Federacciai critica l'offerta Cevital. E da Algeri rispondono: "E' tutto falso"
Contro il presidente Gozzi anche il viceministro De Vincenti: "Nessuno si permetta ingerenze". E Enrico Rossi medita un'azione legale
PIOMBINO. «L'ipotesi di installare in Italia un'ulteriore capacità da forno elettrico da 2 milioni di tonnellate avrebbe un effetto distorsivo sia sull'equilibrio tra domanda e offerta di rottame che nell'approvvigionamento di energia elettrica, per non parlare del mercato dei prodotti».
Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, sul Sole 24 Ore, lancia un messaggio di allerta e forte preoccupazione per l'iniziativa degli algerini di Cevital, intenzionati a rilevare le attività della Lucchini di Piombino per produrre acciai speciali oltre a tondo, vergella e profilati mercantili. Federacciai teme che l'iniziativa di Cevital metta a repentaglio la tenuta dell’intero sistema elettrosiderurgico del nord Italia.
E a Cozzi, rispondono sia il viceministro allo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, sia il sindaco di Piombino,Massimo Giuliani. Mentre il governatoreEnrico Rossi medita un'azione legale.
Ma la risposta più forte arriva da Farid Tidjani, il consulente della Cevital e braccio destro del presidente Issad Rebrab. Da Algeri parla chiaro: «Tutto quello che dice Gozzi è falso. Stiamo preparando una risposta chiara e precisa, con i dati che confutano le dichiarazioni del presidente di Federacciai. A cominciare dal rottame».
«La Lucchini – dice invece il viceministro De Vincenti – è un'azienda in amministrazione straordinaria e, per tutti i siti, il Commissario sta conducendo con la massima trasparenza una procedura a evidenza pubblica competitiva rispetto alla quale il Governo svolge la funzione di garanzia prevista dalle norme».
E ancora: «Nessuno, proprio nessuno, può permettersi ingerenze di alcun tipo in questo processo così importante per il futuro degli stabilimenti Lucchini e per i lavoratori e le comunità locali interessate».
De Vincenti ricorda inoltre che «Su ogni sito tutte le offerte vengono valutate, come da norma, con riferimento al respiro del piano industriale riferito a quel sito e alla capacità finanziaria atta a sostenerlo e ciò a tutela del futuro produttivo e occupazionale del sito stesso».
Le risorse pubbliche stanziate all'interno dell'Accordo di Programma per Piombino, aggiunge il vice ministro, «Riguardano, come da normativa europea, opere infrastrutturali (portuali e stradali) e bonifiche, nonché la possibile sperimentazione di tecnologie ambientalmente innovative. Non ha quindi nessun senso parlare di risorse a sostegno specifico dell'attività del siderurgico».
E il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, parla di “vera ingerenza” da parte di Federacciai: «Il presidente di Federacciai fa il suo mestiere, difende le posizioni degli elettrosiderurgici italiani. Noi dobbiamo difendere gli interessi di un intero territorio massacrato dalla crisi ed assicurare la continuità produttiva della Lucchini e migliaia di posti di lavoro».
«Nel mirino - prosegue il sindaco - c'è ora il piano presentato dall'algerina Cevital, che prospetta la realizzazione di due forni elettrici per una capacità produttiva di 2 milioni di tonnellate all'anno, esattamente quella che aveva la Lucchini prima della crisi. Questo, insieme alla possibilità di importare preridotto realizzato in Algeria, sarebbe in grado di sconvolgere, secondo il presidenteGozzi, l'intero sistema elettrosiderurgico italiano. Incredibilmente si appella al governo perché difenda gli interessi di una parte dei produttori d'acciaio nazionali, non preoccupandosi affatto di sollevare le sorti della Lucchini di Piombino, anzi, il presidente Gozzi conferma che il miglior piano sarebbe stato quello presentato dalla sua azienda, la Duferco, che puntava alla verticalizzazione della sovrapproduzioni delle acciaierie del Nord».
Si tratta, a parere di Giuliani, di una vera ingerenza nella procedura in corso: «Che deve vedere invece il commissario straordinario Piero Nardi, il comitato di vigilanza ed il ministero impegnati a valutare con la dovuta serenità la qualità dell'offerta economica e del piano industriale dei due contendenti attualmente in campo, la Jsw di Jindal e l'algerina Cevital. Un giudizio che deve basarsi sulle scelte di innovazione tecnologia, contenute peraltro in entrambe le proposte, ma soprattutto sul futuro stabile che i rispettivi piani industriali potranno assicurare al polo siderurgico e all'intero territorio in termini produttivi ed occupazionali. Siamo di fronte a due proposte che appaiono serie e che devono essere attentamente valutate per tutte le conseguenze che implicano per il territorio che siamo chiamati ad amministrare, da cui provengono istanze che vogliamo rappresentare anche in questa delicata fase, contribuendo al lavoro del commissario e a quello del governo».
Ancora più duro Enrico Rossi, presidente della Regione, che pensa anche ad un'azione legale nei confronti di Federacciai.
«Non solo questi miseri capitalisti italiani non sono stati in grado di offrire una proposta decente per Piombino ma addirittura vorrebbero che nessuno lo facesse e che fosse il Governo ad impedirglielo.
I padroni delle ferriere vogliono il mercato quando gli fa comodo e vogliono la tutela pubblica del loro monopolio quando e' minacciato dalla concorrenza e dallo sviluppo tecnologico».
La Regione sta valutando se agire per le vie legali. «Diffideremo, mentre sono in corso le procedure per la valutazione delle offerte, chi interviene, come ha fatto il presidente di Federacciai, rischiando di alterare il corretto svolgimento delle procedure di evidenza pubblica in corso. Ho dato mandato all'avvocatura regionale di valutare se esistano gli estremi per un'azione legale a tutela dell'azienda, dei lavoratori, di Piombino e della Regione Toscana».
Alle critiche ha poi risposto lo stesso Gozzi. «Ma quale ingerenza, ma quale turbativa d’asta, ho semplicemente espresso un ragionamento, peraltro pacato e rispettoso, di politica industriale e credo che questo sia pienamente legittimo e compatibile col mio ruolo di presidente degli industriali siderurgici italiani»
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