lunedì 30 giugno 2014

Nuovi possibili acquirenti per la Lucchini?

Un'azienda di Torino?

Slitta ancora la presentazione dell'offerta vincolante?

domenica 29 giugno 2014

sabato 28 giugno 2014

mercoledì 25 giugno 2014

LUCCHINI-Vertek Condove 
ULTIME  NOTIZIE




A distanza di 5 mesi dall’ inizio delle pubblicazioni e a pochi giorni dalla data prevista per la chiusura del bando di vendita della LUCCHINI in amministrazione Controllata, dopo avervi fornito tutte le notizie in nostro possesso vere, presunte e anche false (vedi SMC), con questa ultima informazione trapelata da ambienti vicini al Commissario Straordinario dott. Piero Nardi, di cui vi daremo conto in seguito, intendiamo fermarci qui.

Riteniamo che le prossime notizie sulla difficile trattativa di vendita non possano più essere pubblicate poiché a questo punto devono essere assolutamente ufficiali.
Non avendo questo blog l’ufficialità pensiamo che continuare la pubblicazione di ogni notizia da noi conosciuta rischi di generare fraintendimenti e confusione tra i dipendenti, l’esatto contrario delle intenzioni di questo blog.

Rimaniamo comunque a disposizione, se utile, alla pubblicazione di notizie certe ed ufficiali da parte dei soggetti coinvolti nella delicata trattativa.

Ringraziamo i lettori, gli amministratori, i delegati sindacali, gli amici giornalisti delle testate Toscane,i quotidiani da cui abbiamo attinto le notizie, i giornalisti delle testate locali e tutti coloro che hanno permesso la crescita di questo spazio di informazione che speriamo sia stato utile.

Detto questo però non abbiamo intenzione di chiudere, semplicemente ci mettiamo in pausa, se poi i lettori ci supporteranno ancora, ricominceremo quando la Procedura di vendita sarà definita e tutto tornerà,ci auguriamo, alla normalità. Se invece la risoluzione di questa ingarbugliata situazione aziendale dovesse richiedere una lotta da parte della maestranze vi promettiamo che saremo puntualmente qui per informarvi.

ULTIME NOTIZIE sullo stato di avanzamento della procedura di vendita della LUCCHINI in amministrazione controllata

Apprendiamo da fonti vicine al Commissario Nardi che il giorno 5 scade il termine delle offerte.
 La situazione ad oggi vede impegnato un solo soggetto (JWS) interessato  ai soli laminatoi della Lucchini di Piombino.
Per quanto riguarda la vendita della Vertek delle due cordate italiane, che in precedenza avevano mostrato interesse, una pare si sia ritirata per problemi di sostenibilità. la seconda è attualmente impegnata in un’altra operazione finanziaria che, nel caso non andasse a buon fine, la farebbe rientrare in gioco.
 Il commissario, se non pressato, intenderebbe chiudere la procedura di Piombino-Lecco e in seguito verificare tutte le strade percorribili per la soluzione della procedura Vertek.
Queste notizie, andranno naturalmente verificate per non rincorrere false chimere (il caso degli arabi SMC insegna)
Ma la notizia se confermata, e solo il tempo ce lo potrà dire, è che ad oggi non vi sono manifestazioni di interesse per Vertek .


Salviamolavertek.blogspot.it

domenica 22 giugno 2014

POST del SINDACO di CONDOVE



Questa mattina per la prima volta in vita mia ho rivolto la parola a un Cardinale, per di più a nome e per conto dei miei concittadini. Gli ho parlato delle nuove povertà da affrontare, delle tante persone senza lavoro e che hanno perso la casa. Gli ho detto di ringraziare Papa Francesco per le belle parole di qualche settimana fa, indirizzate agli operai della Lucchini e per l'enciclica sulla difesa dell'ambiente che sta preparando.



Fiat, Ilva e le altre. L'agenda del lavoro



Le colonne dei maggiori quotidiani nazionali - il Sole 24 ore appare spesso meno ideologico del Corriere della Sera - reggono la facciata di un palazzo svuotato, crollato. Le granitiche certezze delle politiche di deregolamentazione del mercato del lavoro, di riduzione del salario, di flessibilizzazione del mercato del lavoro e di privatizzazione avrebbero dovuto attirare capitali stranieri capaci di fermare la distruzione del sistema industriale italiano.
Gli «amici sono alle porte», ci hanno ripetuto i presidenti del consiglio che si sono alternati: perchè potessero varcare la soglia bisognava ridurre la presenza dello Stato, falciare le tutele dell'ambiente e dei lavoratori, tagliare la spesa pubblica e liberaralizzare attività come la sanità in modo che la liquidità finanziaria potesse scorrere, ridare vita ai rami secchi della nostra economia e farne germogliare di nuovi.
È così? Quali crisi industriali sono state risolte? Quanti gruppi multinazionali hanno investito creando nuove produzioni? Quale il saldo sull'occupazione? Ed infine, siamo così sicuri che politiche nazionali possano offrire possibilità di progresso?
Se vogliamo provare ad uscire dalla crisi, queste domande dovrebbero essere al centro di un confronto a carte scoperte tra istituzioni, imprese, lavoratori e cittadinanza. Marcegaglia, Ilva, Fiat, Alcoa, le aziende dell'elettronica, solo per guardare al settore metalmeccanico, rappresentano ognuna in modo diverso la deindustrializzazione del paese. Nei talk show ci viene detto di continuo che la causa di tutto è l'assenza di riforme. In verità di riforme nella direzione auspicata da manager - in giacca e cravatta o col maglioncino - da uomini e donne delle istituzioni collocate a destra come a sinistra, da editorialisti ed esperti ce ne sono state tante: l'art. 8 di Sacconi sulle deroghe ai contratti e alle leggi, la riforma Fornero sulle pensioni, la modifica dell'art. 18, il Jobs Act e da ultimo l'intervento sulla pubblica amministrazione. Il fatto è che non hanno prodotto i risultati annunciati.
Di cosa avremmo bisogno? Di investimenti pubblici e privati utili a costruire una società che offre lavoro e promuove la cittadinanza, che tutela la natura e i beni comuni. L'esempio più semplice è la mobilità. La vita media degli autobus in Italia è superiore a 12 anni, il trasporto pubblico su rotaia per i pendolari è quantitativamente e qualitativamente inadeguato, il mercato dell'auto sempre più dominato dalle importazioni. C'è l'esigenza dei cittadini di una mobilità pubblica e privata che abbia un impatto ridotto sull'ambiente, e c'è la possibilità di realizzare produzioni industriali che allarghino l'occupazione. Andiamo in questa direzione? Nel piano industriale della Fca (la Fiat ormai dovremo chiamarla così) non sono stati annunciati modelli di automobili con motori ibridi o elettrici. La produzione di autobus pubblica vede il disimpegno e la privatizzazione nelle scelte del governo e quel che rimane del settore privato rischia di essere colonizzato. La produzione di treni, neanche a dirlo, vede Finmeccanica scegliere di vendere il settore civile per rimanere coi piedi ben saldi nel militare. È questa la visione del futuro che abbiamo? In più, molte aziende che si erano collocate nel settore della produzione «green» stanno ora chiudendo; lo stesso avviene in un altro settore chiave come l'elettronica.
Invece di affrontare questi problemi di fondo, si indugia sulla flessibilizzazione in entrata ed in uscita, vengono distrutti posti di lavoro, si fanno accordi tra organizzazioni di imprese e sindacali che permettono deroghe alle norme e al salario, si ignora l'esigenza di tutela del reddito nelle iniziative contro la disoccupazione. Un ruolo centrale può e deve averlo chi lavora. Serve costruire programmi di investimento affiancati da formazione, ricerca e innovazione, intrecciando nuove produzioni possibili e domanda della cittadinanza.
Dal 2008 i metalmeccanici Fiom provano a non farsi rinchiudere nel recinto corporativo dell'aziendalismo e si sono messi alla ricerca di chi vuole condividere un'idea di cambiamento. Abbiamo moltiplicato gli incontri, in Europa e nel mondo, con altri soggetti, sindacati ed esperti, le iniziative comuni con associazioni e movimenti: un tentativo di opporsi alle tendenze in atto, di resistere agli effetti della crisi. Ora la sfida è costruire una coalizione tra chi lavora, chi è precario, chi ricerca, chi studia, che in Europa sia capace di sfidare la classe dirigente. Nonostante i fallimenti - la crisi, l'austerità - continuano a decidere loro. È una strada difficile, perchè l'élite decide in fretta, crea fatti compiuti, fa a meno della democrazia. Dalla storia degli ultimi anni, in particolare in Italia, bisognerebbe imparare che non basta aver ragione, o pensare di averla, per costruire il consenso e intraprendere un conflitto. La democrazia non accetta scorciatoie. Sindacati, movimenti, associazioni, dovrebbero esserne consapevoli.

Michele Di Palma  22/06/2014 
dal Sito http://www.controlacrisi.org/

giovedì 19 giugno 2014


Piombino non deve chiudere: gli operai della Lucchini cantano Frankie Hi-nrg

Sulle note del celebre rap "Quelli che Benpensano" di Frankie Hi-nrg, cantate dagli operai dell'acciaieria Lucchini di Piombino in un video realizzato da Marco Bussinello e Klaus Davi. Un grande produttore pubblicitario (da Barilla alla Campari), un famoso massmediologo e un autore musicale, si sono messi insieme per "raccontare la classe operaia, farla rientrare nella narrazione dei mass media". Sullo sfondo la Cgil nella cui sede è stato presentato lo spot di un minuto e mezzo "Piombino non deve chiudere".  Facce e vite vere. Alessandro gruista, Debora disoccupata, Mauro elettromeccanico, Francesco addetto impianti, Massimo classificatore rottami, Roberto manutentore, Alessandro tornitore: sono le tute blu della Lucchini di Piombino. Non cantano come professionisti ma l'impatto visivo è efficace. Durante il video passano diversi slogan come "senza giustizia sociale non c'e' liberta'" o "il lavoro e' un diritto, e' dignita'".  Il video è stato fatto a costo zero



«Lucchini, subito un incontro al ministero»

Dopo il faccia a faccia tra De Vincenti e Jindal i sindacati metalmeccanici chiedono chiarimenti

PIOMBINO. Il sindacato ha chiesto un incontro in tempi brevi al viceministro Claudio De Vincenti e al commissario straordinario Piero Nardi, per capire i termini dell’interesse per la Lucchini di Sajjan Jindal, patron della Jsw, e la situazione dell’Accordo di programma.
La richiesta è arrivata al termine del consiglio di fabbrica di ieri mattina in cui Rsu e segreterie di Fim, Fiom e Uilm hanno fatto il punto della situazione, dopo l’incontro di Jindal a Roma la scorsa settimana col viceministro Claudio De Vincenti, a cui è seguito quello con Matteo Renzi e e il ministro dello Sviluppo economico, Federica Guidi.
Incontri che hanno confermato l’interesse dell’industriale indiano – pare al momento limitato a laminatoi e impianti marittimi – e al contempo la necessità posta dalla Jsw di chiarire alcuni aspetti, in particolare quelli ambientali e legati alle bonifiche. Aspetti che sono ancora al centro del lavoro da parte dei rapprsentanti legali del gruppo siderurgico indiano.
Il termine per la presentazione dell’offerta vincolante è slittato ai primi giorni del mese prossimo, quando si capiranno le vere intenzioni di Sajjan Jindal.
In consiglio di fabbrica si è discusso dell’Accordo di programma, in particolare per l’esigenza che vengano confermate le tutele ai lavoratori: la “solidarietà” per i dipendenti – punto centrale di un’intesa di tipo politico sugli ammortizzatori sociali – infatti rischia di tornare in discussione alla fine dell’estate, per la possibile fermata della cokeria che, in contemporanea col l’auspicato arrivo di Jsw, che però presupporrebbe l’acquisizione solo di alcuni impianti, renderebbe difficile mantenere quel tipo di ammortizzatore sociale.
In consiglio di fabbrica è emerso anche il dissenso per la decisione che il governo ormai sembra aver preso sulla destinazione della Concordia.
Il sindacato si è detto consapevole che l’arrivo del relitto della Concordia non avrebbe risolto i problemi occupazionali di Piombino, convinto però che comunque, oltre ai positivi aspetti economici, si sarebbe trattato di un forte segnale di attenzione ai problemi della città e delle sue industrie.(cloz)

Lucchini: il presidente del gruppo indiano Jws vede Matteo Renzi e Enrico Rossi

L'offerta vincolante, che dovrebbe riguardare il laminatoio e l'impianto marittimo, dovrebbe arrivare entro il 5 luglio

PIOMBINO. Il presidente del gruppo indiano dell'acciaio Jws, Sajjan Jindal, interessato a presentare un'offerta per la Lucchini, ha visto nei giorni scorsi il premier Matteo Renzi e il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. La notizia è stata confermata da fonti della Regione Toscana. Rossi avrebbe visto Jindal in due diverse occasioni, prima insieme al premier, e poi in un nuovo incontro.
Il gruppo Jws ha mostrato fattivamente un interessamento per la Lucchini come dimostrato anche dalle diverse viste fatte a Piombino. L'offerta vincolante che dovrebbe riguardare il laminatoio e l'impianto marittimo dovrebbe arrivare entro il 5 luglio, dopo lo slittamento dei termini. Resta però da capire il futuro dell'area fusoria. E' su quest'ultimo aspetto che i sindacati continuano a chiedere garanzie al ministero dello Sviluppo economico. "Abbiamo chiesto un incontro al ministero prima del 5 luglio per avere garanzie sul futuro della produzione dell'acciaio e il rispetto dell'accordo di programma", ha spiegato il segretario Fiom Luciano Gabrielli evidenziando la preoccupazione per i livelli occupazionali.
 LUCCHINI - Jindal incontra Renzi la soluzione si avvicina.




mercoledì 18 giugno 2014

 Rischio di 1.300 esuberi alla Lucchini 

Si potrebbe fermare anche la cokeria


-La Nazione-
— PIOMBINO — mer 18 giu, 2014



I SINDACATI disapprovano la scelta di mandare la Concordia a Genova. Intanto la situazione Lucchini ogni giorno che passa diventa sempre più difficile, in attesa dell’offerta vincolante di Jindal. Si è tenuto ieri in stabilimento il consiglio di fabbrica con Fim, Fiom e Uilm e Rsu. È stato un dibattito serrato e ricco di spunti. I sindacati (presenti i segretari Vincenzo Renda Uilm, Fausto Fagioli Fim e Luciano Gabrielli Fiom, oltre i coordinatori Rsu) hanno espresso la loro disapprovazione per le scelte del governo, della politica, sulla questione Costa Concordia: l’arrivo della nave dal Giglio avrebbe “rappresentato una boccata d’ossigeno importante per il territorio”.
MA AL CENTRO del dibattito soprattutto le sorti dello stabilimento. È stato ribadito che in corsa per l’acquisto della Lucchini è rimasta solo Jindal, ricordando l’intenzione della società indiana di acquistare solo i laminatoi. E allora per i sindacati resta fondamentale il rispetto per gli impegni presi a livello istituzionale: “Mantenimento della solidarietà per tutti i dipendenti, ammortizzatori sociali anche per le imprese, accordo di programma”.
PER QUEST’ULTIMO è stato ricordato che l’accordo prevedeva un futuro siderurgico per Piombino, con la ripresa della produzione dell’area a caldo. Proprio per verificare questi punti i sindacati quanto prima effettueranno un passaggio di verifica sia con il commissario straordinario Piero Nardi che al ministero a Roma, “per controllare e vigilare”, hanno detto Fim, Fiom e Uilm. All’interno di tutta la discussione sono emersi anche altri due aspetti di non poco conto.
IL PRIMO che la cokeria entro luglio potrebbe fermare. Impossibile pensare – davanti a nessun interesse – di effettuare modifiche per alimentarla a metano. L’altro aspetto riguarda la questione energetica: con la chiusura dell’altoforno e la possibile chiusura della cokeria lo stabilimento sarà costretto a comprare l’energia. E poi resta aperta l’incognita “solidarietà”. Se Jindal presenterà l’offerta vincolante, una volta accettata avrà sei mesi di tempo per presentare il piano industriale.
VISTO CHE per adesso è interessata solo ai laminatoi, si presume un esubero di 1300 lavoratori. Lo scenario potrebbe essere che nei sei mesi di tempo tutti i lavoratori dentro con i contratti di solidarietà, poi solo quelli che proseguiranno con Jindal e gli altri in cassa integrazione. Jindal potrebbe invece anche confermare tutti i contratti di solidarietà e utilizzare i dipendenti per lavori in stabilimento, l’intenzione sarebbe quella di restituire molte aree alla città, quindi smantellamenti e bonifiche.
Maila Papi

martedì 17 giugno 2014

LUCCHINI Vertek Condove

Assemblea dei lavoratori 
RINVIATA A DATA DA DESTINARSI
causa l'impossibilità alla
partecipazione di G. Venturi
coordinamento nazionale FIOM Siderurgia


Lucchini: Cgil, il 19 giugno a Roma presentazione video spot operai con Camusso
16/06/2014

'Piombino non deve chiudere' queste le parole d'ordine degli operai della Lucchini protagonisti del video spot ideato e prodotto da Klaus Davi e Marco Bussinello che verrà presentato giovedì 19 giugno presso la CGIL nazionale alle ore 12.00 alla presenza del segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, del presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, del direttore dell'Huffington Post, Lucia Annunziata oltre agli operai dell'acciaieria presenti nel video e agli autori e produttori.

Mauro (elettromeccanico), Alessandro (gruista), Deborah (moglie di Mauro e disoccupata da due anni), Francesco, Massimo (classificatore rottame), Roberto e Alessandro (tornitore), sono solo alcuni degli operai in contratto di solidarietà alla Lucchini, che hanno partecipato alla realizzazione del video per dare voce a tutti i loro colleghi. Chiedono un futuro per loro e per i loro figli, un futuro legato al lavoro e al proseguimento dell'attività della Lucchini di Piombino.

Il 24 aprile scorso, mentre a Palazzo Chigi veniva  firmato l'accordo di programma che disciplina gli interventi per la riqualificazione ambientale e la riconversione industriale dell'area di Piombino,  l'altoforno produceva l'ultima colata di acciaio. Sono migliaia gli operai coinvolti nella vicenda del polo siderurgico di Piombino, circa 2.200 gli addetti dello stabilimento Lucchini, in amministrazione straordinaria, e 1.600 gli impiegati nell'indotto diretto. Per i primi è stato raggiunto un accordo che prevede l'uso di contratti di solidarietà per il periodo necessario ad individuare un soggetto acquirente, mentre per i lavoratori dell'indotto c'è il ricorso alla cassa integrazione. La speranza per i lavoratori e per le loro famiglie è dunque riposta nell'arrivo di un imprenditore disposto a rilevare l'impianto, che garantisca un piano industriale, investimenti e occupazione. 

dal sito www.CGIL.it

Consiglio di fabbrica alla Lucchini, dissenso sulla destinazione della Concordia


lucchini dueDissenso e disapprovazione per la scelta del Governo sulla destinazione della Concordia. E’ quanto emerso dal consiglio di fabbrica che si è svolto questa mattina alla Lucchini di Piombino (Livorno). All’incontro hanno partecipato le Rsu e i segretari provinciali di Fim, Fiom e Uilm. L’arrivo del relitto della Concordia avrebbe dato una boccata di ossigeno a Piombino, vista la crisi industriale che sta attraversando.
Sale l’attesa sulle offerte vincolanti Al centro del dibattito poi c’è stato l’accordo di programma, perché venga mantenuto e rispettato per quello che riguarda la tutela dei lavoratori. Un accordo in cui al centro, come è emerso dalla discussione, ci deve essere la ripresa della siderurgia piombinese. I primi di luglio i sindacati riconvocheranno tutti i lavoratori in assemblea per fare il punto della situazione, con la speranza di comunicare la nuova offerta vincolante per l’acciaieria. «Consapevole che la Concordia nell’immediato non avrebbe risolto i problemi occupazionali di Piombino – ha detto il segretario della Uilm, Vincenzo Renda – ma sarebbe stato, oltre ai positivi aspetti economici, anche un forte segnale sul futuro siderurgico del territorio, auspico un ripensamento sulla decisione della destinazione del suo smaltimento. Ora siamo in attesa di conoscere le eventuali offerte vincolanti per la Lucchini – ha aggiunto Renda – Oggi abbiamo ribadito l’impegno di tutti a vigilare che l’accordo di programma sia rispettato e realizzato in tutte le sue parti, e in particolare sotto l’aspetto della ripartenza degli impianti produttivi perche’ Piombino deve continuare a fabbricare acciaio».

lunedì 16 giugno 2014

 LUCCHINI 

 Jindal interessata per ora solo ai laminatoi  

Poi ci sono sei mesi per il piano industriale


-La Nazione-
— PIOMBINO —  dom 15 giu, 2014



JINDAL a Roma conferma l’interesse, per adesso, solo dei laminatoi. Notizia che ha destato molta preoccupazione in città. Il presidente di Jws, Sajjan Jindal, ha incontrato a Roma  prima il presidente del Consiglio Matteo Renzi. Per la questione ambientale invece vertice con il sottosegretario Silvia Velo e poi con il governatore della Toscana Enrico Rossi. Jindal ha incontrato naturalmente anche il commissario straordinario Lucchini Piero Nardi.
UN INCONTRO  con le varie istituzioni per chiarire i punti dell’accordo di programma, per parlare di bonifiche, sicurezza, ambiente, prima di presentare l’offerta vincolante per l’acquisto della Lucchini che dovrebbe avvenire a fine giugno, inizi di luglio. Il ministero a quel punto avrebbe un mese di tempo per rispondere e poi se tutto dovesse andare per il verso giusto Jindal avrebbe altri sei mesi per presentare il piano industriale.
Le conferme dell’interesse per i laminatoi – per altro mai nascoste – non escludendo in futuro la realizzazione di un forno elettrico e dell’impianto corex, e le intenzioni della società indiana di liberare molte aree adesso dello stabilimento, per restituirla alla città, hanno fatto preoccupare molti. Il commento ricorrente è: «Ci sarà un esubero di circa 1300 dipendenti», «questa è la fine dell’altoforno».
Preoccupazioni ragionevoli e comprensibili, ma è necessario avere anche le certezze degli interessi reali e soprattutto la speranza che l’accordo di programma renda appetibile l’investimento sul corex. Senza dimenticare che per Jindal Lucchini potrebbe rappresentare una opportunità di espansione in Europa, e soprattutto lo stabilimento si trova sul mare con un porto in crescita.
LUCCHINI Vertek Condove
Assemblea dei lavoratori con la
partecipazione di G. Venturi
coordinamento nazionale FIOM Siderurgia

odg. SITUAZIONE AZIENDALE


Dopo mesi di intense trattative dei Rappresentanti Sindacali aziendali e Territoriali della FIOM/CGIL, finalmente alla Vertek di Condove verrà ad illustrarci la situazione del Gruppo Lucchini il compagno Gianni Venturi Coordinatore Nazionale per la Siderurgia della Fiom Cgil 

E' DETERMINANTE LA PARTECIPAZIONE DI TUTTI I LAVORATORI

Un ringraziamento PARTICOLARE per il lavoro svolto a Mario Circhirillo, Florio Giuseppe e Ivano Franco da parte del blog SALVIAMOLAVERTEK@BLOGSPOT.IT

domenica 15 giugno 2014

giovedì 12 giugno 2014

Lucchini: cresce l’ipotesi del gruppo indiano Jindal




E’ destinato a slittare ancora di una quindicina di giorni il termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione della Lucchini di Piombino, il tempo necessario per consentire alla Jindal South West di affinare una proposta. Il colosso indiano dell’acciaio, tramontata l’ipotesi araba, sembra rimasto l’unico gruppo interessato all’acquisto dell’impianto e presto potrebbe formulare un’offerta. Domani, secondo quanto si apprende, il presidente di Jws, Sajjan Jindal, dovrebbe incontrare a Roma, presso il ministero dello sviluppo economico, il commissario straordinario della Lucchini Piero Nardi. Emissari della Jws nelle scorse settimane si sono recati a Piombino ed hanno visitato gli impianti, compiuto le prime verifiche. Per Jindal, si fa notare, Lucchini potrebbe rappresentare una interessante opportunità di espansione in Europa. Il commissario straordinario, dopo un primo rinvio al 18 giugno, ha comunicato ieri ai sindacati la decisione di dare due ulteriori settimane di tempo per la presentazione delle offerte. Ancora non è chiaro quale sia esattamente l’interesse di acquisto del gruppo indiano. E’ quello che vorrebbero sapere anche i sindacati e i lavoratori dell’impianto siderurgico che nei giorni scorsi avevano manifestato l’interesse ad un incontro con i rappresentanti della Jws. Sul tavolo c’è la ripresa della produzione dell’altoforno, la costruzione di un forno elettrico e di un impianto corex, nonché il rispetto di quanto previsto nell’accordo di programma siglato in sede ministeriale. A Piombino si continua a puntare anche sulla possibilità di realizzare un polo per la rottamazione delle navi, motivo per cui anche i sindacati rivendicano che il relitto della Concordia resti in Toscana invece che prendere la strada di Genova. 

Copyright © gonews.it 12/6/2014

LUCCHINI: CRESCE IPOTESI JWS, MA CHIESTO DAL GRUPPO PROROGA PRESENTAZIONE OFFERTE

La necessità di un ulteriore slittamento della scadenza è stata ritenuta necessaria anche dallo stesso Commissario straordinario Nardi nel corso di un incontro con i rappresentanti sindacali.
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Il presidente del gruppo indiano Jws, Sajjan Jindal, dovrebbe incontrare domani a Roma, presso il ministero dello sviluppo economico, il commissario straordinario della Lucchini Piero Nardi e potrebbe poi formalizzare un’offerta d’acquisto degli impianti siderurgici di Piombino. Secondo quanto riferiscono i quotidiani locali, Jindal avrebbe chiesto un’ulteriore proroga prima di presentare un’offerta vincolante per compiere le necessarie verifiche e approfondimenti e quindi la presentazione delle offerte sarebbe destinata a slittare di ulteriori 15 giorni.
La necessità di un ulteriore slittamento della scadenza è stata ritenuta necessaria anche dallo stesso Nardi nel corso di un incontro, avvenuto ieri, con i rappresentanti sindacali.
La Jws sembra rimasta l’unica a mostrare un interessamento per la Lucchini e l’offerta potrebbe arrivare ora entro la fine di giugno per poi consentire al ministero una valutazione nel corso di luglio. I lavoratori insistono sulla necessità della “ripresa” della produzione dell’altoforno, oltre all’avvio immediato della costruzione di un forno elettrico e di un corex, necessari, a loro avviso, per la produzione delle rotaie, nonché di portare avanti le intese previste nell’accordo di programma.
dal sito CONTRORADIO.IT 12/6/2014
Crisi Lucchini: arriva Jindal, altri 15 giorni per le offerte
Il patron della Jsw a Roma da Nardi, possibile un incontro al Mise. La scadenza slitta per la necessità di nuovi approfondimenti


di Cristiano Lozito
PIOMBINO. Sajjan Jindal è atteso a Roma, dove giovedì 12 o venerdì 13 vedrà il commissario straordinario della Lucchini, Piero Nardi. Possibile anche un incontro al ministero dello Sviluppo economico, in questa fase invece non è previsto il pur più volte annunciato incontro con i sindacati, rinviato – se tutto andrà bene – al momento successivo alla presentazione delle offerte vincolanti, considerando anche che al momento non esiste un piano industriale su cui confrontarsi.
La visita di Jindal, patron della Jsw, è stata annunciata ieri dallo stesso Nardi durante un incontro con i segretari di Fim, Fiom e Uilm, rispettivamente Fausto Fagioli, Luciano Gabrielli e Vincenzo Renda.
Nell’incontro è emerso anche che la scadenza per la presentazione delle offerte vincolanti slitta di una quindicina di giorni rispetto alla data prevista, e cioè il 18 giugno.
Fonti sindacali e aziendali concordano sull’interpretazione di uno slittamento fisiologico legato alle esigenze di approfondimento del gruppo indiano. Jindal vorrebbe maggiori certezze sulla titolarità delle bonifiche e sugli obblighi dal punto di vista ambientale (la vicenda dell’Ilva di Taranto evidentemente invita alla prudenza): al centro dell’attenzione dei professionisti a cui si è rivolta la Jsw, c’è infatti l’interpretazione dell’Accordo di programma proprio nella parte in cui si parla di bonifiche: il ministero dell’Ambiente ha messo sul piatto 50 milioni destinati alla falda, ma restano in piedi gli adempimenti previsti a carico del cosiddetto “privato incolpevole” per la bonifica dei terreni, in proprietà o in concessione demaniale.
Infine lo studio Mazzoni di Milano, che rappresenta la Jsw, lavora per chiarire anche altri elementi legati agli aspetti contrattuali.
Al momento l’interesse di Jsw pare concentrato esclusivamente sui laminatoi e gli impianti marittimi, ovvio che i sindacati puntino invece a una ripresa produttiva, la cui possibilità sarà chiara però prevedibilmente non in tempi brevissimi.
Ovvio anche che difficilmente Jindal può pensare di far funzionare i laminatoi solo col materiale prodotto in India, così da far immaginare che un futuro produttivo sia possibile, collegato anche alle previsioni dell’Accordo di programma, con la successiva realizzazione di un forno elettrico e di un Corex.
Nell’incontro Nardi-sindacati si è parlato anche dei corsi di formazione, già previsti per i dipendenti di Lucchini e Lucchini Servizi, ma che Fim, Fiom e Uilm vorrebbero estesi ai lavoratori delle imprese.
Intanto anche la cokeria sembra destinata alla fermata. I bassi prezzi e le difficoltà a stare sul mercato, potrebbero costringere a uno stop entro l’estate, anche in considerazione del fatto che non ci sarebbero più le offerte per l’impianto che erano state avanzate nella prima fase della procedura.
Considerando l’incontro di Roma con Sajjan Jindal e le imminenti decisioni sulla Concordia (peraltro lunedì prossimo 16 giugno è convocata a una ulteriore riunione della Conferenza di servizi, ma solo di carattere istruttorio), il sindacato ha deciso di fare il punto martedì 17, fissando per quella data la riunione del consiglio di fabbrica.
12 giugno 2014

 Jindal a Roma per l'offerta Lucchini.

 Gli indiani incontrano le istituzioni




-La Nazione-
PIOMBINO  gio 12 giu, 2014
JINDAL a Roma. Presto potrebbe arrivare l’offerta vincolante da parte degli indiani. Si inizia a delineare il quadro della situazione Lucchini. Ieri Fim, Fiom e Uilm con i segretari Fausto Fagioli, Luciano Gabrielli e Vincenzo Renda hanno incontrato il commissario straordinario Piero Nardi, il direttore affari generali Francesco Semino e Riccardo Grilli direttore risorse umane.
È stato fatto il punto della situazione sulla vendita Lucchini. Oggi o domani i vertici di Jindal South West di Sajjan Jindal saranno a Roma per incontrare le istituzioni, per chiarire fino in fondo lo scenario bonifiche, l’accordo di programma, la questione ambientale, sicurezza.
JINDAL ha chiesto quindici giorni di “proroga” per presentare l’offerta vincolante che dovrebbe arrivare quindi entro giugno. A quel punto il ministero con l’offerta in mano avrebbe trenta giorni di tempo per valutarla e se tutto dovesse andare bene entro luglio la vendita Lucchini dovrebbe essere cosa fatta.
E ANCORA Jindal – per come è scritto nell’accordo di programma – avrebbe sei mesi di tempo per presentare un piano industriale. Qui stanno tutti i nodi da sciogliere.
«LA VICENDA prima si chiude meglio è – hanno detto i sindacati – è fondamentale ripartire. Noi punteremo sul mantenimento dell’area fusoria, ma si dovrà capire anche l’intenzione di Jindal sul rispettare o no l’accordo, sull’acquisizione dell’aree – alcune sono demaniali altre di proprietà – resta fondamentale fare presto per far ripartire gli investimenti e far tornare al lavoro operai diretti e delle imprese del territorio.
SI TRATTA senza dubbio di un passo in avanti”. Jindal South West sembrerebbe l’unica ad essere rimasta interessata all’acquisto Lucchini, via l’ucraina Steelmounth e l’altra Jindal del fratello Naveen. Jsw, anche se ha sempre parlato di acquisto dei laminatoi ha mostrato interesse per realizzare un forno elettrico e un impianto corex, che ha già nelle sue fabbriche.
A CONVINCERLO potrebbe essere anche l’accordo di programma con gli incentivi per realizzare il corex e un nuovo contesto. Inoltre la Jsw non ha impianti in Europa, la collocazione geografica di Piombino potrebbe rappresentare un elemento decisivo. Intanto dopo l’incontro a Roma della società indiana, Fim, Fiom e Uilm hanno convocato per martedì 17 alle ore 9 un consiglio di fabbrica per fare il punto della situazione, un consiglio di fabbrica che arriva anche dopo l’incontro interlocutorio a Roma, del 16 giugno, in vista della decisone finale, per la destinazione della Costa Concordia.
m. p.