venerdì 31 ottobre 2014

Lucchini, in arrivo l'ultima offerta Jsw

Fissata per il 4 novembre la riunione del Comitato di sorveglianza: Jindal pronto a rilanciare per battere la proposta Cevital







PIOMBINO. E’ attesa entro venerdì 31 l’ultima offerta della Jsw diSajjan Jindal per la Lucchini: un comunicato della società in amministrazione straordinaria ha di fatto accorciato i tempi per la decisione finale, annunciando che martedì 4 novembre (stesso giorno in cui il viceministroClaudio De Vincenti incontrerà i sindacati), si riunirà il Comitato di sorveglianza chiamato a valutare le proposte per lo stabilimento piombinese. Mercoledì 29 la Lucchini ha anche ufficializzato la presentazione di un’offerta delle Acciaierie Venete per il laminatoio di Lecco, in competizione con quella di Duferco-Feralpi.

Per Piombino invece al momento sul piatto, dopo che la seconda offerta di Jindal è stata respinta con la richiesta di miglioramenti e chiarimenti, c’è la proposta del Gruppo algerino Cevital, che fin qui ha incontrato il favore di istituzioni e sindacati. Un consenso facilmente comprensibile per la portata complessiva dell’offerta della società guidata da Issad Rebrab: due forni elettrici (il primo entro un anno e mezzo) da due milioni di tonnellate, riammodernamento dei laminatoi e realizzazione di un nuovo impianto. E soprattutto riassunzione della maggior parte dei duemila dipendenti, in virtù di un progetto che prevede investimenti nel settore agroalimentare (vera forza del gruppo algerino) per produrre zucchero, olio vegetale e mangimi biologici.
Ecco perché Jindal per rientrare in partita dovrà fare un’offerta che dal punto di vista degli impegni sulla ripresa produttiva e sull’occupazione sia vicina a quella concorrente.

La Jsw al momento ha il solo vantaggio di disporre del materiale da laminare, proveniente dai suoi stabilimenti indiani (Cevital invece dovrebbe acquistarlo sul mercato), oltre ovviamente alla propria caratterizzazione siderurgica. Fin qui la Jsw dal punto di vista formale ha chiesto solo i laminatoi, definendo «eventuale» la realizzazione di un forno elettrico. Secondo indiscrezioni il gruppo indiano ora non solo sarebbe disposto ad avviare subito questa realizzazione, ma proporrebbe anche la costruzione di due impianti per la preriduzione, così da rispondere non esclusivamente alle proprie esigenze ma pure a una richiesta di mercato che – in modo abbastanza imprevedibile – arriverebbe dai produttori del Nord, interessati a verificare la possibilità di uscire dal giogo costituito dal sempre più fluttuante prezzo del rottame. Un altro elemento che chiarirebbe ancor meglio la sfuriata del presidente di Federacciai (e di Duferco), Antonio Gozzi, nei confronti della Cevital, e al contrario il favore dimostrato rispetto al possibile arrivo a Piombino degli indiani Jsw
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giovedì 30 ottobre 2014

IO VI ACCUSO



Per quell'impiegato che ho visto raccogliere verdura buttata via dai banchi del mercato, all'ora di chiusura: io vi accuso.

Per la giovane madre che ha lasciato il lavoro perché non riesce a pagare i costi dell'Asilo nido: io vi accuso.

Per l'operaio che ho visto infilato in un secchione della spazzatura per racimolare cibo gettato: io vi accuso.

Per le botte prese da padri di famiglia che difendevano la propria dignità lavorativa: io vi accuso.

Per le due co-madri che vivono con l'ansia che, se succedesse qualcosa ad una di loro, l'altra non potrebbe far riconoscere la sua maternità sulla figlia non biologicamente sua: io vi accuso.

Per la donna di 60 anni che deve lavorarne altri 7 ma non trova lavoro perché troppo vecchia:
io vi accuso.

Per i figli e le figlie che abbandonano l'Italia perché all'estero trovano un luogo che qui non c'è:
io vi accuso.

Per quelle giovani e quei giovani che non riconoscono l'articolo 1 della Costituzione perché pensano che il lavoro sia solo asservimento e sfruttamento:
io vi accuso.

Per le donne mortificate, umiliate, sfruttate, picchiate, stuprate, uccise per una cultura sempre più sessista:
io vi accuso.

Per le migranti e i migranti trattati come bestie e guardati con sospetto: io vi accuso.
Per le acque del Mediterraneo piene di cadaveri:
io vi accuso.

Per il cinismo, la corruzione, il marciume che ha preso posto nella coscienza delle persone, posto svuotato della bellezza, dell'arte, della cultura, dell'amore per lo studio:
io vi accuso.

Per questa terra diventata minacciosa e insicura perché travolta dalla cieca ambizione, dalla stupidità, dall'avidità:
io vi accuso.

Per una generazione di ventenni che sopravvive emotivamente prendendo psicofarmaci:
io vi accuso.

Per la disperazione che porta chi non lavora più a suicidarsi: io vi accuso.
Per la rabbia e l'indignazione soffocati dalla ottusità del possesso e dell'acquisto:
io vi accuso.

Per quelle persone che si sono perse nelle vostre sale da gioco:
io vi accuso.

Per l'arroganza con cui parlate di chi rappresentate:
io vi accuso.

Per i balletti in cui vi scaricate reciprocamente le responsabilità:
io vi accuso.

E anche se voi vi credete assolti, siete per sempre coinvolti.

Davide Suppo 
operaio Vertek

mercoledì 29 ottobre 2014

Foto dei Lavoratori Lucchini Vertek 
alla Manifestazione 
del 17/10/2014 a Torino


martedì 28 ottobre 2014

LUCCHINI  Piombino : Assemblea di fabbrica, l'appello "Fate presto"

In fabbrica i sindacati chiedono di chiudere in fretta e di scegliere l'offerta che tuteli l'occupazione
PIOMBINO. E' in corso l'assemblea di fabbrica alla Lucchini.Il prossimo 4 ottobre ci sarà l'incontro al ministero richiesto dal sindacato per capire le intenzioni del Governo in attesa di avere elementi di chiarezza in merito alle offerte di Jindal e Cevital.
Certo è che il sindacato prediligera' l'offerta che guarderà non solo al rilancio industriale completo dello stabilimento, ma che sarà in grado di tutelare tutta l'occupazione dei diretti e dell'indotto, perché tutti i lavoratori coinvolti da anni in questa vertenza,possano guardare al futuro con un po più di serenità.
"Tutto questo - dice Ilaria Landi della Uilm - con la dovuta cautela ed occhio vigile x evitare errori di valutazione passati. La parola d'ordine però è fare presto , siamo in presenza di due offerte importanti che devono concretizzarsi quanto prima con la firma dell'accordo preliminare che porti agli investimenti ed alla ripartenza degli impianti.
"Piombino - dice ancora la sindacalista - deve ripartire e siamo pronti a mobilitarci in grande. Questo in risposta anche alle ingerenze di tutte quelle lobby che, in modo vergognoso, stanno cercando di affossare la nostra industria nel miraggio del profitto personale"
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LUCCHINI :  Rossi incontra Cevital

 "A Piombino le condizioni per il rilancio"

Issad Rebrab a Firenze si è visto con il governatore della Toscana
PIOMBINO. "A Piombino ci sono le condizioni politiche, sociali e lavorative per un rilancio complessivo". Queste la parole del presidente Enrico Rossi al termine dell'incontro, assai cordiale, avuto oggi con Issad Rebrab, fondatore e presidente del gruppo algerino Cevital, in seguito alla presentazione della sua offerta vincolante al Commissario straordinario Nardi per la cessione delle attività del Gruppo Lucchini. L'interesse algerino fa seguito ad una prima offerta vincolante del Gruppo indiano JSW.
"La scelta tra le offerte in campo - ha proseguito il presidente Rossi - compete al commissario Nardi. Il carattere particolare della proposta algerina è la sua proiezione mediterranea, che ridarebbe all'Italia, alla sua industria e alla sua portualità, la sua vocazione, anche in considerazione dei futuri sviluppi e mutamenti di scenario in Africa del Nord e nel resto del continente europeo mediterraneo".
L'ospite ha illustrato al presidente la realtà Cevital, presente in settori con 15.000 dipendenti ed un fatturato annuo di 2,5 miliardi di euro: dal 2012 ha rilevato impianti produttivi in Francia e Spagna nel settore dell'edilizia ed elettrodomestici secondo una strategia di co-localizzazioni complementari sulle due sponde del bacino mediterraneo, ovvero competenze e produzioni specialistiche da una parte, produzione su larga scala ed accesso a mercati in crescita dall'altra.
Rebrab ha poi spiegato al presidente Rossi i tre punti della proposta di Cevital per il rilancio del sito di Piombino con più di 400 milioni di investimenti, di cui 120 nel 2015. Per la siderurgia prevede l'apertura di due forni elettrici e di un nuovo laminatoio (in aggiunta ai due esistenti) per una capacità a regime di 2 milioni di tonnellate annue rispetto ad un fabbisogno, solo in Algeria, di 3,5 milioni, con l'obiettivo di reimpiegare in 2 anni la maggior parte della manodopera esistente.
Per la logistica la creazione di un polo di import-export per le attività dell'intero Gruppo Cevital (serramenti, vetro piano, elettrodomestici, siderurgia, agroalimentare, ecc.), mentre per l'agroalimentare, previa bonifica dei terreni, la produzione di etanolo / biodiesel, di mangimi ed olio vegetale, nonché di zucchero con un impatto occupazionale significativo.
Rossi ha risposto affermando che la competitività di Piombino è sostenuta dai due accordi di programma firmati tra Governo e Regione, Comune ed Autorità portuale, rispettivamente nel 2013 con 130 milioni dalla Regione per gli adeguamenti del porto con l'escavo a 20 metri e la realizzazione di nuove banchine, e nel 2014 per la riqualificazione del polo siderurgico di Piombino con ulteriori 70 milioni dalla Regione per bonifiche ed incentivi agli investimenti, a cui si aggiungono 70 milioni di risorse nazionali. Una considerazione a cui monsieur Rebrab ha risposto ribadendo "la volontà di voler effettuare un investimento duraturo ed orientato ad una crescita in Toscana".
L'incontro, a cui hanno partecipato anche il rappresentante di Cevital in Italia, Farid Tidjani e il vicepresidente del Consiglio regionale della Toscana, Giuliano Fedeli, si è concluso con uno scambio di doni. Rossi ha consegnato all'ospite una copia del suo libro "Viaggio in Toscana" ricevendone in cambio la sua autobiografia con la dedica "vedere in grande, cominciare dalle cose piccole e andare veloci".
 

domenica 26 ottobre 2014

Cgil: attento, Matteo. Non stare sereno


Non consiglieremmo a Matteo Renzi di star sereno dopo quello che è avvenuto ieri a Roma. Nascosti tra le bandiere rosse, hanno sfilato anche i suoi elettori o quelli che dovrebbero essere destinatari di una politica che guarda finalmente alla società infragilita e dispersa e le dà coraggio, speranza.
La Cgil – è questa la novità – ha raccolto sotto le sue insegne non solo i garantiti, ma anche gli sfruttati, i disoccupati, coloro che hanno perso il lavoro e non lo ritrovano più. C’erano i nonni e i nipoti legati dallo stesso destino, i rivoluzionari di mestiere e lemamme senza futuro, gli studenti senza parte, gli operai senza più fabbriche, gli insegnanti senza cattedra, i militanti senza partito. Pensavano che Renzi fosse un amico e se lo ritrovano avversario. Pensavano che fosse cambiato il mondo e lo vedono a braccetto con Verdini e Marchionne.
Non era facile, in questa Italia annichilita, rassegnata a una povertà di massa e a una nuova solitudine, scegliere di partire, giungere fino a Roma per mostrarsi, farsi sentire e finalmente farsi contare. Provi Renzi adesso a riempire piazza San Giovanni così. “Respect”, diceva il cartello di un manifestante. Ecco, è parso che questo governo non abbia rispetto per il suo dolore e per i suoi diritti e non abbia alcuna connessione sentimentale con le sue passioni, la sua storia, la sua memoria, il modo stesso di intendere la vita. Eppure ilPartito democratico è nipote di quel Pci (mai così tante bandiere del partito di Berlinguer come ieri) a cui ha preso molto e restituito niente. Dire, come fa Renzi, che la piazza non troverà ascolto, mettere questi operai al pari dei tecnocrati che hanno dominato la politica e contribuito ad aggravare la crisi economica, è molto più di un affronto.
È una analisi rozza che denota insieme l’identità e l ’ alterità del personaggio, la sua estraneità a un mondo anche grazie al quale egli è a Palazzo Chigi. Far rispondere dalla Leopolda a questo evento così politico, così popolare e così imponente al finanziere Davide Serra, magari esperto in subprime e derivati, sembra puro sfottò. Ma la piazza, il premier lo imparerà presto, conta molto più delle sue slide colorate.

Acciaierie Piombino: Cevital, "nostra offerta tutela occupazione"

Acciaierie Piombino Cevital   nostra offerta tutela occupazione
23:36 25 OTT 2014
dal Sito www.AGI.it
(AGI) - Roma, 25 ott. - L'offerta vincolante per le acciaierie Lucchini di Piombino presentata dal gruppo algerino Cevital consente di salvaguardare il posto di lavoro di tutti gli addetti dell'impianto, laddove la proposta concorrente degli indiani di Jsw Steel, che prevede l'importazione dal subcontinente di acciaio da laminare, "comporterebbe la delocalizzazione di 500 posti di lavoro". E' quanto si legge in una lettera, della quale l'Agi ha preso visione, nella quale il rappresentante di Cevital, Farid Tidjani, replica al duro attacco del presidente di Federacciai, Antonio Gozzi, che lo scorso 22 ottobre, in un'intervista al Sole 24 Ore, aveva criticato fortemente l'offerta dell'azienda nordafricana, affermando che "l'ipotesi di installare in Italia un'ulteriore capacita' da forno elettrico da 2 milioni di tonnellate avrebbe un effetto distorsivo sia sull'equilibrio tra domanda e offerta di rottame che nell'approvvigionamento di energia elettrica, per non parlare del mercato dei prodotti". Tidjani si dice "amareggiato" dalle dichiarazioni di Gozzi. "Non cerchiamo di disturbare il mercato siderurgico italiano ma di farlo rivivere", si legge nella lettera, "l'obiettivo di Federacciai dovrebbe essere decisamente proiettato sul futuro piuttosto che cercare di difendere delle posizioni superate: incoraggiare la ricerca di nuovi prodotti e nuove tecnologie e dimenticare i prodotti e i mercati che prima o poi finiranno nelle mani dei concorrenti dei paesi emergenti". "Il progetto di Cevital ha i vantaggi di mantenere in Italia non solo la produzione di acciaio caldo, ma anche i posti di lavoro; mentre l'importazione di un milione di tonnellate di acciaio da laminare a Piombino comporterebbe la delocalizzazione di 500 posti di lavoro", prosegue Tidjani, "Cevital intende acquisire e installare in Algeria un impianto Dri che alimentera' Piombino in spugne e anche, se del caso, le altre acciaierie italiane". "Si deve poi sapere che il mercato europeo del rottame registra una eccedenza aunnua di 3 milioni di tonnellate: e' evidente allora che non esiste e non esistera' alcuna 'distorsione sul mercato' ", si legge ancora nella lettera, "per quanto riguarda i 'mercati dei produttori del Nord Italia', il Sig. Gozzi dovrebbe sapere che i mercati non appartengono a nessun produttore ma semmai a chi dimostra ogni giorno la propria capacita' tecnologica e competenza manageriale". Tidjani ricorda inoltre al presidente di Federacciai che l'Italia conta per il 40,83% delle importazioni di tondino algerine, nonche' per il 45,89% di quelle di vergella e per il 3,24% dei laminati mercantili. "Palese e' allora lo spazio esistente anche per la futura produzione di Piombino, senza che si verifichi alcuna paventata distorsione per il mercato dei prodotti finiti, siamo pure pronti ad aiutare i produttori di acciaio italiani a commercializzare i prodotti in eccedenza permettendo loro un pieno impiego del personale", conclude il rappresentante di Cevital, "visto quanto sopra, chiedo al Sig. Gozzi di non complicare il gia' difficile lavoro che il Commissario Nardi sta cercando, con coraggio, di portare a termine". Le dichiarazioni di Gozzi avevano suscitato le dure reazioni dei sindacati e del governatore della Toscana, Enrico Rossi, che stanno valutando entrambi l'esistenza degli estremi per un'azione legale. "I padroni delle ferrerie vogliono il mercato quando gli fa comodo e vogliono la tutela pubblica del loro monopolio quando e' minacciato dalla concorrenza e dallo sviluppo tecnologico", aveva tuonato Rossi mercoledi' scorso. Sul tema si era espresso anche il vice ministro allo Sviluppo Economico, Claudio De Vincenti, secondo il quale "nessuno, proprio nessuno, puo' permettersi ingerenze di alcun tipo in questo processo cosi' importante per il futuro degli stabilimenti Lucchini e per ui lavoratori e le comunita' locali interessate". "Mi rendo conto che a Piombino sono in bilico 1.500 posti di lavoro ma d'altra parte io devo ragionare pensando ai 35 mila posti di lavoro dell'intero comparto siderurgico", era stata la controreplica di Gozzi. E' attesa intanto per la fine del mese la presentazione al Comitato di sorveglianza della relazione di Piero Nardi, nominato nel dicembre 2012 dal governo commissario della Lucchini, che e' in amministrazione straordinaria.

sabato 25 ottobre 2014

ROMA 25/10/2014 MANIFESTAZIONE FIOM CONTRO IL JOBS ACT
LAVORATORI LUCCHINI - Vertek  di CONDOVE 
PRESENTI !









MA QUANTO E' BELLA ROMA TINTA DI ROSSO 







mercoledì 22 ottobre 2014


Federacciai critica l'offerta Cevital. E da Algeri rispondono: "E' tutto falso"

Contro il presidente Gozzi anche il viceministro De Vincenti: "Nessuno si permetta ingerenze". E Enrico Rossi medita un'azione legale
PIOMBINO. «L'ipotesi di installare in Italia un'ulteriore capacità da forno elettrico da 2 milioni di tonnellate avrebbe un effetto distorsivo sia sull'equilibrio tra domanda e offerta di rottame che nell'approvvigionamento di energia elettrica, per non parlare del mercato dei prodotti».
 
Antonio Gozzi, presidente di Federacciai, sul Sole 24 Ore, lancia un messaggio di allerta e forte preoccupazione per l'iniziativa degli algerini di Cevital, intenzionati a rilevare le attività della Lucchini di Piombino per produrre acciai speciali oltre a tondo, vergella e profilati mercantili. Federacciai teme che l'iniziativa di Cevital metta a repentaglio la tenuta dell’intero sistema elettrosiderurgico del nord Italia.
 
 
E a Cozzi, rispondono sia il viceministro allo sviluppo economico, Claudio De Vincenti, sia il sindaco di Piombino,Massimo Giuliani. Mentre il governatoreEnrico Rossi medita un'azione legale.
 
Ma la risposta più forte arriva da Farid Tidjani, il consulente della Cevital e braccio destro del presidente Issad Rebrab. Da Algeri parla chiaro: «Tutto quello che dice Gozzi è falso. Stiamo preparando una risposta chiara e precisa, con i dati che confutano le dichiarazioni del presidente di Federacciai. A cominciare dal rottame».
 
«La Lucchini – dice invece il viceministro De Vincenti – è un'azienda in amministrazione straordinaria e, per tutti i siti, il Commissario sta conducendo con la massima trasparenza una procedura a evidenza pubblica competitiva rispetto alla quale il Governo svolge la funzione di garanzia prevista dalle norme».
 
E ancora: «Nessuno, proprio nessuno, può permettersi ingerenze di alcun tipo in questo processo così importante per il futuro degli stabilimenti Lucchini e per i lavoratori e le comunità locali interessate».
De Vincenti ricorda inoltre che «Su ogni sito tutte le offerte vengono valutate, come da norma, con riferimento al respiro del piano industriale riferito a quel sito e alla capacità finanziaria atta a sostenerlo e ciò a tutela del futuro produttivo e occupazionale del sito stesso».
 
Le risorse pubbliche stanziate all'interno dell'Accordo di Programma per Piombino, aggiunge il vice ministro, «Riguardano, come da normativa europea, opere infrastrutturali (portuali e stradali) e bonifiche, nonché la possibile sperimentazione di tecnologie ambientalmente innovative. Non ha quindi nessun senso parlare di risorse a sostegno specifico dell'attività del siderurgico».
 
E il sindaco di Piombino, Massimo Giuliani, parla di “vera ingerenza” da parte di Federacciai: «Il presidente di Federacciai fa il suo mestiere, difende le posizioni degli elettrosiderurgici italiani. Noi dobbiamo difendere gli interessi di un intero territorio massacrato dalla crisi ed assicurare la continuità produttiva della Lucchini e migliaia di posti di lavoro».
 
«Nel mirino - prosegue il sindaco - c'è ora il piano presentato dall'algerina Cevital, che prospetta la realizzazione di due forni elettrici per una capacità produttiva di 2 milioni di tonnellate all'anno, esattamente quella che aveva la Lucchini prima della crisi. Questo, insieme alla possibilità di importare preridotto realizzato in Algeria, sarebbe in grado di sconvolgere, secondo il presidenteGozzi, l'intero sistema elettrosiderurgico italiano. Incredibilmente si appella al governo perché difenda gli interessi di una parte dei produttori d'acciaio nazionali, non preoccupandosi affatto di sollevare le sorti della Lucchini di Piombino, anzi, il presidente Gozzi conferma che il miglior piano sarebbe stato quello presentato dalla sua azienda, la Duferco, che puntava alla verticalizzazione della sovrapproduzioni delle acciaierie del Nord».
 
 
Si tratta, a parere di Giuliani, di una vera ingerenza nella procedura in corso: «Che deve vedere invece il commissario straordinario Piero Nardi, il comitato di vigilanza ed il ministero impegnati a valutare con la dovuta serenità la qualità dell'offerta economica e del piano industriale dei due contendenti attualmente in campo, la Jsw di Jindal e l'algerina Cevital. Un giudizio che deve basarsi sulle scelte di innovazione tecnologia, contenute peraltro in entrambe le proposte, ma soprattutto sul futuro stabile che i rispettivi piani industriali potranno assicurare al polo siderurgico e all'intero territorio in termini produttivi ed occupazionali. Siamo di fronte a due proposte che appaiono serie e che devono essere attentamente valutate per tutte le conseguenze che implicano per il territorio che siamo chiamati ad amministrare, da cui provengono istanze che vogliamo rappresentare anche in questa delicata fase, contribuendo al lavoro del commissario e a quello del governo».
 
Ancora più duro Enrico Rossi, presidente della Regione, che pensa anche ad un'azione legale nei confronti di Federacciai. 
 
«Non solo questi miseri capitalisti italiani non sono stati in grado di offrire una proposta decente per Piombino ma addirittura vorrebbero che nessuno lo facesse e che fosse il Governo ad impedirglielo.
I padroni delle ferriere vogliono il mercato quando gli fa comodo e vogliono la tutela pubblica del loro monopolio quando e' minacciato dalla concorrenza e dallo sviluppo tecnologico».
 
La Regione sta valutando se agire per le vie legali. «Diffideremo, mentre sono in corso le procedure per la valutazione delle offerte, chi interviene, come ha fatto il presidente di Federacciai, rischiando di alterare il corretto svolgimento delle procedure di evidenza pubblica in corso. Ho dato mandato all'avvocatura regionale di valutare se esistano gli estremi per un'azione legale a tutela dell'azienda, dei lavoratori, di Piombino e della Regione Toscana».
   
Alle critiche ha poi risposto lo stesso Gozzi. «Ma quale ingerenza, ma quale turbativa d’asta, ho semplicemente espresso un ragionamento, peraltro pacato e rispettoso, di politica industriale e credo che questo sia pienamente legittimo e compatibile col mio ruolo di presidente degli industriali siderurgici italiani»
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martedì 21 ottobre 2014

LUCCHINI

Nardi al lavoro sull'offerta di Cevital

Ora la partita è fra gli algerini e l'indiana Jindal. I sindacati chiedono di fare in fretta
PIOMBINO. Da non avere uno straccio di offerta, a parte l’illusione araba, ad averne due proprio sul filo di lana.
Come preannunciato, lunedì mattina il consulente della Cevital, Farid Tidjani, ha depositato nell’ufficio del notaio David Morelli l’offerta vincolante del gruppo algerino per l’acquisizione della Lucchini.
Ne ha dato notizia anche il sindaco Massimo Giuliani in apertura del consiglio comunale e lo ha confermato la stessa Lucchini con una breve nota: «Il commissario straordinario Piero Nardi, con l’assistenza dei legali e del management aziendale, avvierà quanto prima l’analisi dell’offerta ricevuta, tenuto conto anche dell’avanzato progetto Jindal».
In realtà l’analisi sarebbe già cominciata nel pomeriggio di lunedì, quando lo stesso Nardi e i rappresentanti della Cevital si sono chiusi in direzione, alla Lucchini. Cosa si siano detti, non si sa. Così come non conosciamo i dettagli dell’offerta.
I sindacati, che hanno incontrato Tidjani tra l’appuntamento dal notaio e quello con Nardi, dicono di aver ricevuto rassicurazioni sia sotto l’aspetto finanziario (fidejussioni comprese) che sotto quello industriale.
Per esempio Vincenzo Renda (Uilm) sostiene che «ci hanno garantito il riassorbimento di tutti i lavoratori. Per un periodo verranno utilizzati ammortizzatori sociali, ma nell’arco di due anni saranno realizzati gli impianti, due forni elettrici, per arrivare a produrre due milioni di tonnellate annue di acciaio».
L’idea sarebbe di costruire i due forni in padule, dove attualmente ci sono i treni di laminazione; e di spostare il treno rotaie per liberare tutta l’area. Quando dice «tutti i lavoratori» Renda intende quelli diretti Lucchini, di Lucchini servizi e anche quelli di Gsi (società fuori dal bando ma per la quale Cevital ha presentato un’ulteriore offerta).
E gli altri? Renda ipotizza «qualche centinaio di posti» previsti da un ulteriore progetto di Cevital, legato al settore agroalimentare (produzione di zucchero) e logistico marittimo, dove la multinazionale avrebbe intenzione di concentrare i relativi traffici con l’Algeria.
Ora Nardi dovrà comunicare l’offerta al comitato di sorveglianza, che poi avrà 60 giorni per valutarla. Ma a giorni si attende anche la terza offerta della Jsw, con Sajian Jindalcostretto a rilanciare dopo essere stato prima congelato dallo stesso comitato e poi «sfidato» da un concorrente agguerrito, quell’Issad Rebrab che forse si è mosso solo adesso per il timore di veder sbarcare l’acciaio indiano in Europa.
Jindal, interessato fino a ieri solo ai laminatoi, sembrava l’ultima spiaggia. Ora pare che voglia mettere sul piatto anche un forno. L’offerta di Reprab è più allettante. Ma quale sarà la più affidabile? Certo è che il tempo stringe. Il materiale per mandare avanti i laminatoi è agli sgoccioli, i sindacati premono per chiudere entro il 28 ottobre.
Poi sarà mobilitazione. «Ci vuole prudenza - aggiunge Renda - da anni siamo in attesa, ora siamo in presenza di due offerte interessanti. Chiediamo al commissario e al governo che facciano prima possibile, perché lo stabilimento e il territorio sono stremati. Si scelga l’acquirente che dà più garanzie sotto l’aspetto finanziario ed economico, ma anche per il futuro industriale e occupazionale. Noi non ci schieriamo con nessuno. Posso solo dire siamo stati convocati un paio di volte solo da Cevital. Ma le nostre valutazioni potremo farle solo quando sarà siglato il preliminare di vendita».
Un cenno alla questione dell’energia. Il gruppo algerino avrebbe preannunciato di voler incontrare i vertici di Enel, dando una disponibilità per un accordo nell’immediato. Ma a regime? I forni elettrici sono particolarmente energivori ma non è escluso che gli algerini abbiano in mente l’uso del proprio preridotto e del proprio gas metano. In ogni caso, al momento nessuno avrebbe parlato di centrali a carbone.