giovedì 16 ottobre 2014

LUCCHINI: DOPO CEVITAL TORNA ANCHE KLESCH A DISTURBARE JINDAL

la lavorazione delle rotaie in Lucchini
la lavorazione delle rotaie in Lucchini

Piombino (LI) – Lunedì scorso mentre gli algerini di Cevital esponevano il loro piano industriale al sindaco di Piombino Giuliani, a Roma il comitato di vigilanza sull’amministrazione straordinaria Lucchini imponeva una nuova battuta d’arresto a Jindal, chiedendo ulteriori miglioramenti della sua offerta (che ricordiamo era di circa 23 milioni di euro, ndr.), chiaro messaggio che i giochi sono riaperti sul fronte Lucchini. Ora il nuovo colpo di scena di Klesch: suoi i 4,5 milioni di tonnellate di lunghi Tata Steel Corus, e rinnovato interesse per lo stabilimento di Piombino.
Il presidente della società algerina Cevital, l’imprenditore Issad Rebrab ha proposto al sindaco e ai sindacati la realizzazione in 18 mesi di una prima acciaieria elettrica ed entro due anni di un secondo forno per una capacità produttiva di due milioni di tonnellate di acciaio, in parte di qualità ed in parte comune, da destinare soprattutto al mercato nordafricano. Interesse puntato anche sul porto e sulle aree più vicine alla città che saranno dismesse, per sviluppare quella sembra la vocazione principale del gruppo, la filiera agroalimentare. Massima attenzione di Cevital anche al valore aggiunto, tanto che al sindaco e alle organizzazioni sindacali ha prospettato un revampig completo dei laminatoi attuali e la costruzione di un quarto impianto di laminazione che possa nel giro di pochi anni ricollocare tutti gli attuali dipendenti dello stabilimento.
Per quanto riguarda Klesch invece è notizia di oggi che il gruppo Tata Steel Corus ha ceduto in toto i propri asset di lunghi British, vale a dire i siti di Teesside, Dalzell e Clydebridge in Scozia (travi e rotaie diventeranno uno dei core business del gruppo svizzero nell’acciaio, che raggiungerà così una capacità produttiva compresa tra i 4,5 e i 5 milioni di tonnellate annue). forte della nuova acquisizione, secondo quanto indicato su Siderweb, Klesch non avrebbe abbandonato l’idea di poter incorporare nel proprio gruppo anche gli asset di Piombino diventando così di fatto il terzo incomodo  per Jindal per l’acquisizione del secondo polo produttivo di acciaio in Italia.
Altre indiscrezioni, infine, lo darebbero persino pronto a richiedere un appuntamento con il commissario Ilva, Piero Gnudi, per poter valutare anche il dossier Ilva.
Questi interessi “Last minute”, dopo mesi di silenzio mentre Jndal presentava la sua offerta, hanno come principale problema i tempi nella procedura di cessione della Lucchini. La città ha bisogno di certezze e i lavoratori hanno il diritto di conoscere il loro futuro. Urgono quindi rapide offerte vincolanti nel giro dei prossimi giorni per trasformare tutte queste manifestazioni d’interesse in atti concreti, anche perché a gennaio la Lucchini non avrà più materiale a terra da laminare e necessariamente entro la fine di ottobre vanno definiti gli approvvigionamenti delle materie prime per non chiudere anche i laminatoi e rinunciare  agli attuali 700 posti impegnati nella produzione di rotaie.

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Lucchini, in 400 per tre ore di sciopero contro il Jobs Act

Sciopero dalle 9 alle 12 e in 400 con corteo fino a Piazza Gramsci dove si è tenuto l’intervento dei segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm, e di alcuni sindaci della Val di Cornia. Così i lavoratori della Lucchini hanno manifestato contro il Jobs Act e per chiedere di accelerare sulla questione della siderurgia piombinese.
“Sulla Lucchini non si può più perdere tempo – è stato spiegato durante la manifestazione – non possiamo rischiare di entrare in un gioco come quello dell’oca che quando siamo al traguardo si torna indietro. Le scelte stanno al commissario e al Governo, ma la vicenda va chiusa il prima possibile perché ormai lo stabilimento rischia di perdere il mercato che è rimasto, in particolare per quanto riguarda le rotaie, e avere ulteriori riflessi negativi sull’occupazione”. Sembra infatti che lunedì prossimo sarà tolto il gas che alimenta la cokeria e l’Afo.
Dal CORRIERE ETRUSCO 15/10/2014

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