Jindal: la centrale a carbone la facciamo noi
Jsw ipotizza anche forno elettrico e Corex. Ma Nardi è deluso dall’offerta economica e vuole aprire una trattativa privata
Chi credeva che la vicenda Jindal, almeno nella sua fase preliminare, fosse conclusa con l’offerta vincolante degli indiani per i laminatoi Lucchini, si sbagliava. Si va così verso l’apertura di una trattativa privata tra la società indiana e il commissario straordinario Piero Nardi, che non sarebbe soddisfatto del valore, in senso lato, delle offerte pervenute. Peraltro non solo quelle di Jindal, ma anche quelle di altre società per Gsi e di Duferco-Feralpi per Lecco. A non convincere Nardi sono sia l’offerta economica che le richieste sul piano occupazionale. Così il commissario ha presentato la sua delusa relazione al Comitato di sorveglianza che gli ha dato l’ok per chiedere al Governo l’autorizzazione a passare a una trattativa privata. Ora il Mise ha 30 giorni di tempo ma si prevede che il via libera arrivi in tempi brevi. Per alcuni osservatori si tratta di una situazione prevedibile anche alla vigilia, tra gli obiettivi di chi vuole far cassa e quelli di chi dall’altra parte prova a risparmiare il più possibile. Secondo questa tesi dunque non sarebbe diminuito l’interesse di Jindal che anzi, pur non avendo presentato ovviamente un piano industriale, per la prima volta, e all’interno dell’offerta vincolante, ipotizza la creazione di un forno elettrico e di un Corex. Non solo, affianca a questo progetto quello di una centrale a carbone da realizzare in proprio, attraverso la controllata Jsw Energy, notizia che arriva dopo quella della analoga proposta della B&S Global Energy.
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20 luglio 2014
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