini di costi: non dimentichiamoci che per garantire 4 anni di ammortizzatori sociali a 3mila lavoratori si spendono 160 milioni di euro”. Chi sarà a comprare la Lucchini? La fase di due diligence è stata prorogata fino al 30 maggio. Per la presentazione delle offerte vincolanti ci sarà tempo fino al 18 giugno: entro l’estate la partita sarà probabilmente chiusa. Secondo alcune indiscrezioni sarebbero due i gruppi in pole-position, entrambi indiani: la Jspl e la Jsw. Più defilata invece l’ucraina Steelmont. Piombino è intanto impegnata a costruire il proprio futuro. L’accordo di programma firmato lo scorso 24 aprile alla presenza di Matteo Renzi ha stanziato circa 250 milioni di euro per la riqualificazione e la riconversione del polo industriale (142 per il comparto siderurgico): “In tre anni avremo uno stabilimento d’avanguardia in Europa” ha recentemente dichiarato il governatore Enrico Rossi. Piombino, “cuore d’acciaio”, è pronta a una nuova sfida.
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