IO VI ACCUSO
Per quell'impiegato che ho visto raccogliere verdura buttata via dai banchi del mercato, all'ora di chiusura: io vi accuso.
Per la giovane madre che ha lasciato il lavoro perché non riesce a pagare i costi dell'Asilo nido: io vi accuso.
Per l'operaio che ho visto infilato in un secchione della spazzatura per racimolare cibo gettato: io vi accuso.
Per le botte prese da padri di famiglia che difendevano la propria dignità lavorativa: io vi accuso.
Per le due co-madri che vivono con l'ansia che, se succedesse qualcosa ad una di loro, l'altra non potrebbe far riconoscere la sua maternità sulla figlia non biologicamente sua: io vi accuso.
Per la donna di 60 anni che deve lavorarne altri 7 ma non trova lavoro perché troppo vecchia: io vi accuso.
Per i figli e le figlie che abbandonano l'Italia perché all'estero trovano un luogo che qui non c'è: io vi accuso.
Per quelle giovani e quei giovani che non riconoscono l'articolo 1 della Costituzione perché pensano che il lavoro sia solo asservimento e sfruttamento: io vi accuso.
Per le donne mortificate, umiliate, sfruttate, picchiate, stuprate, uccise per una cultura sempre più sessista: io vi accuso.
Per le migranti e i migranti trattati come bestie e guardati con sospetto: io vi accuso.
Per le acque del Mediterraneo piene di cadaveri: io vi accuso.
Per il cinismo, la corruzione, il marciume che ha preso posto nella coscienza delle persone, posto svuotato della bellezza, dell'arte, della cultura, dell'amore per lo studio: io vi accuso.
Per questa terra diventata minacciosa e insicura perché travolta dalla cieca ambizione, dalla stupidità, dall'avidità: io vi accuso.
Per una generazione di ventenni che sopravvive emotivamente prendendo psicofarmaci: io vi accuso.
Per la disperazione che porta chi non lavora più a suicidarsi: io vi accuso.
Per la rabbia e l'indignazione soffocati dalla ottusità del possesso e dell'acquisto: io vi accuso.
Per quelle persone che si sono perse nelle vostre sale da gioco: io vi accuso.
Per l'arroganza con cui parlate di chi rappresentate: io vi accuso.
Per i balletti in cui vi scaricate reciprocamente le responsabilità: io vi accuso.
E anche se voi vi credete assolti, siete per sempre coinvolti.
Davide Suppo
operaio Vertek
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