lunedì 6 ottobre 2014

Tenere duro e lottare 

devono diventare le parole d'ordine


Siamo un gruppo di lavoratori di Piombino( dipendenti della Lucchini, della Magona Arcelor Mittal, della Sol e delle ditte appaltatrici) che, adesso devono unire all' incertezza occupazionale anche la perdita dei loro diritti fondamentali. Il Governo Renzi mentre continua a non dare risposte soddisfacenti alla crisi della siderurgia di Piombino, decide con la revisione dello Statuto dei lavoratori, di togliere ai lavoratori stessi,la qualifica di cittadini. La riforma renziana del lavoro prevede, infatti: il demansionamento , il controllo dei lavoratori con mezzi elettronici e l' abolizione dell' art. 18 che, ricordiamo, prevede che il lavoratore licenziato senza giusta causa sia reintegrato nel suo posto di lavoro. Questa riforma, tanto moderna, riduce i lavoratori a schiavi medioevali: dovremo accettare tutto: ritmi di lavoro, livelli salariali minimi, condizioni di sicurezza. Ogni più piccola cosa sarà pretesto per il licenziamento. In pratica si produrrà un gara, tra i lavoratori, a chi accetta le condizioni di lavoro peggiori, pur di mantenere il posto di lavoro, condizioni di lavoro da terzo mondo, che niente hanno a che fare con la nostra Costituzione, di cui vogliamo ricordare proprio il primo articolo : "L' Italia è una Repubblica fondata sul lavoro". Noi vogliamo che a Piombino si torni a produrre acciaio salvando tutti i posti di lavoro, ma con la stessa determinazione, esigiamo di tornare in fabbrica a testa alta con la copia della Costituzione nella tasca della tuta da lavoro e non la la palla al piede di chi ha perso la libertà. Le generazioni che ci hanno preceduto hanno conquistato i diritti sanciti nello Statuto dei lavoratori attraverso lotte e sacrifici indicibili; adesso spetta a noi difenderli per assicurare alle future generazioni un mondo del lavoro che renda la vita degna di essere vissuta. Noi apprezziamo e condividiamo le forme di lotta decise dal sindacato per protestare contro la cancellazione dell' art. 18 e ad esse parteciperemo.
Pensiamo che adesso sia arrivato il momento di superare le mezze misure; è il momento dello sciopero generale, di bloccare il paese e, se sarà necessario, raccogliere le firme per l'abolizione di questa controriforma. Intanto il giorno in cui il Parlamento incomincia decretare la morte dei diritti dei lavoratori non può essere vissuto come un giorno normale; per questi motivi mercoledì 8 ottobre ( dalle ore 24.00 del 7 ottobre alle ore 24 dell' 8 ottobre) faremo un presidio nell' aiuola antistante l' ingresso della SOL , all' ingresso di Piombino. Ci vestiremo "da schiavi" per simboleggiare le condizioni in cui ci vogliono ridurre, ma soprattutto per evidenziare che solo con la lotta i lavoratori potranno spezzare le catene di chi vuole togliere loro la dignità. E' veramente schiavo non chi ha le catene ai piedi, ma chi accetta di essere schiavo.
Piombino. 6 ottobre 2014
Aruta Antonio  
Balestri Nico
Beccari Alberto
Checchi Paolo
Ferrara Gaetano
Francini Paolo
Lugli Daniele
Martini Sergio
Matteuzzi Massimo
Morelli Daniele
Quaglierini Gianluca
Rossi Maurizio
Venturi Fabio

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