lunedì 19 maggio 2014

  LA POSSIBILE OFFERTA PER 

 LE ACCIAIERIE LUCCHINI E LA VICENDA MAGONA

-La Nazione-
PIOMBINO  dom 18 mag, 2014



ORMAI, vista la situazione, non si può dare nulla per scontato. Però l’interesse di Jindal per le Acciaierie Lucchini apre uno scenario senza dubbio affascinante. Per sapere se il colosso indiano dell’acciaio sia realmente propenso ad aprire una testa di ponte in Europa, bisognerà aspettare il 18 giugno, data ultima per la presentazione delle offerte vincolanti, ma è chiaro che dal punto di vista industriale la sfida è aperta tra i magnati. Da una parte Lakshmi Mittal, amministratore delegato di Arcelormittal, dall’altra i fratelli Naveen e Sajjan Jindal, a capo di un gruppo emergente nell’ambito dell’acciaio. Un derby che a Piombino potrebbe giocarsi a distanza di pochi metri, quelli che separano lo stabilimento Lucchini dalla Magona, due fabbriche divise solo dalla via di Portovecchio.
IN LUCCHINI tecnici e manager indiani hanno svolto una serie di ricognizioni che testimoniano l’interesse di Jindal. Il «Sole 24 ore» ritiene che questo interesse sia concreto. E spiega i motivi. Jindal, come Lucchini è specializzato nella siderurgia ferroviaria. Inoltre gli indiani utilizzano già il Corex, la tecnologia alternativa per la produzione della ghisa che, secondo le previsioni dell’accordo di programma per Piombino dovrebbe permettere allo stabilimento di tornare a produrre acciaio. Infine Jindal con Piombino si aprirebbe una strada per entrare nel mercato europeo.
SECONDO il quotidiano di Confindustria ci sarebbe già una cifra per l’offerta indiana: 130 milioni di euro. Secondo alcune stime, afferma ancora il «Sole» gli indiani potrebbero «rilevare tra gli 800 e i mille addetti dalla procedura (circa 2mila i lavoratori diretti a Piombino, per i quali nelle scorse settimane si è concordato di ricorrere ai contratti di solidarietà). Tra i principali ostacoli da superare, in queste ultime settimane di due diligence, resta però la questione ambientale. Si tratta di capire bene i confini, le responsabilità, la divisione di ruoli (tra istituzioni, procedura e futura proprietà) nel futuro processo di bonifica delle aree (per il quale potrebbe essere impiegata parte della forza di lavoro in esubero)».
PER CERTI VERSI il «derby» indiano tra Jindal e Mittal richiama un passaggio cruciale della storia recente della siderurgia a Piombino. Agli inizi degli anni Duemila, in particolare poco prima che Arcelor (l’azienda franco-spagnola-lussemburghese) fosse scalata da Mittal, si parlò per mesi di una clamorosa possibile fusione tra Acciaierie Lucchini e Magona. Certo, sarebbe stato necessario un impianto per trasformare i laminati lunghi in laminati piani, ma in questo modo Magona avrebbe eliminato i costi di trasporto per il coils e Lucchini avrebbe avuto una produzione già prenotata di almeno 6-700 mila tonnellate. L’affare, che forse oggi avrebbe evitato problemi alle due fabbriche, come si sa non si concluse. Chissà che ora torni l’antico dualismo Magona-Acciaierie.
Luca Filippi

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