I dubbi dei sindacati dopo la condanna
-Il Tirreno-
— PIOMBINO — dom 25 mag, 2014
«A FINE giugno chiudo il mio mandato a Piombino». Ne è certo il commissario straordinario Lucchini Piero Nardi che ha ricordato date e scadenze della procedura di vendita dello stabilimento, in un’intervista a Siderweb.
INTANTO però il governo, per questo ultimo mese potrebbe avere qualche problema, perché la sentenza arrivata da Taranto di condanna in primo grado di Nardi a otto anni e sei mesi, per la questione amianto e sicurezza ambientale, sembra che preveda pure – come ha dichiarato Rosario Rappa Fiom – “l’interdizione dell’esercizio dell’industria”. Piero Nardi comunque va avanti ed è certo che entro l’estate Lucchini avrà un nuovo proprietario. “Il 18 giugno scade il termine posto per le offerte vincolanti per Piombino, Lecco, Gsi e Vertek. Per quanto riguarda Trieste dovrebbe essere una settimana dopo – ha detto Nardi a Siderweb – io spero a fine giugno di aver chiuso il mio mandato, poi servirà un mese per i contratti e gli aspetti di carattere formale».
C’È ATTESA e timore a Piombino, attesa per capire chi comprerà Lucchini e quale sarà il futuro dello stabilimento. Quali investimenti verranno effettuati, come si trasformerà il secondo polo siderurgico d’Italia. E quando potrà tornare a produrre acciaio.
Intanto le sorti di un altro stabilimento siderurgico, l’Ilva di Taranto, si stanno intrecciando ancora una volta con quelle di Piombino, soprattutto dopo la sentenza di condanna in primo grado per Piero Nardi, che secondo indiscrezioni avrebbe dovuto sostituire il commissario straordinario dell’Ilva Enrico Bondi. «E’ particolarmente significativa la disposta interdizione dall’esercizio dell’industria nei confronti dei massimi responsabili della siderurgia italiana.
QUESTO, naturalmente, pone un problema anche di natura politica cui il Governo deve dare una risposta». A dichiararlo è Rosario Rappa, della segreteria nazionale della Fiom Cgil, dopo la sentenza, pronunciata a Taranto, con la quale sono stati condannati a pene pesanti 27 ex manager del siderurgico sia gestione di Stato, Italsider-Ilva, che privata, gruppo Riva. E ancora operativo nel mondo dell’acciaio è proprio Nardi. «Il caso Taranto non si è risolto con questa sentenza.
OCCORRE ricostruire un’industria siderurgica che al contempo offra lavoro e tuteli la vita» dice ancora Rappa. Le condanne sono riferite ai decessi di 28 operai avvenuti tra il 2004 e il 2010 ed esposti, nella loro attività di lavoro, all’amianto presente nell’acciaieria.
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